“Berlusconi non demorde. È così alta la sua paura di essere ascoltato durante qualche telefonata imbarazzante che non si perita di mandare in malora uno degli strumenti principe della lotta alla criminalità, meditando di inserire nella proposta che il Consiglio dei ministri sta per varare anche un capitolo dedicato alle intercettazioni”. Lo afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori in Commissione Giustizia al Senato, Luigi Li Gotti, commentando le dichiarazioni del premier sulla riforma della giustizia.
“Quelle che Berlusconi vuole nascondere però, non sono eventuali chiacchierate notturne con le escort e le veline di turno, quanto le telefonate con e tra i suoi amici che rischiano di svelare appieno quale sia il clima in cui si vive nei palazzi del potere. Ne sono esempio – continua Li Gotti – gli sguaiati duetti tra gli sciacalli della ricostruzione dopo il terremoto dell'Aquila, o la trasmissione di ordini ai vari sottoposti del 'Conducator', in particolare quelli messi a dirigere il traffico a viale Mazzini”.
“Soprattutto le anticipazioni venute dalla Procura di Trani sulla telefonata tra il direttore generale Rai Mauro Masi e Giancarlo Innocenzi – sottolinea l'esponente IdV – debbono aver destato qualche fastidio e preoccupazione nel premier il quale, visto che il ddl sulle intercettazioni è bloccato alla anche per i dubbi sorti tra i parlamentari della maggioranza, intende in questo modo dare un'accelerata alle norme per mettere la mordacchia alla stampa e disarmare la magistratura. Una manovra, neanche troppo coperta, che rappresenta un altro regalo del Governo alla criminalità organizzata”.