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Legacoop in provincia di Pordenone. Bilancio di un anno difficile ma non inutile per la cooperazione

La cooperazione non vive di fondi pubblici (per altro ormai ridotti al solo intervento – minimo anch’esso – a favore della cooperazione sociale) ma trova la sua ragione d’esistere in una rapporto – rinnovato ogni giorno – tra la creatività prodotta dall’autogestione dell’impresa da parte dei suoi lavoratori-soci ed il mercato in cui le cooperative operano come soggetti attivi.

In periodi di recessione, le cooperative risentono come tutte le altre aziende dei colpi della crisi. Ma utilizzano anche questi momenti difficili per differenziare, sperimentare nuove attività, affrontare esperienze in nuovi settori. Ciò anche dando risposte ai lavoratori delle aziende in crisi, grazie alla promozione di nuova cooperazione.

E’ una logica conseguenza del mutualismo intrinseco all’azienda cooperativa, il fatto che questo settore regga meglio di altri nei momenti di regressione economica, riuscendo talvolta a trasformare la debolezza in forza. Ma, particolare non secondario, tutto ciò avviene senza toccare i diritti e le retribuzioni dei lavoratori. Sarebbe infatti contrario all’etica ed alla missione sociale della cooperazione – nata per tutelare il lavoro ed il consumo dei ceti subalterni – lo scaricare la crisi attraverso un peggioramento delle condizioni dei propri soci lavoratori.

I contratti collettivi di lavoro sono il riferimento retributivo e normativo minimo per i soci che, giustamente, debbono veder retribuito in qualche modo il rischio d’impresa che sommano alla loro attività lavorativa. Inoltre dal 2008 la cooperazione (che dal 2001 ha ottenuto una legge – la 142 a tutela dei diritti dei soci lavoratori), può usufruire – finalmente – non solo della CIG per le aziende del settore manifatturiero, ma anche dei cosiddetti “ammortizzatori atipici” per i lavoratori del settore dei servizi. Grazie a questo intervento è stato possibile – nel solo 2010 – mettere in “cassa integrazione” per brevi periodi circa 150 lavoratori delle cooperative in provincia di Pordenone: in gran parte in conseguenza della gestione della logistica dei grandi stabilimenti industriali in crisi. Nel caso della crisi aziendale di una cooperativa sociale, che ha visto coinvolti 42 lavoratori, è significativo che in “cassa integrazione” siano stati messi soprattutto impiegati e quadri, salvaguardando innanzitutto l’orario di lavoro degli operai.

Legacoop in provincia di Pordenone non conta in cifra assoluta molte aziende aderenti: sono 39 le cooperative aderenti, tra quelle aventi sede legale in provincia e quelle che – essendosi unificate con altre realtà del territorio – hanno sede legale nelle province limitrofe, ma sede operativa fondamentale in quella di Pordenone. Pensiamo alla Coop Consumatori Nordest, nata da un processo di unificazione nato attorno alla Cooperativa Operaia di Borgomeduna e ad altre coop friulane; oppure alle Coop Operaie di Trieste, che hanno aggregato storiche cooperative come La Vittoria di Aviano e quella di Consumo di Roveredo in Piano. Oppure alle cooperative di servizi sorte all’interno degli stabilimenti dell’Electrolux e di altre industrie, poi confluite in Aster Coop e Coopservice, o la ristorazione con la Camst. Si tratta di processi di consolidamento che non hanno rafforzato la cooperazione del territorio, mantenendovi solide radici. Il numero dei lavoratori e dei soci è equivalente, se non superiore, alle altre associazioni cooperative: 4190 lavoratori occupati e circa 65.000 soci.

Alcune cooperative pordenonesi (pensiamo alla Cooperativa Itaca) sono seconde, per numero di occupati, solo alla unità locale della multinazionale Electrolux. Alcune cooperative sono realtà primarie del mercato a livello mondiale (pensiamo al mondo dell’agroalimentare, con aziende come la Cantina Sociale di Casarsa della Delizia), altre sono oggetto di continua e crescente attenzione del mondo della cultura e dello spettacolo: ci permettiamo a titolo di esempio di citare il film dedicato alla Coop Noncello, “Si può fare”, che continua ad essere rappresentato in ogni parte d’Italia, proprio per il suo valore esemplare.

Complessivamente, se i colpi della crisi hanno rallentato il ritmo espansivo della cooperazione, non ne hanno però ridotto la dimensione economica e sociale, e la stanno stimolando ad operare in nuovi settori: ad esempio la logistica e la produzione degli stampati delle aziende sanitarie, le nuove frontiere delle energie alternative, oppure le filiere agroalimentari – anche a “chilometro zero” e nel campo del biologico – come il recente “Progetto Pane” che ha portato la produzione degli agricoltori soci del Consorzio Agrario e dei forni delle Cooperative Agricole di Castions di Zoppola e di altre cooperative di panificazione (una sociale) nei supermercati Coop. Recentemente le cooperative agricole e sociali di Legacoop hanno presentato un loro progetto di gestione del Parco di San Floriano di Polcenigo all’Amministrazione Provinciale di Pordenone.

Certi della Vostra attenzione, cogliamo l’occasione per inviarVi cordiali saluti ed i migliori auguri per le festività.

Legacoop Fvg

Il Presidente Renzo Marinig

Legacoopsociali Fvg

Il Presidente Gian Luigi Bettoli

Per Legacoop Fvg e Legacoopsociali Fvg

Fabio Della Pietra

Ufficio Stampa

Cooperativa sociale Itaca

Pordenone

www.itaca.coopsoc.it

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