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Condannate gli squadristi, ma gli studenti sono vittime

Intervista a Luigi Berlinguer di Claudio Rizza – Il Messaggero
di Luigi Berlinguer, , pubblicato il 20 dicembre 2010 , 114 letture
“E' squadrismo nazistico e va perseguitato con il massimo rigore. Sono atti criminali, trovateli e condannateli”.

Lo afferma Luigi Berlinguer, ex ministro dell'Istruzione in un'intervista al quotidiano Il Messaggero (che pubblichiamo integralmente in allegato) in merito alla recente manifestazione degli studenti universitari.

“I governanti devono avere una sensibilità, essere lungimiranti, e non apostrofare gli studenti come fossero tutti dei violenti – continua Berlinguer – Maroni e Alfano sulle scarcerazioni hanno dato un messaggio sbagliato: e cioè che fossero tutti violenti e squadristi. E poi mi viene un dubbio: perché la polizia non ha arrestato i violenti veri? Io li ho vosti in tv, come tutti, con le spranghe a spaccare vetrine, a bruciare auto. Perché quelli lì non li hanno presi e prendono invece uno che tirava mandarini e verdura?”.

“Nel mondo giovanile e universitario la situazione è aggravata da un altro messaggio: 'Voi non servite molto'. E' questa la traduzione dei tagli a istruzione e ricerca: e' un giudizio di scarsa utilità del settore. Pensiamo ai destinatari, come si sentono?
Inutili”.

In merito alla legge Gelmini Berlinguer dice che “il problema è la parte finanziaria. Bisogna capire che se non si investe non si esce con lo sviluppo. C'e' un miliardo di risparmi nella Finanziaria? Li mettano nella ricerca e si vedrà come cambierà il quadro delle manifestazioni previste per la settimana prossima”.

“C'e' bisogno di un autogoverno nelle università, che sia pronfondamente cambiato rispetto agli ultimi anni – prosegue Berlinguer – Agli atenei bisogna dare più autonomia ma responsabilizzando. Se hai autonomia devi sapere che devi anche rispondere di ciò che fai. L'idea è giusta, critico il modo in cui è realizzata. So di essere impopolare tra gli studenti, ma penso sia un danno limitare l'autogoverno ai soli membri dell'università. L'autogestione va bene, ma non nella gestione complessiva. I paesi che hanno i premi Nobel hanno organi di gestione amministrativa. Dunque, i privati sevono esserci. Bisogna combattere questa idea corporativa che resiste”.

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