Op là. I rifiuti che B.B. (il duo Berlusconi e Bertolaso) avevano fatto miracolosamente sparire sono riapparsi più arrabbiati che mai. Ora li nasconderanno di nuovo sotto qualche tappeto, pagato a peso d'oro, ma vedrete che ricompariranno, produrranno nuove emergenze, nuovi interventi in deroga, nuovi affari e nuove cariche della polizia. Così va il mondo nell'epoca del Cavalier Berlusconi.
La vicenda dei rifiuti in Campania dimostra l'improvvisazione con cui il Governo, da Berlusconi a Bertolaso, passando per la bella addormentata del bosco della Prestigiacomo, affronta questa fondamentale questione. Bisogna dire subito che tutto comincia con l'assoluta incapacità della regione e di molte amministrazioni di mettere in campo una raccolta differenziata degna di questo nome. Questa incapacità è stata causata e potenziata dai tagli ai trasferimenti ai Comuni dei fondi stanziati per la raccolta differenziata che il Governo, con incredibile faccia tosta, ha operato subito dopo la chiusura della prima emergenza, per puntare tutto sulla termovalorizzazione dei rifiuti, che non risolve il problema e, anzi, costituisce un rimedio peggiore del male. Certo, bruciare rifiuti è un bell'affare, come vedremo. Se poi c'è l'emergenza i costi salgono a livelli stratosferici, come dimostrano i conti salatissimi che la società che gestisce il termo-valorizzatore di Acerra, una delle tante figlie della Impregilo, presenta ogni anno alle amministrazioni campane. Tanto che viene da pensare che ci sia del metodo nella follia dello smaltimento dei rifiuti in Campania. Un metodo che prima si chiamava camorra e ora “ciclo integrato dei rifiuti”.
Senza una raccolta differenziata decente, si produce una montagna di rifiuti avvelenati che non è possibile smaltire neppure in discarica. I cittadini di Terzigno e dell'area vesuviana, con la loro lotta contro la discarica di rifiuti indifferenziati nel parco del Vesuvio, non solo difendono l'aria, l'acqua e la loro stessa salute, ma si comportano come disciplinati cittadini che vogliono impedire un gravissimo reato ambientale, previsto anche dalle norme europee.
Per quello che ci riguarda noi siamo con questi cittadini, che sono i veri tutori della legalità ambientale, e sosterremo, anzi promuoveremo con i nostri mezzi un ricorso alla Corte di Giustizia europea e una denuncia alla Commissione della UE perché condanni gli atti illeciti che il Governo italiano sta compiendo nella gestione dei rifiuti in Campania.
Eppure la ricetta per un buon servizio di smaltimento è nota da tempo: riduzione del rifiuto alla fonte, raccolta differenziata porta a porta, umido di buona qualità per il biogas e il composit, rifiuto secco riciclabile quasi integralmente. Molte regioni e comuni italiani lo fanno già e, grazie alla responsabilizzazione degli abitanti, raggiungono livelli di raccolta differenziata superiori al 60%. Il rifiuto secco viene riciclato e il riutilizzo dei materiali può raggiungere e superare l'80% del rifiuto iniziale. Questi metodi non sono favole; esiste, infatti, una consolidata filiere, addirittura di dimensione europea, per la commercializzazione dei materiali riciclati, che hanno la funzione di vere materie prime “seconde”.
I rifiuti possono essere addirittura una risorsa, come dimostra ad esempio il centro di riciclo di Vedelago in provincia di Treviso, che può trattare alcune centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuto secco l'anno. Non produce reflui né miasmi e occupa una persona per ogni 700 tonnellate trattate l'anno. Ciò vuol dire che smaltisce i rifiuti di una città di 200 mila abitanti dando lavoro a 120 persone. Il centro di riciclo paga ai comuni il rifiuto conferito con una tariffa che cresce al crescere del grado di selezione dei rifiuti conferiti. Il comune, dunque, ci guadagna.
Un inceneritore, invece, vuole soldi per bruciare i rifiuti. L'Impregilo fa il prezzo che vuole, ma gli inceneritori che non lavorano in emergenza, come quello di Brescia, chiedono e ottengono più di 70 euro a tonnellata Per di più ricevono incentivi con i certificati verdi del famigerato CIP 6. Un vero affare per i gestori dell'impianto, che occupa una persona per ogni 10 mila tonnellate di rifiuti bruciati. Gli impianti di riciclo, a parità di rifiuti trattati, occupano quindici volte più personale di un inceneritore.
Napoli ha un milione di abitanti e produce un po’ meno di 700 mila tonnellate di rifiuti l’anno. Quasi due mila tonnellate di rifiuti al giorno. Con solo quattro impianti di riciclaggio, di media taglia, distribuiti sul territorio, non si avrebbero miasmi, né inquinamento, né ciminiere alla diossina. Ci sarebbero più di mille nuovi posti di lavoro, e il comune potrebbe guadagnare qualcosa invece di spendere per il conferimento in discarica o agli inceneritori.
Ma c'è di più. Il termo-valorizzatore di Acerra ha una potenzialità di smaltimento di almeno 800 mila tonnellate di rifiuti l’anno. In un giorno divora più di tutti i rifiuti prodotti da Napoli. Questo in teoria. In pratica i rifiuti non differenziati avvelenano anche i termo-valorizzatori e l'impianto di Acerra è un malato in eterna convalescenza. Ora lo faranno tirare su dal letto per eliminate le mille e cinquecento tonnellate di rifiuti che sono sulla strada. Se non ce la farà, spediranno i rifiuti in giro per il mondo, spendendo cifre iperboliche. Intanto, però, trattando rifiuti indifferenziati, emetterà sostanze altamente tossiche e nocive. In Germania chi brucia rifiuti paga una tassa da 120 a 160 euro a tonnellata. Da noi riceve un sussidio.
Se si avviasse la strada della raccolta differenziata e del riciclo, in Campania avremmo meno inquinamento, meno scontri di piazza e più lavoro. Anche la camorra dovrebbe restare a guardare. Questa è la linea giusta, non quella delle cariche della polizia a Terzigno. Serve un governo capace, che non ingoia i rifiuti o li fa sparire sotto il tappeto. Bisogna smettere di essere sempre dalla parte della speculazione sui rifiuti, avvelenando tutto quello che si tocca, come ha fatto questo governo anche con le energie rinnovabili del fotovoltaico. C'è un solo rifiuto indifferenziato, non riciclabile e da buttare in discarica: il governo Berlusconi.
Rifiuti, c’è una alternativa alla gestione fallimento del Governo
Autore Paolo Brutti