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ROMAGNOLI (PDL): GLI IMPIEGATI CONSOLARI SIANO PIà™ VICINI AI CONNAZIONALI

“Gli italiani che incontro girando l’Europa vogliono innanzi tutto sapere direttamente da me come vanno le cose in Italia: quali siano le prossime mosse del Governo, rispetto alla crisi politica ed economica che stiamo vivendo; quali prospettive ci siano nel mercato del lavoro, per un eventuale interesse futuro dei propri figli o dei propri nipoti; quanto siano reali le prospettive di riformare per giustizia e fisco. C’è poi chi lamenta le difficoltà a cui deve andare incontro quando si rivolge ai consolati italiani. Telefoni che suonano a vuoto, email rimaste senza risposta; soprattutto, i connazionali si indignano per come vengono trattati dagli impiegati consolari: ciò che chiedono, come italiani residenti all’estero, sembra che sia un favore concesso loro, più che un diritto”. Così Massimo Romagnoli, presidente del Movimento delle Libertà, sintetizza richieste e bisogni dei connazionali residenti in Europa che continua a visitare “per cercare insieme di trovare soluzioni possibili alle loro giuste richieste, nonostante la necessaria riduzione delle spese”.
“Nella mia attività politica di questi anni – prosegue – sono entrato in contatto con diverse istituzioni diplomatiche italiane, in tutto il mondo, non solo in Europa. Ambasciate e Consolati che svolgono un eccellente lavoro nel territorio, che fanno da ponte fra il mondo e l’Italia. È anche vero, però, che ho sentito fin troppe volte italiani all’estero criticare i responsabili di queste istituzioni. Prima di tutto dal punto di vista umano. Sì, in certi casi si tratta proprio di un comportamento poco gentile, per non dire maleducato, da parte di chi lavora in queste strutture. Gli impiegati consolari imparino ad essere più pazienti, più disponibili e magari anche più cortesi. Perché – sottolinea Romagnoli – è importante prestare ascolto ai nostri, fare il massimo per aiutarli nelle loro esigenze, e farlo, se possibile, con garbo, magari anche con un sorriso. Non stiamo dicendo che tocchi al Consolato regalare la felicità, ma siamo convinti che sia importante anche il rapporto umano, anche come ci si pone nei confronti di chi viene a chiedere informazioni o servizi. Del resto, è il primo requisito che gli uffici privati esigono in chi gestisce le pubbliche relazioni; perché per quelli pubblici non deve valere?”.
“Come parlamentare della Repubblica Italiana, e come presidente del Movimento delle Libertà, – ribadisce Romagnoli, deputato nella scorsa legislatura – ho sempre cercato di fare capire questo, ai vari impiegati consolari che ho incontrato durante questi anni: accogliere con un sorriso il connazionale renderà tutto più facile per entrambe le parti, e potrà servire anche a snellire i tempi per lo svolgimento di qualsiasi pratica. Perché il connazionale si sentirà tranquillo, in buone mani, risponderà volentieri alle domande, collaborerà nella soluzione del suo problema; e il passaparola positivo sarà la migliore gratificazione per gli uomini di buona volontà e per l’immagine all’estero del nostro Paese. Anche di questo dovere bisogna farsi carico – conclude – quando si lavora in un consolato”.

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