MARAMALDO SI CONIUGA ANCHE AL FEMMINILE

Ancora sul Giuda nazionale

di Filippo Giannini

Per prima cosa desidero chiarire che non nutro nessuna simpatia per Silvio Berlusconi. Potrei avere simpatia per un personaggio che va ad inchinarsi a George Bush, uno dei tanti criminali regalati al mondo dalla Casa Bianca? Ciò chiarito mi piace osservare che se il Silvio a Stelle e Strisce avesse preso con attenzione quanto scrissi tempo fa in merito al Giuda nazionale, oggi non si troverebbe nei casini, esattamente come preannunciai nel mio articolo Chi ha tradito tradirà. Cosa che puntualmente si è avverata.

In questi giorni ho ricevuto delle mail da alcuni amici lettori riguardanti l’indecente soggetto in questione, mail che ripropongo anche se spurgate da alcune frasi poco riguardose.

Per giustificare il su citato titolo, “Maramaldo si coniuga anche al femminile”, partiamo da una lettera indirizzata a Giorgio Almirante nel lontano novembre 1986 dalla deputata del MSI, Cristiana Muscardini. Questa Onorevole (?) scrisse allo sprovveduto Almirante la seguente attestazione: “Caro Segretario, grazie per avere, da Bolzano, richiamato gli italiani, all’interno e all’esterno, al senso della Patria. Ritengo mio dovere segnalarTi la mia preoccupazione per la sensazione di caduta di valori che in alcuni di noi si avverte. La defascistizzazione del Partito può essere cosa buona se riferita ad aspetti ed atteggiamenti, ma non è accettabile se riferita ai contenuti base sia di tipo politico-sociale che morale.

Mi sento pluralista, ritengo valido il dibattito ed il confronto con le altre forze politiche e sociali e credo verranno i tempi nei quali ci sarà concesso di impegnarci in prima persona nell’amministrazione e nel governo insieme ad alcune forze politiche. Ritengo utile che si cerchi, su temi di necessità immediata e nell’interesse della collettività, di lavorare su quanto ci può essere di comune anche con altri, ma respingo fermamente anche l’ipotesi che noi possiamo diventare una forza puramente conservatrice o di destra economica e in ogni modo non accetto che alcuno possa irridere o dichiarare superate le tensioni morali ed ideali che stanno alla nostra radice.

Ognuno di noi potrà un domani sedersi al tavolo delle trattative con altri Partiti solo se a quel tavolo tutti sapranno con chiarezza che nessuno di noi, né in forma palese né in modo strisciante, rinnega non solo il passato ma anche il futuro del fascismo. Fascismo del 2000, fascismo proiettato nella storia futura, ma fascismo.

Un abbraccio.

Cristiana Muscardini”

Commovente, vero?

Prima di sollevare delle considerazioni, leggiamo la risposta di Giorgio Almirante:

“Roma, 17 novembre 1986

prot. 1920/SP

Cara Christina,

ti ringrazio per la bellissima lettera che mi hai scritto, in tema di presunto, e più ancora “superamento” del fascismo; e credo anche di capire con chi giustamente te la prendi.

Puoi stare certa che il mio ultimo respiro sarà fascista, nel nostro senso del termine, perché per me, per noi, si tratta della battaglia di tutta la nostra vita.

Sei autorizzata a sbattere in faccia a chicchessia questa mia lettera, che non è confidenziale.

Un abbraccio

(Giorgio Almirante)

Solo che poi, sulla scena, si presenta un certo Gianfranco Fini. Si presenta al Congresso di Fiuggi a gennaio 1995; si presenta e presenta con delle “Tesi Programmatiche” nelle quali possiamo leggere, nel capitolo “Valori e principi”, concetti del genere: “(…). Se è infatti giusto chiedere alla Destra italiana di affermare senza reticenza che l’antifascismo fu il momento storicamente essenziale per il ritorno dei valori democratici che il fascismo aveva conculcato (1) (…)”. Quale sarebbe il motivo di fondo che distingue Alleanza Nazionale, quale nuovo soggetto politico da “Forza Italia” di Berlusconi? Questa è l’alternativa indicata da Gianfranco Fini ai missini? Ecco la verità vera, è contenuta sempre nelle Tesi Programmatiche: “Fu allora che sottoscrivemmo l’impegno di sostenere un’economia sociale di libero mercato in cui il capitale è lo strumento attraverso cui il lavoro garantisce la giustizia sociale”. E azzardato, allora, pensare che ci sia stato, dietro al Congresso che sanciva la morte del MSI, e insieme a questo anche il suo programma sulla socializzazione, la mano della massoneria e, quindi del supercapitalista Berlusconi?

Al termine dell’infame Congresso mi sarei aspettato che tutti i congressisti e dei tanti e tante mi spezzo ma non mi piego, tante e tante pernacchie all’indirizzo del Giuda nazionale. Invece, a parte pochi e poche, i più si sono piegati e piegate, esattamente come hanno fatto Cristiana Muscardini, Mirko Tremaglia, Gianni Alé-magno (scusate, intendevo scrivere Gianni Alemanno e tanti altri figli e figlie di Maramaldo.

Concludo, per incrementare il disgusto che provo per certa sottospecie di microbi, quanto proclamò il Giuda nazionale, dopo aver giurato solennemente sulle bare di Almirante e di Romualdi: “Voi siete stati i miei maestri, ed io vi giuro che farò del MSI il Fascismo del 2000”, ebbene subito dopo attestò: “Il MSI non ha alcuna necessità di schierarsi con qualsiasi ulteriore blocco di partiti soprattutto perché non sarebbe più se stesso, cioè l’unica forza politica che si ispira ad una concezione della vita, dell’uomo e quindi della società totalmente diversa ed alternativa rispetto a quella del sistema, sia che esso si presenti con la sua facciata liberal-progressista, sia che esso si mostri con quella conservatrice. Facce della stessa medaglia: una medaglia che noi sappiamo, da oltre sessant’anno essere una patacca”.

Qui di seguito riporto quanto ha scritto un ex combattente della RSI, un Uomo che grida: “anche se tutti, ma non io”

La fine del Secolo…

Mi addolora il grido d’allarme di Flavia Perina, direttore del Secolo d’Italia, che paventa il rischio di chiusura del quotidiano dopo circa sessant’anni di vita. “Ci vogliono cancellare”, è il grido d’allarme della direttora finiana, per nulla sfiorata dal sospetto che il declino del giornale possa essere stato determinato da una cattiva conduzione e dalle giravolte di chi dirige quello che fu un glorioso movimento, di cui il giornale era l’espressione.

Dunque, un altro pezzo del MSI corre il rischio di dissolversi, inesorabilmente, in epoca finiana. Sembra l’ineluttabile nemesi di un disegno distruttivo abilmente programmato e messo in opera da chi, privo di ideali, sembra voglia distruggere ogni testimonianza di un passato di autentici ideali, di dedizioni e di sacrifici.

Considero grave iattura la eventualità della chiusura del Secolo, non solo e non già perché triste evento è sempre da considerare lo spegnersi di ogni voce rappresentativa di un pensiero, di una ideale, qualunque essa sia, ma soprattutto perché di quella “testata” fui, giovanissimo, collaboratore fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1952 per opera di tre colossi del pensiero nazionale: Giorgio Almirante, Filippo Anfuso, Franz Turchi.

Del giornale – che contribuì alla formazione politica di tanti giovani – seguii le vicende, contribuii alla distribuzione anche militante, partecipai con entusiasmo alle sue iniziative, come il grande raduno a Predappio, promosso quando, entro una misera cassa di legno, già usata per il trasporto di sapone, furono restituiti i resti mortali di Benito Mussolini, dal cimitero di Musocco, Milano, a quello di Predappio. Un avvenimento memorabile, con la partecipazione di immenso popolo convenuto da ogni parte d’Italia, per onorare i resti di un Uomo che aveva amato il suo popolo, costruito città ove era malaria e morte, promulgando una monumentale legislazione sociale.

In quell’avvenimento, sul mio tesserino di collaboratore del Secolo, feci apporre le firme autografe dei tre direttori del quotidiano. Una testimonianza che conservo gelosamente, a ricordo di un’epoca che non è più, dissolta da personaggi che calpestano gli altrui ideali, rinnegano il passato, per la propria opportunistica ambizione personale.

Che hanno persino reso inutile l’esistenza di quello che fu un importante e glorioso quotidiano, ora non più rappresentativo di quegli ideali per la difesa dei quali fu fondato…

Marino Solfanelli

1) Dallo Zingarelli, cerco: “Conculcare” e leggo: “calpestare violentemente – opprimere, violare, vilipendere”.

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