di Elisabetta Ligori
Ultime battute in Aula per la riforma dell'università. Un provvedimento difeso strenuamente dalla maggioranza e criticato dall'opposizione. Ne parliamo con il senatore Franco Asciutti, capogruppo del Pdl in Commissione Istruzione.
Senatore Asciutti, la riforma dell'università è ormai in dirittura d'arrivo. Per quale ragione il Pdl voterà a favore?
“Perchè è una riforma strutturale di cui si sente l'esigenza in Italia ormai da anni. Finalmente siamo arrivati alla conclusione. Autonomia sì, ma non anarchia. E ciò significa: regole rispettate, più responsabilità e meritocrazia. E' una riforma che servirà per l'avvenire dei nostri giovani. Gli studenti dichiarano di scendere in piazza per tutelare il loro futuro. Ma è proprio quello che vuole fare questa legge: offrire prospettive culturali significative per i nostri ragazzi”.
C'è stato un grande dibattito, a volte estremamente animato. Maggioranza e opposizione portano ognuno le proprie ragioni. Come giudica l'atteggiamento delle forze opposte?
“Non riesco a comprenderlo. Siamo partiti in Commissione con due progetti di legge: uno del governo e uno dell'opposizione. Erano due progetti pressoché identici, concordati. Quando il provvedimento è arrivato in Aula, però, le opposizioni hanno preferito cavalcare la piazza ed hanno dimenticato completamente quello che avevano scritto precedentemente. Sono molto dispiaciuto per questo comportamento. Mi sarei aspettato che il Parlamento fosse un po' più coerente”.
Sul tema delle risorse ci sono ancora delle divisioni tra i gruppi parlamentari. Nella legge di stabilità sono stati stanziati dei fondi ad hoc?
“Nella Finanziaria gran parte dei fondi tagliati sono stati restituiti: parliamo di circa un miliardo di euro. Si dice che è stato tagliato il 90% delle borse di studio. Non è assolutamente vero. Abbiamo recuperato quasi tutti i fondi e a fine anno, con il Milleproroghe, per le borse di studio forse saremo in grado addirittura di dare di più dello scorso anno. Questi atteggiamenti di ostruzionismo e protesta sono solamente sceneggiate che non fanno bene al paese, e soprattutto non servono in questo momento a riformare l'università”.