Site icon archivio di politicamentecorretto.com

Costruire una Rete per la salute mentale

Esperienze nel territorio a partire dalla Legge Basaglia

La proposta del Circolo Arci Tina Merlin verrà presentata il 23 ottobre a Montereale. La serata è dedicata alla memoria di Giovanni Moroldo.

Montereale Valcellina

In piena sintonia con i principi della Legge 180, il Circolo Arci Tina Merlin entra in punta di piedi nell’articolato mondo della salute mentale. E lo fa ispirandosi all’eredità lasciata oltre trent’anni fa da Franco Basaglia, quella legata ai diritti delle persone, anche con sofferenza mentale, intesa nel comune denominatore dell’inclusione sociale. Un progetto più ampio quello dell’Arci monterealina il cui primo tassello sarà composto sabato 23 ottobre a Montereale Valcellina con “La Salute Mentale: esperienze nel territorio a trent’anni dalla Legge Basaglia”. La serata sarà dedicata alla memoria di Giovanni Moroldo, presidente dell’Aitsam Pordenone recentemente scomparso.

“Il Tina Merlin è da sempre vicino e solidale verso le forme di inclusione sociale di persone meno fortunate – spiega il presidente Fabio Passador -. Abbiamo deciso di affrontare l'aspetto delle diverse esperienze che in questi tre decenni di riforma attraverso la 180 sono nate nel territorio, per ascoltare coloro che operano in associazioni, enti e cooperative che lavorano nel campo della salute mentale”.

Mentre le forze politiche del centro destra attualmente al governo dell'Italia stanno tentando nuovamente la controriforma a danno della 180 – sono oramai una decina le proposte di legge, presentate tra Camera e Senato, volte ad abolire la Legge Basaglia riaprendo i manicomi, nonostante sia il ministro Fazio che il premier Berlusconi abbiano dichiarato che la 180 non si tocca – , il Circolo arci Tina Merlin di Montereale compie “un primo piccolo passo per poter affrontare un percorso che vuole addentrarsi nel latente mondo del disagio. In un periodo di crisi economica e di conseguenza anche sociale, invitiamo le associazioni del nostro territorio – prosegue il presidente Fabio Passador – a sviluppare insieme una serie di iniziative dedicate all'informazione ed anche all'agire concreto, come è stata per noi la “Rete di Solidarietà”, nata dall'esigenza di sostegno a persone meno abbienti nel nostro comune”.

La serata dedicata a Giovanni Moroldo è organizzata da un ampio partenariato che comprende, oltre all’Arci monterealina, Legacoopsociali Friuli Venezia Giulia, l’Associazione tutela familiari salute mentale (Aitsam) di Pordenone, le Cooperative sociali Itaca di Pordenone e Abete bianco di Montereale, lo stesso Comune di Montereale Valcellina. L’appuntamento è per le 17 del 23 ottobre presso la Sala Menocchio (altro ‘diverso’ che finì bruciato dal rogo dell’Inquisizione) in via Ciotti. Introdurrà l’incontro Gian Luigi Bettoli, presidente di Legacoopsociali Fvg, interverranno Paola Zanus Michiei del Centro di salute mentale di Palmanova, Ardea Moretti della Cooperativa Itaca, Germano Cicutto presidente AiTSaM Pordenone ed un rappresentante della Coop L'Abete Bianco. Nel corso della serata saranno raccolte le adesioni alla gita a Venezia di domenica 31 ottobre, in occasione della quale sarà visitato l'ex manicomio dell'isola di San Servolo.

Una riflessione a oltre trent'anni dall'entrata in vigore della Legge 180, meglio conosciuta come “Legge Basaglia”, dal nome di colui che, dopo le esperienze di direzione degli allora ospedali psichiatrici di Gorizia e Trieste, “riuscì a rivoluzionare il sistema psichiatrico italiano – sottolinea Passador – partendo da quel concetto che egli stesso enunciò: “la follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia, invece incarica una scienza, la psichiatria, di tradurre la follia in malattia allo scopo di eliminarla””.

Dopo pochissimi anni, Franco Basaglia lasciò in eredità al mondo “uno dei sistemi di tutela della salute mentale più avanzati del pianeta. I manicomi vennero chiusi – conclude il presidente dell’Arci di Montereale -, lasciando spazio a diverse forme per stare vicino alle persone con sofferenza mentale. Si è abbattuto un muro, e non solo fisico, per provare un'altra forma, un'esperienza altra”.

Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
www.itaca.coopsoc.it

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Exit mobile version