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STORIA INFINITA

Che brutto inizio d’inverno! Quanti problemi in campo prima della fine di questo tribolato 2010. Il fronte politico nazionale è allo sfascio. La maggioranza spera nella fiducia il prossimo 14 dicembre ed il Popolo italiano continua ad essere la preda di un’economia che fagocita tutto e non restituisce nulla. Il fatto d’essere in Area Euro ci ha tutelato; almeno in parte. Sui generi di prima necessità, i prezzi sono congrui. Sempre maggiori, però, che in Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda. Guarda caso proprio in quei Paesi dove la crisi economica potrebbe coinvolgere l’intera UE. In altri termini, il 2011, indipendentemente dalla piega politica che assumerà, sarà un anno più difficile di quello che stiamo per lasciarci alle spalle. Resteranno, infatti, i problemi di liquidità monetaria che tanto tormentano gli italiani già da oltre un anno. Meglio, quindi, non farci illusioni. Di là dalle apparenze di facciata, questo Santo Natale sarà assai meno consumistico. Non per convinzione, ma per mera necessità. Non a caso sono tornati di moda i mercatini dell’usato e ciò che non si usa più si ricicla. Come nei primi anni del dopo guerra. Del resto, con l’aria che tira, anche l’Euro è assai meno “forte” che per il passato. Soprattutto nei confronti della divisa statunitense. Il fatto è, tutt’altro, che marginale dato che il prezzo delle materie prime ( vedi grezzo petrolifero, metano, energia, ecc, ) è saldato in US. Dollars. Mentre gli esponenti dei Partiti studiano le possibili mosse per un 2011 elettorale, il Paese vive le sensazioni della bancarotta. Per ora, sono solo sensazioni, ma sarebbe meglio che chi ci governa facesse meglio i conti proprio nelle tasche degli italiani. Compresi i tanti paradossi correlati. Per esempio è meglio sapere che ci sono migliaia di Connazionali per il mondo, regolarmente iscritti all’AIRE, che vivono in Paesi con i quali l’Italia non ha siglato accordi per evitare la doppia imposizione fiscale. Ne risulta che i contribuenti sono costretti a pagare l’imposta sui redditi sia in Patria sia nel Paese ospite. Tutte le segnalazioni che abbiamo inoltrato non hanno dato seguito. A questo punto, non ci sono “buoni” e “cattivi”. Ma solo incompetenti che preferiscono puntare il loro interesse verso realtà meno complesse, ma di maggiore pregio politico immediato. Questa Seconda Repubblica è troppo simile alla Prima. Non c’è neppure stato quel cambio politico generazionale che avrebbe, se non altro, garantita la discontinuità. Invece, per nostra sfortuna, la”musica” è sempre la stessa e, per di più, con ampie stonature nel coro. La data fatidica, quasi cabalistica, è il prossimo 14 dicembre. Dopo, la continuità di governo o l’Apocalisse. A tanta apprensione noi crediamo poco. Per fare il Bene del Paese, ci si dovrebbe tappare il naso e continuare sino alla naturale conclusione di questa Legislatura. Un altro esecutivo non potrebbe mutare una situazione incancrenita e della quale è responsabile sia la maggioranza, sia l’opposizione. Però, come abbiamo scritto, gli spazi sono pochi e l’urgenza c’è. Per chi e fuori del Governo, non restano che le elezioni anticipate. Ma quando? L’ultima parola, come sempre, spetta al Capo dello Stato.

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