E’ inutile credere nella stabilità politica italiana. Ci abbiamo, più volte, provato, ma i fatti non sono stati mai confortanti. Così, con l’instabilità, sono riapparsi i consueti problemi di una penisola che è pronta, almeno all’apparenza, a voltare pagina; per il bene di tutti. A ben osservare, c’è, quindi, un’Italia degli impegni socio/economici disattesi e dall’altra si è piazzata la classe politica nazionale che vuole, tutto considerato, aprire una crisi dagli sviluppi preoccupanti e dalle sorti incerte. Infatti, le possibili alternative restano, a nostro parere, uno dei tanti misteri di casa nostra. Ora si è inserito nella tenzone un “terzo” polo. Ma il mosaico dei partiti, dal cui travaglio dovrebbe nascere un Esecutivo per le riforme, non è chiaro e gli auspici di buona riuscita restano scarsi. Il 2010 non si conclude razionalmente. Se è vero che la sinistra italiana ha, oggi, più anime, dobbiamo anche riconoscere che le prerogative per l’affermazione di un grande “Centro” appaiono più sulla carta che nella realtà. Per la destra è tutta un’altra storia. Berlusconi può ora contare solo sulla Lega. Posizione che non ci consente previsioni ottimistiche. Allora, come procederanno le cose? Basterà un riallineamento dell’attuale schieramento di governo per superare l’imminente crisi? E’ un interrogativo che ci poniamo, ma al quale non siamo in grado di dare una risposta attendibile. Perché in politica la logica non serve e tanto meno gli apparentamenti sembrano determinanti. Basta poco, anche quasi nulla, per cambiare le carte in tavola. Questo è ben noto al Cavaliere che ben sapeva che il “bisticcio” con Fini non sarebbe andato oltre. “Futuro e Libertà” si è orientato verso quel fantomatico “Terzo Polo” del quale non sappiamo ancora le finalità, né i possibili sviluppi in seno ad una crisi che potrebbe già essere dichiarata prima di fine anno. Chi fa la voce grossa è proprio chi ha meno possibilità d’affermare le sue tesi. Chi trama nell’ombra è, certamente, più temibile e scaltro. Forse, le difficoltà di collocamento di una sinistra più formale che sostanziale potrebbero determinare il fatto nuovo che consentirebbe al Governo in carica di tirare avanti; magari con un sano rimpasto della compagine ministeriale. Insomma, si potrebbe approdare ad una sorta di compromesso, utile per tutti, col quale preparare una degna riforma elettorale che dovrebbe anche modificare, sostanzialmente, il voto dei Connazionali residenti all’estero. Insomma, pur di contare, anche se poco, tutti i Partiti potrebbero accettare uno sviluppo meno traumatico dell’annunciata crisi. Certamente, almeno secondo noi, Berlusconi pretenderà garanzie per evitare, poi, posizioni d’attrito con chi non intende collaborare ufficialmente. Il binomio PdL e Lega non ha la forza numerica per garantirsi una maggioranza stabile. Gli uomini del centro/sinistra sembrano non avere ancora le idee chiare per un eventuale programma di governo. Sempre che non si voglia tornare, con nostro gran disappunto, al classico ribaltone che non risolve. Mentre i politici meditano il da farsi, la situazione italiana, nel suo complesso, è costretta ad una pericolosa stasi. Ma gli italiani, fuori e dentro i confini nazionali, ci sono e risponderanno. Sicuramente stufi d’essere le reali vittime di un sistema che, con monotona periodicità, li costringe a tornare alle urne. La politica dello stivale, pur senza voler entrare nell’analisi dei suoi contenuti, dovrebbe adeguarsi ai tempi. La Seconda Repubblica, pur se oggettivamente giovane, sembra avere il tempo contato. Non è detto, anche senza scrivere di fantapolitica, che la Terza sia alle porte. Da parte nostra, continueremo a vigilare sulle mosse di tutti i partiti, anche quelli che prima erano spariti ed ora sono tornati.