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CARO FELTRI, RIDURRE I DEBITI DI UN GIORNALE FACENDO TITOLI PRURIGINOSI NON SIGNIFICA INFORMARE…

Su LA7, ho ascoltato il direttore del Giornale, Vittorio Feltri, ed onestamente non ho fatto altro che conservare, anzi consolidare, la mia pregressa opinione su questo giornalista, la cui arroganza non disgiunta (lo ammetto) da una buona professionalità, non incontra certo il mio dna giornalistico lontano anni luce dalla sua esperienza, atteso che la mia professione giornalistica è stata ed è tuttora esercitata in contestualità alla mia ex professione prevalente di funzionario di banca. Feltri, in pratica, si vanta, si è vantato di saper raddrizzare bilanci in rosso delle varie redazioni in cui presta la sua attività di giornalista, dando sì una parvenza di etica alla professione, ma con parole che si…lasciano dire gratuitamente… non per niente è stato deferito all’Ordine dei Giornalisti.

Do’ atto a Feltri di saper “raddrizzare” in qualche modo il conto economico dei quotidiani da lui diretti, ma ciò che trovo assolutamente fuori dalla deontologia professionale è che, il salvataggio di una qualsiasi testata non può avvenire attraverso titoli pruriginosi, volgari, diversi in toto dagli altri giornali, quasi che la parola d’ordine fosse: “se lui dice che ciò è bianco, io deve dire che ciò è nero attraverso la politica del “fango” di cui di recente ha parlato anche Saviano a “Chetempochefa”…, suscitando curiosità ed interessi che nulla hanno a vedere con l’informare correttamente, ma deviando purtroppo la pubblica opinione in nome del conto profitti e perdite delle aziende mass-mediali a cui appartiene. Questo, a casa mia, significa solo fare pubblicità intelligente e produttiva, a danno dell’informazione.

Detto questo, c’è certamente da chiedersi il perché queste cose riescano così bene a Vittorio Feltri and co. Ciò è stato spiegato benissimo dal Prof. Raffaele Simoni, docente all’Università La Sapienza che, con Feltri, era ospite ieri sera alla trasmissione di Gad Lerner..”L’Infedele”

“”Feltri, ma anche Belpietro e Salustri, soci in affari mediatici, sembrano avere un ruolo di guastatori che, insieme con altri, fanno un gioco di sistema che trae linfa presso un target populista, portatore di un ammasso di risentimenti, di rogne varie, di insoddisfazioni, di..”trippe” piuttosto che di sane sensazioni, al punto da saper ridurre a voluta misura gli istinti populistici più bassi, aspetti tutti che vengono fatti valere in un preciso contesto con titoli volgari sui loro quotidiani, titoli che i giornali più importanti invece non si sognerebbero mai di adoperare.
Non per niente – ha aggiunto il Prof. Simone – i predetti hanno delle facce che sembrano essere state scelte apposta da esperti di…casting, pere svolgere azioni dialettiche percussive fuori dalla normale dialettica. Per chi non è dell’ambiente, il casting costituisce una delle fasi più importanti e delicate che precedono la realizzazione di uno spettacolo televisivo, di un’opera teatrale o cinematografica, che si basa su scelte ben precise degli attori e dell’assegnazione dei ruoli da assumere.””

E il berlusconismo, da 15-16 anni a questa parte, non ha fatto altro che assegnare molte parti da “guastatore” nei vari mass-media, al punto da non consentire alle controparti un confronto dialettico. Ed il merito va agli esperti di casting… di cui Mediaset non è certo l’ultima arrivata

Io, da giornalista, mi sento gravemente offeso quando sento parlare i predetti giornalisti che, almeno a mio giudizio, non fanno giornalismo, ma solo rappresentazioni molto e molto lontane dalla deontologia professionale.
Potrei sbagliare, nel qual caso, chiederei subito venia.

ARNALDO DE PORTI

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