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IL BILANCIO SULL’ASSEMBLEA del C.R.A.M. a Buenos Aires

Politica per gli abruzzesi nel mondo: dalle critiche sul passato, ai buoni propositi per il futuro

Una ventata di abruzzesità ha invaso l’Argentina, che per la prima volta ha ospitato l’assemblea annuale del CRAM – Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo – che ha deliberato a Buenos Aires dall’1 al 3 novembre e alla quale ha partecipato una cinquantina di delegato provenienti da ogni angolo del mondo.
Trascorsi già alcuni giorni dalla chiusura dei lavori, è il tempo di proporre alcune riflessioni, quelle che si elaborano il giorno dopo.
A cominciare, per fare un esempio, dalla sorpresa per la scarsa eco mediatica, il silenzio stampa dei media della Regione, che hanno evidenziato la più assoluta indifferenza verso questo tipo di eventi. Infatti, anche se è comprensibile che siano preoccupati da altre priorità locali, sembrerebbe che non hanno alcun interesse verso quanto fanno, pensano o sognano 1.200.000 corregionali che risiedono all’estero, numero pari a quello degli abitanti nella Regione.
D’altra parte tra i pochi bilanci sulla riunione, abbiamo letto con grande attenzione quello che, con enormi dosi di generosità, ha definito l’assemblea a Buenos Aires “Un successo”. Una valutazione che non coincide con quella della stragrande maggioranza dei delegati, specialmente dei più “veterani” i quali, pur apprezzando l’iniziativa di formalizzare il Congresso e lo sforzo messo in evidenza dalle nuove autorità, sottolineano la mancanza di risultati concreti (ma non era nemmeno l’obiettivo della seduta), mettendo in risalto la novità di un accordo in una scadenza tra i 90 e i 180 giorni, perché l’Esecutivo si pronunci sulle proposte delle otto commissioni di lavoro.
Per quanto riguarda specificamente lo svolgimento del Congresso, del quale abbiamo seguito la giornata inaugurale, è stato trasmesso da Rai Italia giovedì scorso, e può essere visto su internet al link Italia chiama Italia, Abruzzonelmondo.net
In assenza del titolare, l'assessore all'Emigrazione, Mauro Febbo le funzioni di presidente sono state assolte dal vice Franco Santellocco, il quale era accompagnato dai consiglieri regionali Antonio Prospero, Ricardo Chiavaroli e Franco Caramanico con il supporto di Giuseppe Leuzzi responsabile dell'Ufficio Emigrazione della Regione. L’inizio con i saluti protocollari delle autorità presenti, l'On Giuseppe Angeli ed il Sen. Esteban Caselli, il Console Generale d'Italia a Buenos Aires Giancarlo Curcio e i citati consiglieri regionali, i quali hanno rivolto alla platea i messaggi augurali del Presidente della Regione Gianni Chiodi, dell'Assessore con delega all'Emigrazione Mauro Febbo e del Presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano.

Un inizio movimentato

Cominciamo col far notare la percezione dei rapporti interni alle delegazioni, che in partenza sembrano costituiti da due categorie. La prima, la più numerosa, della quale fanno parte i dirigenti di maggiore esperienza, assidui protagonisti di questo tipo di riunioni. L’altra, un gruppo più ridotto, costituito in genere dalle nuove generazioni.
Nel primo capitolo della riunione, alla quale abbiamo assistito, la ventata di abruzzesità è diventata un ciclone, quando i consultori, hanno esposto le loro opinioni con riferimenti puntuali, con spunti critici per l’assenza di fondi e per la disattenzione degli organi regionali, criticando la politica delle ultime Giunte verso le associazioni di abruzzesi residenti all’estero e concordi nel ritenersi sottovalutate dalla Regione.
Senza peli nella lingua e con passione abruzzese, si sono succeduti gli interventi di Levino Di Placido del Belgio (“Siamo diventati tutti orfani della tutela regionale e delusi da un'Abruzzo che non si risveglia”) e dell’ancora più estrema Rosetta Romagnoli degli Stati Uniti: (“Meritiamo rispetto e considerazione. Dicono che siamo Ambasciatori .. ma di che? Non ci servono i complimenti, solo i fatti…”)
Una valanga di rimproveri che il giovane rappresentante degli abruzzesi del Venezuela ha tentato di mediare: “…è la mia prima esperienza a questo meeting e anche se tutte le esperienze vanno capitalizzate, vorrei apportare uno sguardo positivo, puntando al futuro immediato con ottimismo. Nel nostro caso siamo pronti e preparati per accettare la sfida che ci propone questo nuovo ciclo del CRAM.”
Mettendo in pratica tutta la sua abilità e accorta capacità di mediazione, il presidente Santellocco ha tentato di placcare gli animi e in qualche modo replicare alle obiezioni chiarendo: “Si tratta di un nuovo CRAM, che è ancora in fase di rodaggio” e proponendo: “Questa riunione deve rappresentare l'anno zero, un punto di partenza nelle relazioni tra le associazioni e le autorità regionali.”

Attività collegate

I delegati non si sono limitati a lavorare e a polemizzare, ma hanno cercato inoltre di darsi uno spazio per gli incontri conviviali, per una cena di gala con spettacolo di tango, una visita guidata di Buenos Aires, per conoscere luoghi significativi, come l'Ambasciata d'Italia, Plaza de Mayo e la Casa Rosada, e la zona del porto, il luogo di arrivo delle navi da cui sono sbarcate decine di migliaia di italiani (tra i quali tanti abruzzesi) emigrati in America Latina in cerca di nuove opportunità.
D’altra parte il Consigliere Antonio Prospero, il sindaco di San Salvo, Gabriele Marchese e Giuseppe Magolini dell’Aitef, hanno accettato un invito dell’Associazione Famiglia Abruzzese di Rosario e della FARA (Federazione Abruzzese della Repubblica Argentina) e si sono recati in visita ufficiale alla città di Rosario, accompagnati da Domenico Di Tullio, Alberto Alberici, Patricia Giallorenzi e Franco Del Casale dirigenti del Centro Abruzzese di Buenos Aires e della nuova Federazione abruzzese.
Sono stati accolti dall’on. Giuseppe Angeli, presidente onorario della FARA, dal suo presidente Marcelo Castello, dal presidente della Famiglia Abruzzese Domenico Lalla e da altri dirigenti della comunità abruzzese locale.
Durante le 24 ore trascorse nella seconda città dell’Argentina, i visitatori hanno incontrato il console generale d’Italia in quella città, dott. Rosario Miccichè, il presidente della Camera di Commercio Italiana di Rosario Eduardo Romagnoli, il presidente del Comites della circoscrizione Erugelio Carloni.
La visita si è conclusa con una cena nella confortevole sede della Famiglia Abruzzese dove, in un quadro di amore per la terra d’origine, combinato da elementi tipici come il coro e il balletto folkloristico del sodalizio, dai regali e dai saluti, hanno potuto fruire di una singolare ed emotiva esperienza: fare pratica del caro dialetto abruzzese.
Una riunione della quale gli ospiti hanno gradito anche per i progetti esposti dalla nuova Federazione, per la quantità di giovani presenti e per l’entusiasmo che hanno riscontrato tra i presenti.

Bilancio finale

Riprendendo il nostro piccolo bilancio della riunione del CRAM, possiamo sottolineare lo spirito e l’entusiasmo messi in evidenza dalle nuove autorità regionali, le quali sono riuscite a superare il “ciclone”, i rimproveri e a ridurre lo scontento e lo scetticismo che precedevano l’assemblea e – continuando con le metafore climatiche – convertirlo in una soave brezza, caratteristica della primavera patagonica.
Da ricordare alcuni concetti che hanno accompagnato i dibattiti come questo: :”Si apre una fase nuova, un CRAM profondamente riformato che dovrà necessariamente dare spazio ai giovani per garantire il futuro dell'associazionismo.”
O quanto detto nella chiusura da Santellocco: “La riunione di questi giorni ha segnato una tappa importante per il Cram, che s'avvia a un cambiamento molto importante – ha detto il Vice presidente, Franco Santellocco – “credo che il confronto sia stato aperto e con esso sono stati messi a fuoco i problemi che riguardano la nostra comunità all'estero. E non sono pochi. Ma di una cosa si può essere certi: come Cram e con il supporto dei consigliere regionali Prospero, Caramanico e Chiavaroli faremo di tutto per fare in modo che si torni a sostenere le nostre associazioni all'estero”.
Non sarà facile far rinascere la fiducia dei delegati che hanno messo in discussione gli ultimi anni caratterizzati dalla discontinuità delle politiche da una Giunta all’altra, ognuna cancellando quanto fatto dall precedente.
Ma i buoni propositi enunciati meritano un voto di fiducia da parte della comunità. Bisognerà avere un po’ di pazienza, aprire un periodo di attesa, mentre le autorità della Regione si occupano di plasmare nei fatti le iniziative proposte. Passare dal dire al fare, dalle belle parole ai fatti. (Tribuna Italiana).Walter Ciccione

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