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Complimenti al direttore de Il fatto Quotidiano

Di norma disapprovo i giornalisti che curano la rubrica lettere dei quotidiani, i quali, non tenendo in minimo conto la sensibilità dell'autore, manipolano gli scritti, tagliandone parti ad arte (arte che conviene al giornale ovviamente) o addirittura modificandoli. Questa volta però non posso lamentarmi col direttore de Il Fatto Quotidiano, giacché ha pubblicato integralmente, limitandosi a sostituire l'ultima frase: “Ma è cristianesimo questo?” con: “E Vespa agli onori delle cronache giornalistiche”. In realtà, se ci avessi pensato, avrei chiuso io in tal modo la letterina. Mi complimento quindi col direttore. Ovviamente (ne sono certissima per esperienza) Vespa questa volta non replicherà. Infatti, replica solo quando ha mezzo argomento cui appigliarsi.

Trascrivo nuovamente la mia, con la piccola giusta modifica apportata da Il Fatto.

Miriam Della Croce

Il Fatto Quotidiano 6 novembre 2010
L'amore di Vespa per le stigmate
Mercoledì sera, 3 novembre, Bruno Vespa ha dedicato la trasmissione alla terza delle sue passioni: miracoli e stimmate. La prima, stando al numero di trasmissioni che vi dedica, è costituita dai fattacci di cronaca nera. La seconda, alla politica. L'altra sera si parlava di Natuzza Evolo. L’immagine che è stata mostrata più di sovente è stata quella piuttosto raccapricciante delle stimmate sul corpo di Natuzza. Tra gli illustri invitati: Luisa Corna e Walter Nudo. C'era poi un vescovo, un giornalista, ed altri, ma, come sempre accade nelle trasmissioni vespine dedicate a temi religiosi, era assolutamente assente una voce cristiana che potesse dimostrare che le stimmate sono teologicamente un assurdo. E' impossibile, infatti, attribuire a Dio un intervento che produca effetti negativi (piaghe dolorose e sanguinolenti) sul corpo delle sue creature. Sarebbe come bestemmiare. La piaghe le producono gli uomini. Ma chi era Natuzza? Era una persona analfabeta che del Vangelo aveva capito assai poco. Analfabeta, ma capace di ricorrere a piccole furbizie: «Io ripeto solo quello che l'angelo mi dice. Ad esempio se una mamma mi chiede: “Di che è morto mio figlio?”, e dice questo per provarmi, l'angelo mi risponde: “Lei lo sa già”, ed io dico a quella persona: “Voi lo sapete” » (Natuzza Evolo e gli Angeli – don Marcello Stanzione). Oppure furbetto era l'angelo? Ma come descriveva Natuzza gli angeli con i quali aveva tanta familiarità? Diceva che erano “bambini bellissimi, luminosi, sollevati da terra”. L'esito del processo canonico è scontato. Natuzza salirà agli onori degli altari. E Vespa agli onori delle cronache giornalistiche

Miriam Della Croce

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