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SENZA INVESTIMENTI ALL’ ESTERO L’ ECONOMIA ITALIANA SARA’ SEMPRE UNA PENTOLA A PRESSIONE

“E’ strano come in ogni emergenza e crisi economiche tuti gli impreditori italiani scappano all’estero, tranne quella alimentare.”. Per chi non lo sapesse ancora all’estero vivono quasi 60 milioni di italici d’ origine. Faccio un esempio a me consone. Vivo da oltre 35 anni a Londra, ove risiedono piu’ di centomila italiani iscritti all’ AIRE, ovviamente questa cifra va sempre moltiplicata per dieci, quando si pensa alla italicita’. Vivo in un comune relativamente piccolo di 200 mila residenti e quello che mi e’ sempre venuto a mancare e’ un super o ipermercato italiano, ossia un punto comune d’ incontro. ( e’ anche e sopratutto questo) Faccio un altro esempio ( sempre a me consone) in in raggio di dieci kilometri, ogni giorno incappo in dieci supermercati turchi, quattro francesi e otto teteschi, con solo due “negozietti” italiani. Dove, ahinoi ci tocca pagare i prodotti tipici ( o quasi) italiani ad un prezzo quattro volte quello italiano. Molti anni fa e parlo di venti, i negozii alimentari italiani erano molti di piu’, ma con l’avvento dei pesci grandi, molti di questi ( che io definirei sardine in scatole per la troppa affluenza) hanno chiuso i battenti e altri lo stanno facendo. Mi chiedo, cosa analizzano gli eletti all’estero, quando vanno in giro per il mondo? La domanda che pero’ un po’ tutti dovremmo farci e’: “ Perche’ lasciare il genere alimentare nella mani dei soliti furbetti e non investire in larga scala anche all’estero? Io tre o quattro risposte le potrei anche azzardare, ma lascio ai lettori e agli eletti all’estero farsene una ragione!!! Vorrei rifarmi indebitamente alle parole di qualche ministro italiano:” Forse con la cultrura non si mangia ma con i generi alimentari si’….”

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