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Porcate private, pubbliche menzogne

Porcate private, pubbliche menzogne – Marco Travaglio

Testo:
“Buongiorno a tutti,
lo so che ci sono cose più importanti, lo so che l'Italia non può restare appesa al bunga bunga, lo so che Berlusconi ne ha combinate di ben peggiori che ricevere in casa propria prostitute, minorenni, fare telefonate come quelle che risulta abbia fatto alla questura di Milano.

Roma-Milano, le telefonate di Berlusconi (espandi | comprimi)
Però stiamo attenti. Perché c'è una tendenza a minimizzare questi fatti dicendo che c'è di peggio. C'è sempre di peggio, però i fatti di cui stiamo parlando sono l'attualità di questi giorni, stanno ancora una volta terremotando il potere in Italia e forse è il caso di prenderli per quello che sono, cercare di capire esattamente che cosa è successo ed esattamente che significato ha, quali particolari di questi fatti hanno una rilevanza pubblica e quali no, per evitare di sottostare ai soliti depistaggi politici e mediatici, che dirottano la nostra attenzione verso aspetti marginali che invece sembrano i più importanti in quanto più pruriginosi, distogliendola invece da quelli magari un po' più noiosi che però sono fondamentali perché riguardano non la vita privata del Presidente del Consiglio ma la vita pubblica, la vita politica, la vita istituzionale.
E soprattutto prendiamo questo ennesimo scandalo come una prova su strada del modus operandi del Presidente del Consiglio e della sua filosofia, della sua concezione della democrazia.
Perché è questo che emerge dalle cronache sulla sera e la notte del 27 maggio scorso.
Intanto, un mese prima il 7 aprile aveva incamerato l'ennesima firma del Presidente Napolitano sulla ennesima legge ad personam, il legittimo impedimento, quello che consacrava la sua impossibilità continuativa e inderogabile a presenziare alle udienze dei processi, quindi l'obbligo per i giudici di rinviare sine die i processi, perché con i processi non ha il tempo di governare. 7 aprile firma di Napolitano, 12 aprile gli avvocati di Berlusconi invocano il legittimo impedimento fino alla fine di luglio, praticamente fino a settembre perché i tribunali, salvo affari urgenti, sono chiusi per ferie. E un mese dopo, un mese e mezzo dopo, il 27 maggio, Berlusconi trascorre ore e ore alle prese con la Questura di Milano per ottenere il rilascio di una minorenne di origini marocchine, senza fissa dimora, senza un reddito documentato, senza un mestiere, senza un nome, senza un'identità, senza una nazionalità, fermata per furto.
Quindi, vuol dire che ha molto tempo libero, vuol dire che la presidenza del Consiglio non lo assorbe affatto giorno e notte come lui spesso ci viene a raccontare; e questo è il primo elemento.
Il secondo elemento è quello che succede la sera del 27 maggio sulla linea telefonica tra palazzo Chigi o Palazzo Grazioli – non fa molta differenza perché palazzo Grazioli è diventato un edificio pubblico, un edificio di Stato con tutte le protezioni e le prerogative degli edifici di Stato – e la Questura di Milano, dove è presente il capo di Gabinetto, la più alta autorità in assenza del Questore.
La linea telefonica, dunque, tra Palazzo Grazioli e Palazzo Chigi, la questura di Milano, la procura dei Minori e altri numeri privati che vedremo. Cosa succede quella sera? Succede che alle ore 19, viene portata in questura questa Ruby, è un nome d'arte, una ragazza marocchina, figlia di un vù cumprà, che con tanto di permesso di soggiorno abita in Sicilia con la moglie ma ha, in qualche modo, scaricato la figlia perché la figlia ha rinnegato i genitori, musulmani osservanti che mal sopportano i costumi di vita di questa ragazza molto disinibita e molto esuberante, direi fuori controllo.
Perché la ragazza viene portata in questura? Perché una sua amica l'ha riconosciuta per la strada a Milano, in corso Buenos Aires, come colei che qualche sera prima con la scusa di ospitarla in casa sua, profittando della sua distrazione, le ha rubato 3000 euro. Questa è l'accusa, per cui vede la ragazza, segnala alla polizia, la polizia interviene, ferma la ragazza per furto e la porta in questura a Milano in via Fatebenefratelli. E ci sono le solite procedure: la fotosegnalazione, viene fotografata la ragazza, si cerca di risalire alla sua identità e al suo curriculum eventualmente giudiziario, se ci fossero delle precedenti denunce o dei precedenti fermi, non salta fuori niente, in questi casi cosa si fa? Dato che la ragazza è minorenne si interpella la procura dei minori, perché quando la ragazza è minorenne e è accusata di un reato la procura dei minori deve decidere se metterla in comunità.
La ragazza peraltro è già stata in comunità, è fuggita un paio di volte da comunità varie e infatti viene interpellata la PM Fiorillo della procura dei minori la quale, come sempre si fa in questi casi, dice che la ragazza va identificata, avviata in una comunità, se non ci fosse posto subito va trattenuta in questura fino a quando non ci sarà un posto, se poi si dovesse identificarla e scoprire che c'è qualcuno che può farsi carico credibilmente di lei e tenerla sotto custodia, nel caso la si affida poi a questa persona. E' una procedura normale ma a questo punto a renderla anomala interviene una telefonata del presidente del Consiglio. Mentre sono lì in questura che stanno provvedendo all'identificazione, hanno anche interpellato varie comunità nelle quali lei è stata per vedere se qualcuna ha questa carta di identità famosa, e nessuna, data l'ora, è in grado di consultare questi archivi per cui nella comunità dove la ragazza era stata dicono “vi mandiamo domani per fax la fotocopia dei suoi documenti perché adesso gli uffici sono chiusi”, in quel mentre alle ore 23.00 arriva una telefonata personale del Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi che da Roma, tutto agitato, chiama il capo di Gabinetto della questura. Dice: “so che avete fermato questa ragazza”. Come ha fatto a saperlo? I casi sono due: o la ragazza, munita di telefonino, mentre la portavano via o mentre è in questura, ha chiamato Berlusconi – pare che abbia tutti e due i suoi numeri, sia il numero di cellulare sia il numero privato memorizzati sul suo cellulare, quindi può aver fatto lei la chiama e i magistrati coi tabulati lo verificheranno – oppure è stata un'amica a segnalare a Berlusconi che Ruby è stata fermata. Chi è questa amica? Una certa Michelle, brasiliana, pare sia una escort, anche lei dice al Corriere della Sera di avere da 5 anni il numero di cellulare privato di Berlusconi il quale le ha detto: “tienilo, in caso di emergenza usalo” e lei dice di averlo usato per la prima volta per avvertire Berlusconi che Ruby era finita in questura.

Far tacere Ruby e Michelle (espandi | comprimi)
Domanda: perché è considerata un'emergenza, per Berlusconi, che Ruby sia finita in questura? Evidentemente sia Michelle sia Ruby sanno che quel fermo potrebbe provocare dei gravi pregiudizi al presidente del Consiglio, perché evidentemente Ruby, finita sotto il controllo della Polizia, potrebbe raccontare delle cose che non bisogna sapere. E quali sono queste cose?Sono cose che attengono alle feste, i cosiddetti bunga bunga – non mi ci addentro, perché non mi interessa niente di quello che fa Berlusconi nel suo letto, nelle sue piscine, tra le mura domestiche – Lo dico perché i giornali di Berlusconi solo dell'aspetto sessuale si sono occupati, a proposito di questa vicenda, proprio nell'ambito di questo tentativo di depistaggio. “Elisir di bunga vita” Libero. “Caccia all'harem di Silvio”. Il giornale: “Elogio del bunga bunga”. “Un'altra ragazzina per infangare Silvio” Libero. “Altri veleni sul Cavaliere, in arrivo un sexy scandalo” Il Giornale. “Il bunga bunga di Fini” va beh questo è il Gionale ancora, è strepitoso, attribuiscono a Fini ciò che fa Berlusconi. “Ci risiamo con la gnocca” come se il problema fosse quella. “Bunga bunga basta”. C'è anche il Corriere che si da da fare per depistare e titolo “La bufera delle feste di Arcore” come se il problema fossero le feste di Arcore. Berlusconi è libero di fare tutte le feste che gli pare, con tutte le persone che gli pare, sempreché naturalmente, in quelle feste, non vengano commessi dei reati e non si facciano delle cose che poi non si è in grado di giustificare e sostenere in pubblico perché in questo caso ci si rende ricattabili, e la ricattabilità del Presidente del Consiglio non è un suo problema ma è un nostro problema perché chi lo ricatta è in grado di indurlo a fare delle cose che non farebbe se non fosse ricattato, quindi in qualche modo sarebbe in grado di coartare la libertà d'azione del capo del governo inducendolo a certi comportamenti anziché a certi altri, non nell'interesse di tutti, ammesso che lui abbia mai fatto qualcosa nell'interesse di tutti, ma nell'interesse di qualcuno.
Al di là di questo, lui è libero di fare tutte le feste che vuole quindi a me del bunga bunga e delle feste non può fregare di meno salvo quei due aspetti.
Il problema è appunto quello che succede per coprire quello che potrebbe raccontare la ragazza, minorenne, ha compiuto 18 anni proprio oggi, una volta portata in questura.
La telefonata di Berlusconi sortisce l'effetto che si può immaginare. Immaginatevi un funzionario della questura che si sente chiamare personalmente dal presidente del Consiglio a cui gerarchicamente fa capo perché le questure fanno capo alla prefettura, il prefetto è il rappresentate del ministro dell'Interno che è ovviamente parte del Consiglio dei Ministri presieduto da Silvio Berlusconi che fa la chiamata.
Il capo di Gabinetto si fa la pipì addosso o qualcosa del genere, c'è Berlusconi che gli dice “avete fermato questa ragazza” “sì” e gli dice “bene, rilasciatela perché ci è stata segnalata come parente, nipote, del presidente egiziano Mubarack e sarebbe opportuno evitare che fosse trasferita in una struttura di accoglienza”. E poi fa capire che se così non fosse, cioè se la questura facesse quello che deve fare, ci potrebbe essere un incidente diplomatico fra l'Italia e l'Egitto. Naturalmente come fanno in questura a sapere se la ragazza è marocchina o egiziana, visto che non ha i documenti?
Il presidente del Consiglio dice “è la nipote di Mubarack”, ma alla questura non dovrebbe interessare perché nipote di Mubarack, di Obama o di Biancaneve e i sette nani chissenefrega: se è stata fermata per un furto bisogna seguire le procedure che si seguono in questi casi, ma voi sapete, siamo di fronte a un abuso di potere. Il capo del governo che ordina di fare una cosa diversa da quello che si dovrebbe fare nei casi ordinari. Quindi il funzionario tra l'obbedienza alla legge e quella a Berlusconi sceglie l'obbedienza a Berlusconi e comincia ad agitarsi, perché è ovvio che è stata contattata la procura dei minori, la procura dei minori ha detto che cosa si deve fare, peraltro lo sanno anche in questura: identificare, vedere se ci sono persone che possono prendersi carico della ragazza, in mancanza di identificazione si manda in comunità protetta, oppure si trattiene in questura fino a quando si è trovata una comunità protetta disponibile. Come fare?
Ecco che la menzogna di Berlusconi, la nipote di Mubarack – peraltro una menzogna da film di Totò, Berlusconi è convinto che Marocchini e Egiziani siano tutti della stessa razza, siano tutti uguali; ha scritto Michele Serra che il Marocco sta all'Egitto come la Svezia sta al Portogallo, ma per Berlusconi è tutta la stessa roba… – produce menzogne da parte dei vertici della questura di Milano al magistrato, che ha già dato le sue direttive e che fino a prova contraria, in uno Stato di Diritto, è sovraordinato alla questura, decide il magistrato quello che deve fare la questura, non il contrario. Ancora siamo in uno Stato di Diritto dove la magistratura è un potere dello Stato e non può prendere ordini da altri poteri, e la questura non è un potere dello Stato. Allora si inganna il magistrato, dicendo intanto che è stata identificata la ragazza, mentre in realtà non è stata identificata perché la carta di identità, nonostante tutte le telefonate che si sono fatte e che non si sarebbero mai fatte se non ci fosse stato l'intervento di Berlusconi perché la ragazza venisse liberata al più presto, non è arrivata e quindi non si sa esattamente chi è questa ragazza. Viene detto al magistrato che è stata identificata, in modo da legittimare con un falso quello che sta per avvenire.

Gli insulti allo Stato (espandi | comprimi)
Nel frattempo Berlusconi ha ritelefonato, ha detto “abbiamo già dato garanzia che viene liberata” quindi state attenti alle implicazioni diplomatiche col governo egiziano, e ha aggiunto “consegnatela a Nicole Minetti che è una consigliera regionale del PDL” e viene presentata come rappresentante della presidenza del Consiglio.Chi è Nicole Minetti? Una ballerina di Colorado Cafè, Mediaset, 25 anni, presentata come igienista dentale personale del Cavaliere che nel mese di Aprile è stata eletta consigliere regionale nel listino di Formigoni, quindi oggi la paghiamo noi. Consigliere regionale, 25 anni, una carriera prodigiosa, una enfant prodige, una delle tante giovani promesse che Berlusconi lancia per svecchiare la politica. Nicole Minetti totalmente asservita agli interessi di Berlusconi prende e a quell'ora della notte si presenta in questura perché bisogna andare a prelevare la finta nipote, la falsa nipote di Mubarack. Nicole Minetti deve garantire, e lo fa, che sarà lei a prendersi in carico la ragazza per non doverla mandare in una comunità protetta.
Insieme a Nicole Minetti arriva anche Michelle, la cosiddetta brasiliana, la brasiliana che i giornali presentano come cubista, escort, i confini non si capiscono mai bene, che è quella che avrebbe avvertito Berlusconi del fermo di Ruby. Arrivano Michelle e la Minetti.
La Minetti dice che conosce Ruby, che è pronta a prendersela in casa, a questo punto alle ore 24, mentre già è arrivata la Minetti ed è arrivata la brasiliana, c'è una nuova telefonata del capo scorta di Berlusconi, anche lui mobilitato, un altro dirigente della Polizia di Stato. Sapete che le scorte non sono scorte private, sono ufficiali dei Carabinieri oppure dirigenti di Polizia.
Il caposcorta di Berlusconi chiama il suo collega in questura a Milano perché vuole sapere se hanno già rilasciato la ragazza alla Minetti, ancora non l'hanno fatto, stanno ultimando gli impapocchiamenti con la procura dei minori e alle 2, finalmente, dalla questura viene redatto il verbale di provvisorio affidamento di Ruby a Nicole Minetti con avviso di tenere la minore a disposizione del PM e la Minetti e Ruby escono insieme dalla questura.
Naturalmente non è vero niente che la Minetti, altro falso, prenderà in carico questa ragazza, anzi dirà “ma io la conosco appena”. E infatti la ragazza non va a dormire dalla Minetti, va ad abitare provvisoriamente presso la brasiliana, dove rimane una settimana.
Dopodiché, il 5 giugno, otto giorni dopo, viene chiamata una volante perché in un appartamento di periferia vicino a Milano ci sono due donne che stanno massacrandosi di botte. Segnalazione, arriva la volante e chi ti trova? La brasiliana e Ruby, Ruby indossa uno slippino e basta, coperta di lividi col labbro gonfio, perché si stanno massacrando di botte lei e la brasiliana, e si stanno dando reciprocamente degli insulti piuttosto coloriti.
La brasiliana dice di non essere lei l'affidataria della minorenne, ma che l'affidataria è la Minetti presso la quale Ruby non abita. Ruby ferita da quella rissa viene portata in ospedale, medicata e subito dopo sparisce un'altra volta da questa comunità. Dove riciccia fuori? Riciccia fuori il 15 giugno quando si presenta al pronto intervento del comune di Milano dichiarando di avere delle figure adulte di riferimento. Vuole regolarizzare la sua posizione di affidamento e sostiene di avere delle persone che sono in grado di prendersi carico di lei fino a quando non avrà compiuto la maggiore età. Siamo al 15 giugno. Poco dopo, nell'ufficio pronto intervento del comune di Milano telefona chi? Lele Mora, impresario dei divi dello spettacolo, il quale dice di essere disponibile a chiedere l'affidamento della minore, e poi il 23 giugno, accompagnata da due avvocati, tra cui quello che assiste mora, si ripresenta Ruby dicendo che dopo essere scappata dall'ultima comunità era andata a vivere nella casa della figlia di Lele Mora, tale Diana Mora, perché ha dei rapporti di lavoro con la famiglia Mora, e che vuole tornare ad abitare lì, non in comunità. Tant'è che poi la figlia di Mora farà domanda di affidamento ma il tribunale dei minori dice “col cavolo”, respinge la richiesta di affidamento, ripiazza la ragazza in una comunità dove si dovrebbe trovare in questi giorni in attesa appunto del suo diciottesimo compleanno e cioè oggi.
Questa è la storia che la dice lunga sul modus operandi di Berlusconi, cioè Berlusconi travolge le norme, travolge le prassi, le leggi, le consuetudini, le carriere di questi poveri funzionari della questura di Milano che sono stati costretti a farne di tutti i colori per compiacerlo. E' convinto che dicendo “la tipa è una mia amica” verrà trattata in modo diverso, ma non dice nemmeno è una mia amica, ma “una nipote di Mubarack” tanto chi andrà a controllare che quella non è una sua nipote?
Dice la prima cosa che gli viene in mente: la nipote di Mubarack. Poteva dire la cugina di Obama, la figlia di Gheddafi, qualsiasi cosa per salvarla dalla questura. Salvarla da che? Pensate all'offesa che viene fatta alle forze dell'ordine: l'idea che uno che viene fermato per furto in questura debba essere salvato. Altrimenti che gli fanno in questura? Il bunga bunga?

Prova su strada della riforma della giustizia (espandi | comprimi)
Pensate il pensiero offensivo di questo signore: l'hanno portata in questura per furto, bisogna salvarla. Ma salvarla da chi? A meno che lui non sappia che alla questura di Milano ci sono aguzzini che torturano la gente, nel qual caso dovrebbe rimuoverli invece di salvare le amichette sue dicendo “sono nipoti di Mubarack”.

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