L’Assemblea della Circoscrizione estero del Partito Democratico si è riunita venerdì mattina 8 ottobre, a Busto Arsizio. Dopo l’apertura dei lavori da parte della Presidente dell’Assemblea, Beatrice Biagini, Eugenio Marino, Responsabile nazionale Italiani nel mondo, ha tenuto la sua relazione politica, che ha trovato la condivisione dell’Assemblea durante il partecipato dibattito che l’ha seguita. Al termine di un’ampia e approfondita discussione è stato elaborato un documento politico sulle principali questioni che riguardano gli italiani all’estero, che è stato poi presentato all’Assemblea nazionale, che lo ha recepito e fatto proprio. L’Assemblea della Circoscrizione estero ha successivamente apportato alcune modifiche allo Statuto del Partito all’estero, votandolo poi nel suo insieme e approvandolo all’unanimità.
Si è quindi proceduto alla votazione degli organi dell’Assemblea e degli organismi dirigenti del Partito. Sono stati eletti all’Ufficio di presidenza dell’Assemblea della Circoscrizione estero Monica Patricia Rizzo (Argentina) e Paolo Da Costa (Svizzera) e come rappresentanti nella Direzione Nazionale Gianluca Galletto (America Settentrionale), Fabio Porta (America Meridionale), Franco Narducci (Europa) e Silvia Finzi (Asia – Africa – Oceania – Antartide).
I delegati esteri hanno poi seguito i lavori dell’Assemblea Nazionale portando il loro prezioso contributo e la loro esperienza maturata all’estero nelle Commissioni tematiche riunitesi la sera di venerdì e la mattina di sabato.
PD protagonista di un nuovo patto sociale tra l'Italia e italiani all'estero
Il documento politico dell’Assemblea della Circoscrizione estero recepito dall’Assemblea nazionale
del Partito Democratico
Questi sono giorni e settimane in cui il Partito Democratico sceglierà il suo profilo politico per i
prossimi mesi e anni a venire. In ballo c'è il futuro del centrosinistra italiano e la costruzione di
un'alternativa di governo alla destra italiana, la peggiore d'Europa.
Ma per noi italiani residenti all'estero questa è anche e soprattutto occasione di confronto e dibattito
sulla drammatica condizione di numerose comunità italiane nel mondo.
Sono circa 4 milioni gli italiani che risiedono permanentemente all'estero e molti di più quelli che,
pur non avendo la cittadinanza italiana, sono figli e nipoti di famiglie italiane che fin dal primo
dopoguerra sono emigrate in altri Paesi europei, nelle Americhe e in Australia. Nel corso degli anni
questi cittadini e i loro discendenti hanno contribuito in maniera determinante a risollevare le sorti
dell'Italia: con il loro lavoro hanno garantito l'approvvigionamento energetico necessario al rilancio
economico e produttivo del Paese; con le loro rimesse dall'estero hanno assicurato livelli minimi di
sussistenza ai loro familiari e parenti rimasti in Italia. Questi italiani all'estero sono ambasciatori di
un sistema di valori fondato sul multiculturalismo e sulla solidarietà.
Oggi, dopo anni e decenni di politiche miopi e incapaci di valorizzarne il contributo storico e le
potenzialità, le donne e gli uomini delle comunità italiane all'estero vivono sotto la minaccia di un
governo impegnato a screditarne la dignità e la funzione nel mondo. La destra di governo ha prima
tagliato di più del 60% le risorse finanziarie a favore delle politiche per le comunità italiane
all'estero; ha poi rinviato a data da destinarsi l'elezione per il rinnovo dei Comitati degli Italiani
all'Estero (Com.It.Es.); infine, ha annunciato entro il 2010 la chiusura definitiva di un cospicuo
numero di sedi consolari e di ambasciate in tutto il mondo, privando molti dei nostri connazionali
dei servizi basilari per l'esercizio dei diritti e delle prerogative in ambito amministrativo, sociale,
civile.
Il Partito Democratico deve essere protagonista di un nuovo patto sociale tra l'Italia e le sue
comunità all'estero: per investire risorse nella formazione, nell'insegnamento della lingua e per le
politiche di assistenza agli indigenti; a favore della riforma e del potenziamento dei Com.It.Es. quali
primi organismi istituzionali di prossimità degli italiani all'estero; per una rete consolare rinnovata,
capace di soddisfare la crescente domanda della comunità italiana all'estero per servizi e prestazioni
di qualità.
1. Mobilità e diritti. Portabilità e integrazione dei diritti pensionistici, infortunistici, disoccupazione
(esistono già forme di trasferibilità in materia di sussidi di disoccupazione, che possono diventare
un primo termine a partire dal quale estendere la portabilità dei diritti ad altri campi) e di maternità.
Creazione di un criterio di proporzionalità inversa fra pressione fiscale e durata del contratto. Lotta
alle collaborazioni mascherate da contratti esterni. Estensione dei diritti previdenziali ad ogni forma
contrattuale tramite un sistema di flexicurity. Creazione di criteri che permettano di stabilire
progressivamente un salario minimo europeo, seppur modulato in funzione del costo della vita delle
diverse nazioni.
2. Immigrazione e cittadinanza. Immigrazione: priorità alla lotta alle mafie internazionalidell’immigrazione; obbligo per gli Stati di stabilire un percorso chiaro e univoco al termine del
quale il cittadino immigrato possa, se lo desidera, ottenere la cittadinanza. Vorremmo in particolare
che i parlamentari eletti nelle liste del PD promuovessero un’azione politica per la riforma della
cosiddetta Direttiva Rimpatri, le cui disposizioni sono in palese contrasto con i principi di libertà,
eguaglianza e rispetto dei diritti dell’uomo, principi sul cui rispetto si fonda l’Unione Europea(Art.6 TEU).
Cittadinanza: pieni diritti elettorali per ogni cittadino europeo che viva in uno stato
diverso dal proprio stato di origine; il diritto può essere esercitato tramite un sistema di opzione.
3. Europa e diritti civili: Rilancio e approvazione della Direttiva contro tutte le forme di
discriminazione presentata dalla Commissione europea lo scorso 2 luglio. Sostegno alle proposte di
includere una nozione di discriminazione multipla, fondata sulla combinazione di più fattori di
rischio, e di discriminazione per associazione. Sostegno alla inclusione alle molestie sessuali
nonché all'applicabilità della Direttiva alle unioni civili e di fatto, rimozione di ogni forma di
discriminazione nei confronti della comunità Glbt, rimozione di ogni discriminazione nei confronti
della libertà della donna, rimozione di ogni ostacolo allo sviluppo della ricerca scientifica in campo
medico.
4. Mercato e diritti sociali. Il nuovo Parlamento Europeo si troverà presto a decidere su importanti
provvedimenti legislativi quali la direttiva sull’assistenza sanitaria in Europa e la libera circolazione
dei pazienti, sulla questione dei fondi di assicurazione obbligatori e la loro compatibilità con il
mercato comune, con i progetti di riforma della direttiva sul distacco dei lavoratori. Occorrono
posizioni chiare che garantiscano la mobilità e l’apertura al mercato anche in questi settori, non
secondo una serie di parametri vincolanti stabiliti dai singoli stati, ma piuttosto secondo criteri
comuni quali: interoperabilità, accessibilità universale, accessibilità di costo, rispetto dei principi di
solidarietà.
Come detto si tratta di un contributo sul quale discutere ancora. Anche dopo il 7 giugno, appunto.