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FEDERALISMO A PATTO CHE …

Affrontare e risolvere la “questione meridionale” vuol dire affrontare e risolvere la “questione delle classi dirigenti”. Da loro dipende lo stato di sottosviluppo in cui versa il Mezzogiorno d’Italia. E non mi riferisco soltanto alla classe politica, ma anche a quella imprenditoriale e sociale. In ognuna di esse la parte più forte ha preferito mantenere le sue rendite di posizione, consolidando i rapporti di forza esistenti a scapito del cambiamento e dello sviluppo.

Così si spiega l’avanzare, nel corso dei decenni, di un fronte conservatore che ha impedito lo sviluppo e l’emancipazione del Sud. Un fronte così potente che anche davanti al disastro economico e sociale prodotto ha sempre potuto contare su una larghissima base di consenso. In ogni ambito si è venuto a creare un sistema di potere burocratico-clientelare e spesso affaristico-mafioso, che ha tenuto in pugno tutto e tutti. In questo modo certa politica è riuscita ad assicurarsi i voti, certa imprenditoria ad ottenere soldi e appalti pubblici, la mafia ad espandere il proprio dominio. Un brodo di coltura alimentato dalle politiche assistenziali di chi era al governo e ha sempre considerato il Meridione come una terra di nessuno, da trattare come granaio elettorale. In nome di tutto ciò sono stati chiusi occhi e tappate orecchie e bocche davanti a scandali e nefandezze.

Ecco perché affrontare seriamente la “questione meridionale” vuol dire rinnovare il sistema politico, abbandonando le classiche categorie e sfidando i partiti sul campo dell’innovazione, della legalità e dello sviluppo. In Sicilia abbiamo cominciato a farlo attraverso riforme dirompenti, che hanno scardinato i sistemi di potere consolidati e grazie ai quali il centrodestra si è sempre assicurato schiaccianti vittorie elettorali, malgrado il malgoverno.

In questo modo abbiamo contribuito a cambiare i paradigmi del sistema politico: non più destra/sinistra, fascisti/comunisti, ma riformisti/conservatori.

La politica deve misurarsi sui problemi della società e della gente, attraverso proposte concrete e praticabili e attorno a queste costruire politiche che rispondano alle esigenze delle persone. A nulla servono le posizioni oltransiste del radicalismo ideologico, anzi, esse non fanno altro che relegare le forze progressiste a posizioni marginali e di pura testimonianza.

Oggi in Sicilia c’è una classe dirigente che ha dimostrato la propria responsabilità e ha messo al centro la legalità e lo sviluppo dell’Isola, andando anche contro le abitudini e le consuetudini centraliste. Per questo motivo la svolta siciliana viene costantemente osteggiata dal governo, a cominciare dal dirottamento dei fondi Fas. Si tratta di risorse europee destinate allo sviluppo delle aree più in difficoltà del Paese, ma che l’esecutivo utilizza per finalità del tutto diverse. Parte di queste, ad esempio, sono servite a pagare le sanzioni sulle quote latte, inflitte dall’Ue agli allevatori del Nord.

C’è poi il federalismo: un’opportunità anche per il Mezzogiorno, ma così come il governo lo intende danneggerebbe e accentuerebbe le differenze tra la parte più ricca della Penisola e quella più povera.

Tutte le regioni devono essere messe nelle condizioni di diventare terre di produzione secondo le loro vocazioni e peculiarità. Lo Stato, quindi, fissi degli indici di sviluppo e intervenga in quei territori che si trovano al di sotto per garantire a tutti i cittadini e alle imprese gli stessi diritti e le stesse opportunità, indipendentemente dal luogo in cui si trovano.

L’autonomia delle Regioni, all’interno di un quadro nazionale federato secondo i principi di solidarietà e di sussidiarietà, può rappresentare un buon tavolo di sfida, ma entrambi i livelli, quello nazionale e quello locale, devono fare la loro parte.

Solo se si investe sulle infrastrutture, materiali e immateriali, sulla scuola, sulla ricerca, sull’energia alternativa, sulla fiscalità di vantaggio, sulla lotta alla mafia … si può far sviluppare il Meridione d’Italia, attuare il federalismo e mettere in moto l’intero Paese.

Sito e Newsletter a cura del COMITATO LUMIA SEGRETARIO PD SICILIANO – Viale Regione Siciliana, 2156, Palermo – email: lumiasegretario@gmail.com

Responsabile Matteo Scirè

matteoscire@gmail.com

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