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Incredibile : il Congresso di Genova è stato risolutivo

Sono andato al Congresso di malavoglia, ritenendo che sarebbe stato ancora una volta inutile.

Invece,

giovedì 25 il Presidente del CNF, Prof Guido Alpa, ha reso all’assemblea una pacata relazione con la quale sfiorava il problema della imminente obbligatorietà della media/conciliazione, mentre poi il Presidente uscente dell’OUA, Maurizio De Tilla, percependo che l’assemblea dei congressisti era fortemente ostile a tale innovazione, ha cavalcato il malcontento con un intervento appassionato sfidando il Ministro a venirci a sentire, scherzando con la minaccia di fargli la festa. Le sue battute suscitavano continui applausi, che però ha poi scontato l’indomani.

Evidentemente, tali atteggiamenti dei due Presidenti sono stati riferiti al Ministro che il giorno dopo, venerdì 26, si è presentato animosamente al Congresso e, non soltanto ha manifestato la propria disponibilità a ridiscutere il problema, ma ha duramente escluso la propria responsabilità per la situazione, asserendo che egli non è solito incontrare i rappresentanti degli elettrauto sulle questioni degli avvocati e “rinfacciandoci” che proprio il Prof Alpa e De Tilla erano -appunto- i nostri rappresentanti.

Da allora i delegati si sono indignati per quanto il giorno prima era avvenuto in assenza del Ministro, con la elusione del problema nella relazione pacata del Prof Alpa e con i lazzi minacciosi di De Tilla addossante la responsabilità della media/conciliazione al Ministro.

Nei successivi conciliaboli dei delegati si sono diffuse nel pomeriggio e fino alla tarda notte di venerdì richieste di dimissioni di entrambi, anche se circolava la diceria che il solo De Tilla -anche se non aveva reagito all’accusa del Ministro in presenza di quest’ultimo all’assemblea- non aveva affatto avallato le decisioni ministeriali.

Nessuno poi si è dimesso.

Sabato 27, dopo che era stato tentato di far ritirare la nostra mozione che chiedeva il ritiro da parte del CNF del regolamento sulla concessione del titolo di specializzazione, la presidenza dell’assemblea ritardava la messa in votazione di tale decisiva mozione, suscitando i forti malumori dell’assemblea.

Provvidenzialmente si rivolgevano allora all’assemblea, con decisivi interventi, i nostri valorosi Stefano Rubeo e Antonino Galletti (il benemerito redattore dell’efficacissimo ricorso al TAR avverso la deliberazione del CNF di autoattribuirsi la potestà di concedere i titolo di specializzazione).

Dopo tali interventi dei nostri campioni, la presidenza dell’assemblea non poteva più evitare di mettere infine ai voti la mozione, che riceveva la maggioranza dei voti dei delegati.

Con tale conforto attendiamo a gennaio la decisione del TAR da noi adito con la difesa di Antonino.

Evviva.

Dunque, il Congresso è stato decisivo sia per far risaltare le responsabilità dei nostri rappresentanti (venerdì, dopo l’intervento del Ministro), sia per far dire dall'assemblea al CNF che l’Avvocatura non gli riconosce la potestà di regolamentare la concessione di titoli di specializzazione.

Il CNF è il nostro autorevole giudice speciale di primo grado (su provvedimenti dei Consigli degli ordini territoriali, in materia di iscrizioni, disciplina ed elezioni, così come il TAR è il giudice dei provvedimenti del CSM), ma non ha dalla legge l’attribuzione della potestà normativa (ne’ legale, ne’ regolamentare) che pure si è talvolta attribuito, sul “codice” deontologico forense (approvato a tavolino e più volte a tavolino modificato, mentre il nostro organo giurisdizionale di primo grado poteva soltanto pubblicare un massimario di decisioni giurisprudenziali). Analogamente non esiste la potestà regolamentare del CNF sulla formazione permanente e da ultimo sulla potestà di concedere i titoli di specialista.

A Genova la nostra Donatella Cerè ha perduto la voce, ma è stata portata in trionfo, Stefano Rubeo è stato riconosciuto determinante per ottenere di far votare la mozione e Antonino Galletti ci viene invidiato dagli altri Fori per l’apprezzamento meritato.

Ovviamente tutti I Nostri sono stati decisivi.

Viva noi.

Federico Bucci

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