“Berlusconi – ha continuato il leader democratico – nasce e intende morire nel discredito della politica. Ha messo l'Italia sotto i tacchi politicamente, sotto il punto di vista morale e culturale, economico e per l'immagine internazionale”. Politicamente non c'è più nessun governo; i valori morali sono abbandonati perché la linea difensiva di Berlusconi va ad incoraggiare le idee più retrive, becere e repressive per difendere la casa matta: la donna è vista come il dopo-lavoro del maschio, i gay come persone da disprezzare, le minorenni come ragazze “da salvare per salvare sé stesso”. La crisi economica è sotto gli occhi di tutti: il 118% del debito sul Pil è il record europeo e a questo si aggiunge l'abbandono di politiche per l'occupazione e il lavoro. La prossima finanziaria sarà varata con una nuova norma mille-proroghe. L'immagine internazionale, infine, è evidenziata dai vari giornali del mondo: siamo la settima potenza industriale e lo zimbello del mondo!
“Ma ci rendiamo conto di quello che succede?” ha chiesto Bersani. “Mi rivolgo a chiunque abbia responsabilità per superare questa fase di crisi del governo provocata dai comportamenti di Silvio Berlusconi. Se qualcuno è responsabile ci dica qualcosa, noi siamo pronti a discutere. Il Paese così non può reggere, stiamo intaccando la civiltà, stiamo arrivando oltre il segno. Il Paese ha già staccato la spina a questo governo e noi siamo qui a dare un segnale positivo: non è vero che senza Berlusconi ci sarà l'ingovernabilità. Loro devono dar conto di aver tradito il Paese. La metafora di questo governo è quella dei rifiuti: ti promettono miracoli a rate e dopo 3 giorni se ne vanno. Chi risolve ora?”
“Siamo ad un punto – ha continuato Bersani – in cui non accetto certi conformismi gesuitici da sepolcri imbiancati. Leggo commentatori che ci accomunano la deriva in cui ci ha portato questo centrodestra alla politica. Il Partito democratico non è questa politica. Berlusconi manda in rovina un Paese anche per i suoi gusti notturni”.
“Quando sento dire Calderoli che se cambia il governo è un golpe allora siamo fuori dalla Costituzione e Calderoli, che è un ministro della Repubblica, dovrebbe alzarsi e strappare la Costituzione altrimenti non può parlare di golpe”.
“Svegliatevi! Diamoci una scossa tutti quanti perché l'Italia è molto meglio di tutto questo! Il Paese ha già staccato la spina e chi non vuole rendersene conto rimarrà fulminato. La soluzione è un'alternativa di governo, una discontinuità che rimetta in moto il Paese e dia futuro. Per chi ha voglia di far qualcosa, questo è il tempo”.
A.Dra