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DALLA PARTE DI ANTIGONE

di Claudio Torrero

L’enfasi con cui nella coscienza mondiale attuale ci si appella ai diritti umani lascia chiaramente intendere che si tratti di un principio con profonde radici nella civiltà che ha avuto un ruolo guida nell’integrazione del pianeta, quella occidentale.

L’idea che gli uomini siano portatori di diritti attribuibili loro per natura, che quindi i poteri costituiti sono tenuti a rispettare, è un assunto centrale dell’Illuminismo, ma le sue premesse conducono più indietro, nella testimonianza cristiana dell’inviolabile dignità di ogni essere umano, e più indietro ancora in quella scena originaria della cultura occidentale che fu la tragedia greca.

In particolare nell’Antigone di Sofocle si trovano rappresentate due leggi in conflitto: da una parte quella dello stato, impersonata da Creonte, che tende ad affermare la sua assolutezza anche a costo di decreti disumani (nel caso il divieto di dare onoranze funebri a Polinice, morto come nemico della patria), dall’altra quella impersonata dalla stessa Antigone, sorella di Polinice, che si rifà ai moventi più profondi del cuore umano, cioè i legami familiari e gli obblighi religiosi. Dall’incapacità dello stato di riconoscere questo più fondamentale piano della coscienza prende le mosse la dinamica più propriamente tragica, che conduce a esiti distruttivi per tutti.

È a partire da questo tipo di consapevolezza che già la filosofia antica creò l’idea di una legge naturale a cui tutti gli uomini sono sottoposti prima che a qualsiasi legge dello stato; idea che venne poi assunta senza difficoltà dal Cristianesimo e poi si ripresentò con particolare enfasi in epoca moderna, prestandosi a costituire un tassello essenziale nel fondamento etico di una società secolarizzata. Sotto questo aspetto l’Illuminismo si è fatto portatore di un valore da cui nessuno può ormai prescindere, quale che sia l’orizzonte culturale di riferimento; che è in contrasto con quell’altro volto con cui l’Illuminismo viene per lo più identificato, cioè il rifiuto della tradizione.

Questo secondo volto non è in fondo che il punto di vista di Creonte, che trova il suo sviluppo più coerente nei moderni totalitarismi. Non a caso la resistenza che l’umanità ha opposto a essi si è alimentata e si alimenta tuttora di energie che hanno la loro origine nelle tradizioni spirituali. Per questo in realtà i diritti umani sono oggi così importanti, malgrado un equivoco che vi è connesso.

In particolare la crisi dei rapporti educativi che devasta le società a più alto livello di benessere materiale richiederebbe un ripensamento del concetto stesso di diritto, ristabilendo la connessione con quello di dovere. A ben pensare il diritto dei governati di essere trattati con rispetto e umanità dai governanti corrisponde a un dovere di questi ultimi, e lo stesso impegno dei primi a richiedere il rispetto della loro dignità è un dovere verso se stessi e ciò che è loro caro, come indubbiamente intese Antigone.

Si tratta in fondo, nel senso più eminente, del problema morale, ed è a ciò che Antigone ci richiama.

Per l'articolo completo (di Claudio Torrero su www.interdependence.eu ) e ulteriori informazioni:

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