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Eutanasia: per la sinistra è un modo di risparmiare sulla spesa sanitaria e assistenziale?

Nei giorni scorsi è tornato alla ribalta il problema della cosiddetta “eutanasia”, in seguito al programma televisivo di Fazio e Saviano “Vieni via con me” , nella serata “PRO MORTE” perchè è cosi cha va definita la puntata.

Non voglio entrare nel merito dei casi singoli affrontati nella puntata della serata “PRO MORTE” di Fazio e Saviano, ne tantomeno della serata “PRO VITA” a “Porta a Porta” di Bruno Vespa, che suona più logica perchè parliamo di Vita.

L'eutanasia è, secondo chi ne è a favore, mettere fine alle sofferenze di una persona che “VIVE” una vita permanentemente compromessa da una malattia, menomazione o condizione psichica.

Si sta parlando comunque di una persona che VIVE, non è morta. Quindi diciamo le cose come stanno, e cioè che dal punto di vista giuridico, morale e religioso l'eutanasia attiva è un omicidio.

Vi è poi quella che viene chiamata “eutanasia passiva” cioè la sospensione richiesta dall'ammalato in piena coscienza di farsi praticare terapie o farsi somministrare farmaci. Questa pratica, potrebbe anche essere considerato un “lento omicidio di se stessi”, ovvero un suicidio, che per legge comunque è un reato, ma nella fattispecie potrebbe essere oggetto delle discussione politica e magari deciso quando in piene facoltà fisiche e mentali la persona lo sottoscrive e quindi identificabile, con il nome, come lo è, del “testamento biologico”.

Va detto, che in Italia esiste una legge, e dovrebbe quasi bastare, che proibisce ad un medico somministrare terapie e medicine senza il consenso del paziente, se esso è in grado di intendere e volere, diversamente da coloro che si trovino in situazioni di incoscienza irreversibile (coma, stato vegetativo persistente) e, comunque, incapaci di esprimere qualsivoglia volontà.

Non riesco……., sarò antiquato, bigotto, o non lo sò come definirmi, ma non riesco a capire come si può pensare che abbiamo il diritto di “staccare la spina” a una persona che non è in grado di dirci se è quello che vorrebbe o no.
Ma c'è chi sostiene il contrario. E da sempre cosi come per l'aborto, altra legittimazione dell'omicidio, la sinistra con in testa il Partito Democratico (va detto per fortuna, non tutto), la sinistra massimalista con in testa il nuovo leader Vendola, che di idee strane ne ha tante, i radicali e similari, sostengono la politica “PRO MORTE”.

Ma per fortuna la maggioranza degli italiani sostiene la politica “PRO VITA”.

Quest'area contraria, è politicamente rappresentata da gran parte del centro-destra, con in testa il Popolo delle Libertà, che per fortuna è ancora e lo sarà, credo per molto tempo ancora, in maggioranza.

Vorrei fare un piccolo accostamento che è storicamente provato.

1) Nella Cina comunista, anche dello sviluppo economico ogni anno si sopprimono migliaia (alcuni dicono milioni) di bambine (alcune con l'aborto, ma molte altre subito dopo la nascita).

2) Nella Cuba comunista, per esempio Castro e Guevara rinchiudevano (e tuttora Castro perseguita) i gay nei campi di lavoro, assieme ai progionieri politici e spesso vengono uccisi.

3) Nella rivoluzione sovietica, quindi già dal 1917, si introduce l'aborto per legge in Russia perchè secondo i comunisti esso è giustificabile anche alla luce di un altro cardine del pensiero comunista: il materialismo.

4) In tutti i paesi comunisti e a guida di sinistra, la cosiddetta “Eutanasia” è praticata senza problemi.

L'uomo in generale nella mentalità comunista, e così pure il bimbo nel ventre materno, è pura materia, senza anima e destino immortali.

I nazisti misero in piedi un programma, chiamato Aktion T4 che fu anche chiamato «programma eutanasia» che non prevedeva il consenso dei pazienti, ma la soppressione contro la loro volontà. Un programma che mirava innanzitutto a diminuire le spese sanitarie ed assistenziali statali, una sorta di «eutanasia sociale», “Sociale”, una parola di cui si riempe la bocca la sinistra.

Chiaro l'accostamento: “Nazismo e Comunismo”?

Qualche domanda sorge spontanea:

1) Ma forse la sinistra e i movimenti pro-eutanasia, in realtà si battono per la legalizzazione dell'eutanasia, per diminuire le spese sanitarie e l'assistenza ai malati?

2) Non sarebbe il caso di aiutare di più le famiglie che assistono le persone che vivono una “vita” permanentemente compromessa da una malattia, menomazione o condizione psichica?

3) Non è il caso di condannare la pratica dell'eutanasia come un omicidio volontario?

La vita è un dono prezioso e vale sempre la pena di essere vissuta.

Gennaro Ruggiero

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