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Sequestro consiglieri comunali a Palermo

Il vicepresidente dell’Italia dei Diritti sul gesto estremo dei dipendenti Gesip: “Non basta la solidarietà, servono atti concreti per ridare serenità a tutti quei lavoratori in cui l’oggettiva difficoltà è stata così manifestata.”

“Per difendere il posto di lavoro e la dignità umana, a Palermo si è giunti ad occupare il Consiglio comunale sperando di veder così confermato un diritto fondamentale.”

Questo è il primo commento del vicepresidente dell’Italia dei Diritti in merito alla notizia dell’irruzione di circa venti operai della Gesip, società di servizi palermitana creata nel 2001, a Palazzo delle Aquile. La forte crisi economica in cui versa l’azienda ha portato i lavoratori a compiere un gesto dettato dall’esasperazione, ovvero il sequestro dei consiglieri comunali affinché autorizzassero, con apposito provvedimento, l’utilizzo dei fondi che il Cipe mette a disposizione dei progetti realizzati da aziende partecipate. La vicenda che si è conclusa con l’approvazione della delibera e con l’intervento della polizia per liberare i consiglieri comunali, porta Soldà a ribadire il proprio sostegno per le fasce deboli della popolazione.

“Un gesto estremo quello degli operari della Gesip, che apparentemente sembra un atto di prepotenza, ma che in realtà si può capire solo quando si vive il dramma della perdita del posto di lavoro. Di fronte a questi casi – dichiara Soldà – la politica ha il compito di intervenire non solo a posteriori, sulle conseguenze, ma soprattutto deve garantire un’azione costante ed esercitare il ruolo di ricettore delle istanze presentate da chi versa in gravi condizioni economiche.”

L’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro, conclude affermando: “Non basta la solidarietà, servono atti concreti per ridare serenità a tutti quei lavoratori in cui l’oggettiva difficoltà è stata così manifestata.”

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