di Manuel Santoro
Non voglio essere generico. Oggi a me interessa rivolgermi a chi è felicemente tesserato (i.e. PSI, SeL, Verdi, ecc), a chi è infelicemente tesserato in perenne minoranza ed in costante lotta, ed a chi si sente senza alcuna casa politica in quanto vede le sue idee troppo distanti dalla direzione politica indicata.
Non siamo per nuove forme di cattocomunismo. Partiamo, invece, da un comune denominatore. Da una “famiglia” comune. Il socialismo.
L'assenza di una simbiosi tra gli ideali del socialismo e la sua messa in pratica è evidente. Oggi verifichiamo un profondo disallineamento tra tutti coloro che, nei vari soggetti politici a sinistra, credono nei valori, nelle idee e nelle ambizioni del socialismo, e coloro, invece, che hanno il compito di decidere la direzione politica da intraprendere e che coinvolge aspettative, desideri e sogni di donne ed uomini. Questo disallineamento è nocivo nella maniera in cui illude il militante.
La sinistra a cui io faccio riferimento è composta da individui stanchi di essere traghettati tra lidi deserti ed inospitali. E' una sinistra composta da individui che iniziano a sentire la necessità di muoversi autonomamente in cerca di altre soluzioni. Questa opportunità ci pone di fronte alla necessità di costruire una politica che si radichi fortemente nei territori, partendo dai territori. Non svuotandoli di intensità per giochi oligarchici e di potere.
Allora, facciamo chiarezza. E’ un nostro dovere.
Buona fortuna a tutti coloro che pensano che la direzione di subalternità del PSI al PD oppure le pirotecniche elucubrazioni vendoliane, sicuramente non di estrazione socialista, rappresentino il futuro del Paese.
Parliamo e raccogliamo, invece, le tantissime donne ed i tantissimi uomini sempre più orfani e confusi da onnipresenti false progettualità. L’area del socialismo militante è ormai una bolgia con evidenti segni di rivolta nei confronti di direzioni politiche elettoralistiche e di comodo. Iniziamo un lavoro di condivisione di una progettualità aperta e trasparente sul futuro del Paese.
Contribuiamo a sviluppare una alternativa organizzata e movimentista in seno alla sinistra italiana che ci permetta di arrivare preparati e forti alle prossime politiche, iniziando dalle primarie.
Penso che sia necessario più che mai organizzarsi dietro una candidatura diversa, alternativa. Eccetto Vendola, nessuno oggi conosce cosa faranno le altre formazioni politiche. Cosa faranno i verdi? Ed il PSI? E, soprattutto, cosa faranno tutti quei militanti, quei cittadini politicamente impegnati, quelli che non si sentono rappresentati dalle attuali segreterie di partito?
Proponiamo allora in Mario Michele Pascale una possibilità. Una candidatura diversa che andrebbe ascoltata.
Coordinatore nazionale
Direttivo nazionale di Libertà ed Eguaglianza