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Ma chi li ha eletti questi deputati all’estero?

Data la qualità e la scarsa attitudine a fare il parlamentare, la domanda si pone spontanea. Possibile che le nostre comunità all’estero siano tanto cieche? Eppure il sorgere di movimenti spontanei (?), la qualità delle persone che vi stazionano è di gran lunga sconfortante. Un amico mi gira le conversazioni che circolano in un gruppo dal nome Cicero. E’ addirittura esilarante quanto viene detto ma soprattutto si evince una smania, quella di voler emergere a tutti i costi con la scusa degli italiani all’estero. Quanti fenomeni di questo tipo esistono e quanti ancora ve ne saranno ma la sostanza del tutto non cambia. Uno spettacolo penoso angustiante ci affligge ogni giorno e ci offende nella dignità di essere umani addirittura non più o non tanto nello status di italiano all’estero. Va bene avere delle aspirazioni, è normale che si voglia migliorare ma assistere agli incontri, ai raduni, alle riunioni degli italiani all’estero, configura un quadro decisamente sconfortante di una massa di persone disinteressate che viene convogliata ovunque con scuse non plausibili. Non disdegnando ovviamente questo destino del quale faccio parte, mi avvilisco però al cospetto di una crosta di ignoranza che da un punto in poi non meriterebbe alcuna considerazione. A tutto vi è un limite, alla decenza, al decoro, all’amor proprio. Vi sono aspetti, prerogative, diritti che è importante conquistare per farli valere. Noi italiani all’estero non abbiamo questa forza, non abbiamo la consapevolezza dell’immagine che diamo di noi in Italia. Rischiamo di essere out lì e qui.

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