Sale a 5 il bilancio delle vittime. Mancano i fondi ed un piano idrogeologico nazionale in difesa del suolo. Garavaglia visita le zone colpite: “Individuare i finanziamenti per evitare che ogni anno si ripetano le catastrofi deve essere una priorità del governo”. Puppato: “Da un anno fermi 900 milioni, ministero ambiente paralizzato”
E la storia purtroppo si ripete. Ad un anno di distanza dalla catastrofe idrogeologica di Giampilieri in provincia di Messina, in Veneto come al centro e al sud Italia è emergenza maltempo: sale a 5 il bilancio delle vittime. La realtà è che in Italia, il governo nazionale non è in grado di gestire il naturale arrivo delle piogge autunnali, che spesso come è noto possono essere molto violente. Nonostante la situazione sia precipitata negli ultimi due anni, non è stato attuano ne tantomeno previsto un piano idrogeologico nazionale, in grado di mettere in sicurezza le zone a rischio frane, durante il periodo delle piogge, zone pericolose spesso anche a causa delle speculazioni edilizie selvagge che sono state attuate e mai sanate.
Questo il funesto elenco delle vittime: due anziani nel Vicentino, che si aggiungono alle tre persone decedute in Toscana uccise da una frana nella zona di Massa, più un disperso a Tropea. Inoltre due quartieri completamente devastati a Gioia Tauro in Calabria, famiglie evacuate a Massa Carrara, centinaia di persone costrette ad abbandonare la propria casa.
Le località del Veneto orientale colpite dal maltempo appaiono come colpite da un post tsunami: paesi allagati, infrastrutture distrutte, agricoltura e paesaggi devastati.
Quindi gli ingenti danni provocati dal maltempo, necessitano di interventi che vanno oltre l'opera della Protezione Civile. Inoltre, oltre ai danni alle costruzioni e ai centri abitati, vanno considerati quelli all'economia della zona. La situazione è veramente molto grave, come ha potuto personalmente constatare la senatrice del Pd, Mariapia Garavaglia visitando le aree colpite.
“Il problema del dissesto idrogeologico di cui soffre questo territorio deve essere risolto attraverso il superamento della logica dell'emergenza -ha detto la senatrice democratica. Per far questo servono fondi e deroghe finanziarie ai comuni colpiti. Mi auguro che tutti quelli che a gran voce dichiarano di rappresentare il Veneto a Roma e nel governo nazionale si diano realmente da fare”.
Purtroppo, come ha sottolineato la Garavaglia, ‘l'esecutivo, anche recentemente, ha affermato per bocca del premier di voler dare corso ai progetti di grandi opere faraoniche piuttosto che pensare a seri interventi sul territorio italiano’.
“Il Governo, appunto – ha proseguito Garavaglia – che ha promesso di far dichiarare lo stato di emergenza. Ebbene, venerdì si riunirà il Consiglio dei ministri, e quindi preghiamo semplicemente l'esecutivo di ricordarsi questo impegno. Abbiamo un Paese che è un 'colabrodo'. Individuare i finanziamenti necessari per evitare che si ripetano annualmente delle catastrofi deve essere una priorità”.
I Senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, hanno duramente attaccato la grave inefficienza ed inezia del governo, fornendo nel dettaglio lo specifico dei fondi che erano stati assegnati dal precedente Governo Prodi per le calamità naturali e che non sono stati utilizzati.
“I 900 milioni per piani straordinari rimangono nel cassetto. Per questo il Governo Berlusconi è complice del dissesto idrogeologico di questi giorni, con vittime e danni ingentissimi. I fondi ordinari precedentemente destinati dal 2008 ad oggi sono stati dimezzati, e si continua a tagliare, arrivando a 30 milioni di euro, una cifra ridicola e assolutamente inadeguata. Mentre i 900 milioni di euro destinati dalla legge finanziaria 2010 ai piani straordinari rimangono nel cassetto, non essendo stato nemmeno istituito il relativo capitolo di spesa. Nel frattempo in tutta Italia, si muore a causa del maltempo”, hanno dichiarato i senatori democratici.
Della Seta e Ferrante, hanno poi sottolineato la pericolosità del ‘cemento selvaggio, che continua ad aggredire il territorio del nostro Paese’. “In più -hanno aggiunto i senatori del Pd -invece di impegnarsi con politiche di tutela del territorio e di messa insicurezza, il Governo Berlusconi ha messo in campo promesse di nuovi condoni con cui favorire la deregulation urbanistica, che è una delle principali cause che trasformano normali eventi meteorologici in calamità”.
“In troppi preferiscono che dall’emergenza non si esca mai: è il modo migliore –hanno concluso Ferrante e Della Seta – per derogare a norme e controlli, senza dar conto della spesa”.
Laura Puppato, Presidente forum Ambiente del Partito Democratico, ha denunciato le gravi mancanze del ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, che pare si sia accorta solo in questi giorni che curare il dissesto idrogeologico del nostro territorio costa 10 volte più che prevenire il fenomeno stesso.
“Ma dove era il ministro quando l’anno scorso ben 180 milioni di euro stanziati a suo tempo dal governo Prodi proprio per il bacino del Po e utilizzando i Fondi per le aree sottoutilizzate (Fas), sono stati stornati dal governo Berlusconi per riparare le gestioni fallimentari dei Comuni amici di Catania e Palermo? -ha dichiarato Puppato. Quei 180 milioni dovevano servire a rafforzare le difese idrauliche contro i rischi di alluvioni e una parte dei fondi avrebbe finanziato i lavori lungo gli argini del Secchia e del Panaro. In quella occasione il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia rispose che per il governo la messa in sicurezza del Po non costituiva una priorità”.
Smascherando poi il finto atteggiamento dei politici leghisti, legati in maniera malsana al loro territorio nordico, la Puppato ha chiesto ironicamente: “Dove erano i ministri e i parlamentari devoti al dio Po, mentre la loro Padania veniva scippata di fondi così importanti per la salvaguardia del territorio?”
Parla di ‘un ritardo colpevole e non più sopportabile’, anche Sergio Gentili, Coordinatore nazionale Forum Ambiente. “Si interviene sempre dopo i disastri e con misure di emergenza che non rimuovono le cause alla radice mentre ingigantiscono i costi economici, esposti per di più alle scorribande delle cricche” –ha dichiarato – ribadendo che in questo modo si deroga anche alle richieste all’Italia de l’UE in materia.
Chiara Braga, Responsabile Politiche per la difesa del territorio del Partito Democratico, ha portato ad esempio i dati presentati dai geologi e dal Cresme sullo studio dello stato del territorio italiano. “E’ un rapporto di grande importanza perché ci restituisce dati impressionanti: sei milioni di italiani vivono in zone ad elevato rischio idrogeologico, oltre un milione di edifici sono minacciati da frane e alluvioni compresi edifici pubblici come scuole e ospedali –ha dichiarato la deputata democratica -.Per questo, ribadiamo ancora una volta la necessità di un Piano nazionale straordinario per la difesa del suolo, che il governo si era impegnato di fronte al Parlamento a predisporre quasi un anno fa. E invece nulla è stato fatto”.
La Braga ha poi concluso: “Il ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, anziché occuparsi del “fango mediatico”che a suo avviso colpisce il premier, si occupi finalmente e seriamente del fango reale che purtroppo, sempre più frequentemente, sconvolge in modo drammatico la vita di tante famiglie ed imprese nel nostro Paese”.
Anto.Pro.