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PARTECIPO ALLA SOFFERENZA INTERIORE DI BERLUSCONI

E’ risaputo in diversi ambienti che io non amo certo il berlusconismo. E ciò, per una miriade di motivi riconducibili soprattutto al periodo in cui – non solo come coetaneo del premier – lavoravo a Milano, Piazza Scala, a lato del Comune di questa grande città, motivi che non sto ad elencare perché non ne ho più voglia, ma anche perché innescherei polemiche a non finire, senza avere la possibilità di provare ciò che dico.

Questa volta vorrei pertanto,….contrariamente al solito, immedesimarmi umanamente nell’uomo-Berlusconi per ipotizzare quale potrebbe essere oggi il suo stato d’animo a pochi giorni dal 14 dicembre 2010, giornata decisiva per una prosecuzione di questo governo, che sarà in ogni caso tormentatissima sino alla scadenza. Posto che ci sia..
Questa attesa, che dovrebbe alimentare in quest’uomo un’ ansia quotidiana in continua ascesa, deve anche costituire per lui un tormento immane e tale da produrre un eccesso di succhi gastrici che potrebbero aggredire le pareti anche dello stomaco più forte e sano. Con le conseguenze che si sanno.

A ciò, si aggiungono le note vicende familiari le quali, checché se ne dica, determinano mancanza assoluta di serenità, anche per chi ha già avuto – come lui – esperienze pregresse di famiglia.
E poi, egli penserà a tutti coloro che gli hanno voltato politicamente le spalle (e sono tanti) dopo averli “sistemati” in parlamento ed altrove, se è ben vero che spesso li taccia di ingratitudine…

Ma quanto sopra sarebbe il meno rispetto al problema dei problemi che è quello di evitare di essere condannato; non per niente, in questi giorni, si sta adoperando in maniera spasmodica per il varo della la riforma della giustizia….

Il quadro non è certamente bellissimo, anzi ! E ciò, in capo ad una sola persona, dovrebbe suonare come un macigno inamovibile, foriero di qualche imprevisto. Non vorrei essere al suo posto nemmeno se mi dessero il suo incarico, con annessi e connessi. Lo giuro !

Umanamente, non posso fare altro pertanto che comprenderlo, ma non certo condividere il suo status di onnipotenza…

ARNALDO DE PORTI

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