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L’On. Porta (PD) intervistato da Italian Network

“Cancellazione sostanziale capitolo italiani all’estero. Non cambierà fino a elezioni. Governo rischia di far male all’Italia”

“Abbiamo denunciato in maniera chiara gli ennesimi tagli sulla Finanziaria degli italiani all'estero, che incidono su una situazione a dir poco già preoccupante. Siamo di fronte alla cancellazione di tutto ciò che rendeva sostanziale il capitolo dedicato agli italiani all’estero e la stessa cosa sta accadendo per la cooperazione allo sviluppo”. Lo ha dichiarato ad ItaliaLavoroTv/Italiannetwork l'on. Fabio Porta eletto nella Circoscrizione dalle comunità in Sud America, soffermandosi sul Bilancio di previsione dello Stato (legge finanziaria) per l’anno 2011 e per il triennio 2011-2013. “A questo punto – Porta ha aggiunto – comincio a chiedermi a cosa serva mantenere due direzioni generali, quella della cooperazione e quella per gli italiani all’estero, se non hanno politiche corrispondenti ed i relativi finanziamenti. Insomma, abbiamo ormai passato il livello di guardia. Non abbiamo ancora il quadro dettagliato di come questi tagli incideranno sui singoli capitoli di spesa, ma è chiaro che faremo una battaglia dura sugli emendamenti, cercando alleanze e sostegno non solo all’interno dell’opposizione, ma anche tra i partiti della maggioranza. Detto questo, però, il quadro non cambia – prosegue l'esponente del PD – e non cambierà fino alle prossime elezioni con il cambio del Governo. Perché, se è vero che tutti i Paesi stanno tagliando e stanno assumendo politiche di finanza pubblica di finanza pubblica, non è vero che tutti stanno smobilitando sul versante dell’internazionalizzazione, dell’attenzione alla lingua e alla cultura.””Anzi – sottolinea Porta – ci sono Paesi che stanno facendo il contrario e tutti i giorni ne abbiamo prove”.“Rispetto a tutto questo mi chiedo dove stiamo andando, come possiamo continuare a fare la promozione di eventi culturali (come quello che si sta provando a fare in Brasile con “Momento Italia-Brasile”), quando il contesto generale è di abbandono delle nostre comunità, a partire dai servizi consolari.I connazionali all'estero mi domandano “come possiamo celebrare i 150 anni dell’unità nazionale quando il messaggio di grande attenzione che si dà alle comunità non è coerente nei fatti, nelle politiche in atto? Purtroppo questo vale per gli italiani all’estero, ma anche per tutta la politica estera: per la lingua e la cultura italiana, per le istituzioni (come l’Istituto Italo-Latino Americano che vedrà dimezzate le risorse , nonostante sia uno strumento utile per la nostra politica in quei Paesi), per la stampa italiana all’estero”. “Alla fine – ha spiegato il parlamentare -ci rimarrà soltanto il voto che, mancando gli strumenti per esercitare pienamente il diritto di partecipazione, sarà dimezzato e ancora più a rischio, in balia di interferenze esterne. Le nostre comunità si sentono sempre più deboli: parlo dell’assistenza sanitaria in Argentina, della rete consolare in Brasile… Nelle stesse comunità dell’Uruguay che ho da poco visitato (http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=21533) a fronte di oltre 100 mila persone iscritte in anagrafe consolare, ci sono solo una dozzina di impiegati che a malapena riescono a garantire i servizi minimi a questi connazionali”.

“Ma non possiamo continuare soltanto a denunciare la situazione” afferma Porta. “Il quadro che ho solo accennato ci dovrebbe spingere ad una mobilitazione che vada al di là dei partiti politici, della presenza in Parlamento. Una mobilitazione che dovrebbe uscire fuori delle sedi istituzionali”. Eppure le iniziative di collegamento con il top dell'imprenditoria italiana all'estero, con i ricercatori italiani di fama internazionale ed i “cosiddetti “cervelli in fuga” sono un dato di fatto. Si tratta di una scelta che privilegia l'emigrazione di censo a sostegno dello sviluppo del Paese ?“Non credo nemmeno che questo Governo abbia la capacità, la lungimiranza di fare un’operazione facilmente contestabile, ma che avrebbe comunque una sua legittimità politica: puntare su un’emigrazione di censo, di qualità” afferma l'esponente del PD. E voglio farle un esempio: qualche giorno fa parlavo con un dirigente di Telecom Italia che nei prossimi mesi farà venire in Italia 5 ricercatori di alto livello dal Brasile per uno stage nel centro Telecom di Venezia. Ebbene mi raccontava delle difficoltà burocratiche incontrate, perché, pur per un periodo limitato di 6 mesi, la burocrazia italiana considerava i ricercatori semplice “manodopera” che, non entrando nelle quote stabilite per l’emigrazione, non poteva essere passibile di visto di lavoro.” Come vede se le cose stanno così, non solo non si parla di emigrazione di qualità, ma si parla di un Paese che continua a navigare a vista, senza alcun tipo di prospettive, di capacità di intravedere il futuro”. “Questo non porta a nulla e, come italiano, ancora prima che come esponente di un partito politico, mi domando come possiamo continuare ad essere governati in questa maniera, da persone che non hanno nessuna visione di sistema nel Paese e rischiano di fare del male all’Italia. Quello che stanno facendo agli italiani all’estero – conclude Porta – è un esempio lampante di mancanza di progettualità”.


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