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Alla conferenza di Cancún si è deciso di non decidere. Forse non si poteva fare altro di fronte agli egoismi nazionali. Un accordo mondiale sul clima è oggi impossibile. Si è preferito un “fai da te” dove ogni nazione dovrà decidere se e come avviare delle azioni per salvare la Terra. E così, mentre gli Stati si occupano di incentivare la produzione e creano debito a livello insostenibile, la temperatura del pianeta aumenta. Nell'ultimo numero del “Royal Scientist's journal” si prevede un incremento probabile di 4 gradi entro il 2060 in mancanza di una politica globale e la certezza che è quasi impossibile impedire un innalzamento di 2 gradi secondo lo studio pubblicato dallo “UN Environment Programme“.
Un promemoria sulle conseguenze (*):
+ 1° (in atto, ndr) : Fusione dell'Artico – Scomparsa dei ghiacci dal Kilimanjaro – Ritiro dei principali ghiacciai dalle Alpi al Tibet – Inizio della distruzione Grande Barriera Corallina – Estinzione di centinaia di specie – Aumento di numero e di intensità degli uragani – Innalzamento livello del mare con numerosi atolli sommersi, tra cui l'arcipelago di Kiribati con 78.000 persone
+ 2° : Riduzione dell'alcalinità dei mari con la progressiva distruzione del placton e degli organisni con i gusci di carbonato di calcio (il placton è alla base della catena alimentare oceanica) – Calo della crescita delle piante in Europa fino al 30% – Incendi su larga scala in Europa – Fusione dei ghiacciai della Groenlandia – Scomparsa dell'orso polare – Carestie in India e in Pakistan
+ 3° : Scomparsa dell'Amazzonia e delle foreste pluvilali – Desertificazione dell'Australia – Superuragani nell'America del Nord – Siccità permanente nel continente indiano a causa del cambiamento dei monsoni – Indo e Colorado in secca – New York e altre città costiere sommerse dall'acqua – Sviluppo delle epidemie in Africa
+ 4° : Scioglimento dell'Antartide – Delta del Nilo sommerso dal mare – Carestia in Cina – Migrazioni di massa verso i Paesi temperati come Russia e Europa
Il blog ha raggiunto Thomas Kleine-Brockhoff, uno dei responsabili della Conferenza sul Clima, a Cancún.
(*) dal libro: “Sei gradi” di Mark Lynas, premiato nel 2008 in Gran Bretagna con il “Royal Society Science Books Prize”
Intervista telefonica a Cancún a Thomas Kleine-Brockhoff, Direttore Generale del dipartimento di programmi politici del GMFUS. Senior Director, Policy Programs.
Da Copenhagen a Cancún ( espandi | comprimi)
“Sono Thomas Kleine-Brockhoff e lavoro per il German Marshall Fund di Washington DC che si occupa della supervisione di programmi transatlantici riguardo alla globalizzazione, tra cui quelli climatici. Il primo punto è come il cosiddetto accordo di Copenhaghen concordato dai Paesi, o meglio da un gruppo di Paesi, alla Conferenza dello scorso anno, ora è divenuto parte degli obiettivi ufficiali e dei pacchetti ufficiali della Conferenza delle Nazioni Unite.Questo è importante perché i medi e lunghi termini degli obiettivi sono stati schematizzati e, grazie a questo accordo, potremmo riuscire a fare passi avanti sul tema del surriscaldamento globale. La prima problematica è relativa all'approfondimento dell'accordo di Copenhagen. La seconda questione riguarda il grado di intensità di verifica e supervisione della mitigazione climatica che le Nazioni Unite sarebbero in grado di combattere in diversi Paesi. Su questo punto la Cina è molto scettica. Ci sono altre grandi questioni, ma queste due sono le più importanti. Capire cosa accadrà alla prossima Conferenza Climatica è complicato. L'idea delle Nazioni è di guardare oltre, verso un accordo mondiale giuridicamente vincolante. Quest'idea, all'estero, fallirà per molti anni a venire. La negoziazione ha avuto difficoltà, come ne ha avute a Copenhagen, ma lo stile, il tono e il procedimento sono stati differenti. Le persone non vogliono essere tenute all'oscuro del fallimento, che è ciò che vorrebbero i Cinesi. Vorrebbero salvare il sistema delle belle parole che è il motivo per cui si tengono in contatto con differenti toni e modi. Comunque quando si tratta di di negoziare i dettagli minori è dura ed è molto probabile che, per molti anni a venire, non ci sarà nessun accordo globale. Da quando a Copenhagen quella visione è fallita e dall'approccio dall'alto verso il basso di regolamentazione, il mondo ha cambiato il suo metodo ad una valutazione di fondo dell'impegno volontario che è ancora la cosa più difficile per le Nazioni, specialmente per l'Europa, che è stata in prima linea per il concetto di ostilità europea, e loro amano gli approcci legalistici, dall'alto verso il basso. Il mondo ha dimostrato che Copenhagen non è pronta per ciò e sta dimostrando che anche Cancún non è ancora pronta.
Lo scioglimento delle calotte polari ( espandi | comprimi)
E' necessaria una transizione globale verso un'industria basata sull'energia pulita anche come stile di vita. La domanda è: “Qual è il modo migliore per raggiungere questo risultato?”. Per 20 anni dalla negoziazione di Kyoto, ci si è concentrati su un approccio dall'alto verso il basso per un accordo legalmente vincolante. Ora ci siamo resi conto che non possiamo avere questo tipo di regolamentazione, dobbiamo capire che l'impegno