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Regioni contro maxiemendamento

La responsabile per l’Economia e le Finanze dell’Italia dei Diritti: “È urgente aprire formalmente la crisi, individuare una nuova guida e riprendere in mano le redini del Paese”

I presidenti delle Regioni italiane si oppongono fermamente al maxiemendamento del Governo contenuto nella legge di Stabilità (Finanziaria 2011), poiché “non risponde alle necessità di dare una serie di servizi fondamentali per le persone, le famiglie e le imprese”, dichiara Vasco Errani, numero uno dei governatori. Questi ultimi sono contrariati sia perché da settimane chiedono, senza ottenerlo, un incontro con Palazzo Chigi, sia perché la situazione economica regionale, nel suo complesso, si è fatta “insostenibile”. I nodi del contendere restano i tagli al trasporto pubblico e alla sanità che, senza le idonee coperture finanziarie, costringerebbero le istituzioni regionali ad aumentare ticket e tasse locali, con effetti allarmanti sui bilanci del 2011.

“Nella relazione tecnica governativa al maxiemendamento si afferma che ‘il reperimento delle risorse restanti’ è rinviato a ‘successivi provvedimenti’. Continua la navigazione a vista, non sono permesse scelte che incidano sulle ragioni strutturali della crisi, non c’è più tempo per i protagonisti dell’attuale compagine di governo e non è neppure possibile arrecare scossoni alle alleanze con i poteri forti e illiberali, predisponendo meno risorse laddove sarebbero auspicabili e possibili. Ecco allora i tagli alla scuola, alla ricerca, all’università, alla sanità, ai servizi sociali, ecco il soffocamento delle autonomie locali, ganglio vitale della nostra democrazia e della vita civile e partecipativa”. Così la responsabile per l’Economia e le Finanze dell’Italia dei Diritti, Lilia Infelise, ha spiegato la linea di pensiero del movimento creato da Antonello De Pierro, intervenendo sulla delicata questione.

La Infelise ha, poi, argomentato la sua analisi, ampliando lo spettro delle considerazioni: “Spero che il maxiemendamento sia l’ultimo drammatico segnale di un sostanziale abbandono delle redini, in un progressivo e pericoloso processo di deriva del nostro Paese. Tutto questo mentre la Commissione europea invita gli Stati membri a ‘trasformare l’Europa per il nuovo volto del mondo dopo la crisi’, e sostiene testualmente che ‘le riduzioni sostanziali degli investimenti in educazione, ricerca e produzione di conoscenza, in questo momento, risultano scelte miopi e riducono i futuri livelli di crescita’. Le Regioni – ha continuato – insorgono tutte, a prescindere dal quadro di governo, e, dopo il giudizio chiaro del mondo industriale attraverso le parole della Marcegaglia, appare chiara la bocciatura dell’intera squadra di governo e urgente una nuova guida”.

Infine, la rappresentante del dipartimento economico dell’IdD ha invocato rapide contromisure da prendere di fronte all’attuale stallo politico-economico: “Oggi aprire formalmente la crisi di governo è atto urgente e dovere alto di chi ha a cuore l’Italia, significa denunciare la preoccupante impasse a briglie sciolte e imporre la necessità di riprendere in mano con cura le redini del Paese, mediante un grande impegno volto al coinvolgimento dell’intera società italiana”.

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