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Discarica abusiva di Celano, l’indifferenza degli amministratori

Autore La Redazione

Rifiuti d'Italia

Seconda parte

Non solo Campania. La mappa italiana delle zone a rischio rifiuti è ampia e ben distribuita su tutto il territorio nazionale. La prossima emergenza potrebbe “esplodere” domani stesso in buona parte dei circa ottomila comuni della Penisola. A meno che si provveda localmente a far fronte alla situazione. Spesso, infatti, a fare la differenza tra buona e cattiva gestione è l’iniziativa dei singoli amministratori: sindaci, presidenti di Provincia e di Regione. Cosa che mette in luce ancor di più le deficienze del Governo nel dettare, e far rispettare, le norme generali per la corretta amministrazione del ciclo rifiuti.
Secondo il Rapporto 2009 dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, non esistono, nel nostro Paese, regioni totalmente virtuose. A fronte di buoni esempi come Molise, Lombardia ed Emilia Romagna, si rilevano situazioni al limite in Campania, Puglia e Sicilia. Seguono Calabria, Liguria, Abruzzo, Marche, Lazio. In questa regione, in particolare, tiene banco la discarica romana di Malagrotta, la più grande d’Europa, alla quale abbiamo dedicato la prima puntata di questa inchiesta.
Tuttavia c’è un fenomeno più subdolo e pericoloso della mala gestione, diciamo così ordinaria del problema, ed è quello delle discariche abusive: “Copertone selvaggio”, come lo ha chiamato Legambiente nel dossier sul traffico e lo smaltimento illegale di pneumatici fuori uso (quasi 100 mila l’anno), gettati in siti abusivi, spesso preda della criminalità organizzata, dove finiscono anche altri materiali pericolosi come amianto, olii usati, batterie esauste, con grave degrado per il paesaggio, l’ambiente e la salute dei cittadini. Un cancro le cui metastasi sono ramificate lungo tutto lo stivale e interessano spesso anche zone sottoposte a vincoli ambientali.
In una Regione come l’Abruzzo, ad esempio, che ospita tra gli altri, il più antico parco nazionale italiano e che ha fatto della salvaguardia dell’ambiente una bandiera, colpisce negativamente l’incuria e il “criminale” disinteressamento dell’amministrazione locale di Celano, in provincia dell’Aquila (sindaco il Senatore Filippo Piccone, che è anche coordinatore del Pdl in Abruzzo), per una discarica abusiva a cielo aperto situata nel territorio comunale, ai margini della piana del Fucino: quella conca nella Marsica, la cui bellezza è stata così vivamente descritta dallo scrittore Ignazio Silone (la sua salma riposa a Pescina, a pochi chilometri da qui), che ospita, tra le altre cose, l’avveniristico centro per le comunicazioni satellitari di Telespazio.
Il sito occupa oltre 20 ettari di terreno completamente devastato e colmo di gomme, pezzi d’auto, rifiuti urbani e di cantieri edili, materiali plastici, vernici, olii e chissà cos’altro. Ci sono anche cave abusive dove potrebbero essere stati sepolti materiali molto pericolosi. Il tutto nel totale disinteressamento degli enti locali.
A fare le prime denunce, già nel 2009, un giornalista della zona, Angelo Venti, direttore del quotidiano online Site.it. A lui abbiamo chiesto di parlarci della situazione. Ecco cosa ci ha detto:

“Noi ci siamo occupati della discarica dal gennaio/febbraio 2009, perche nell’agosto precedente c’era stato un grosso incendio proprio in quell’area, con colonne di fumo visibili da decine di chilometri di distanza. A bruciare erano copertoni, pezzi di ricambio auto, resina… c’era di tutto. Quando siamo tornati a controllare, appunto a gennaio, nonostante l’incendio, nel frattempo erano ricomparsi cumuli di rifiuti. L’area è anche interessata da una serie di cave abusive, riempite anch’esse di scarti vari e poi ricoperte. Che cosa c’è sotto questi cumuli non si sa, ma potrebbe esserci anche del materiale pericoloso scaricato probabilmente da ditte che lo ritiravano dalle piccole aziende della zona.
In passato c’erano già stati degli interventi della Forestale, ma non è cambiato nulla. Nelle vicinanze insiste anche una discarica comunale che è stata chiusa per irregolarità ambientali. Doveva essere bonificata, invece è ancora chiusa, mi pare sotto sequestro.
Tornando alla discarica abusiva, dopo che ce ne siamo occupati nel 2009, pubblicando i nostri rilievi sul sito www.site.it, è partita un’indagine, mi pare della Forestale, che ha rimesso un rapporto alla Procura della Repubblica che credo abbia aperto un’inchiesta. Dico questo perché poco dopo abbiamo avuto notizia di un sopralluogo degli uomini della forestale e dei tecnici dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente fissato per la mattina del 6 aprile 2009; sopralluogo che non c’è stato a causa del terremoto che proprio quel giorno ha colpito la provincia dell’Aquila.
Va detto che l’area è enorme e recintarla costerebbe tantissimo, però si potevano almeno chiudere le strade d’accesso, in modo da rendere più difficoltoso lo scarico illegale dei rifiuti. Purtroppo nulla di tutto questo è stato fatto.
E’ importante sottolineare che l’area è in gran parte di proprietà comunale e in questo senso sorprende il fatto che il Comune di Celano non abbia preso provvedimenti, visto anche le responsabilità che potrebbero comunque avere in questi casi, sia l’amministrazione comunale, sia direttamente il sindaco”.

Danilo Sinibaldi

Emiliano Morrone

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