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QUANDO LA POLITICA E’ NAUSEANTE, NEMMENO LA TERAPIA ANTIEMETICA (CONTRO IL VOMITO) PRODUCE EFFETTI

Basta, non ne posso più. E credo che la stramaggioranza degli Italiani siano nella mia stessa condizione di nausea di fronte ad una politica che privilegia coloro che sanno tappare la bocca all’avversario affinché i telespettatori da casa non abbiano a capire la verità. Ed in questo, gli appartenenti al Pdl sono maestri indiscutibili: il primo esempio di questa ineducata metodologia risale ad Elio Vito della ex Forza Italia che ha insegnato ed inaugurato questa prassi tanti anni fa su “Porta porta” per poi sparire dagli eventi pubblici della specie per rintanarsi (si fa per dire) nell’emiciclo di Montecitorio (la trasmissione EXIT su LA7 docet !).
Ieri sera, hanno continuato in questo spettacolo indecoroso di “tappa-bocche” persino il Ministro Ignazio La Russa ed un giornalista di Libero, oltre al Direttore di Panorama sempre su LA7, nella trasmissione Otto e mezzo della Gruber.
Mi domando se si potrà mai andare avanti di questo passo perché mi vien da dire che la disperazione abbia raggiunto il suo apice. Appunto per questo, ogni giorno che passa, mi avvicino sempre più a Di Pietro, il quale, è sicuramente un personaggio coerente e che, proprio perché tale, viene avversato da chi coerente non è.
Dico subito, come osservatore politico, anche se ciò mi farebbe comodo per mandare a casa questo governo, che Fini e Casini non mi convincono proprio perché non sono coerenti: entrambi hanno votato tante leggi ad personam per salvare il premier, mentre ora, non memori di un passato quanto meno discutibile, a volte lo sostengono ed a volte lo bersagliano a seconda del loro disegno politico che mira a tutto tranne che all’interesse del popolo italiano.
Scrivere ancora di questo significa far fatica e non essere letti.

A questo punto, al di là dei fiacchi Bindi, Bersani, Franceschini e del valido, seppur assai controproducente, D’Alema, mi vien proprio da pensare che la vera opposizione la stia facendo Di Pietro ed il bravissimo governatore della Puglia, Niky Vendola. Non solo, io penso che tanti del Pd, di cui ne condivido peraltro la serietà, non si allineino alla dialettica di Di Pietro solo per non essere etichettati “scorretti” ma che, in cuor loro gradiscano ciò che dice Di Pietro; insomma, quelli del Pd preferiscono salvare la faccia, in quanto, se dovessero davvero esporsi, si metterebbero contro i Casini ed i Fini che potenzialmente potrebbero rivelarsi utili in caso di nuove elezioni, e soprattutto per il cambio dell’attuale legge elettorale.
Ma questo è noto a tutti.

L’altra sera, in un dibattito politico a Treviso, ho trovato degli avversari perché ho difeso Di Pietro, reo di dire la verità, senza diplomatisti discutibili di facciata, e quindi a mio avviso, di mero opportunismo che politicamente non chiarisce nulla e non mette in condizione gli Italiani di capire

Ecco perché ho dato alla stampa il pezzo che segue, dopo l’incontro di Treviso con Letta..

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PIU’ DETERMINATEZZA E MENO FAIRE-PLAY. ALTRIMENTI IL Pd SPARISCE, FAGOCITATO DA DI PIETRO ED ALTRI !

Ieri sera presso l’Auditorium del Collegio Vescovile PIO X di Treviso ho ascoltato Enrico Letta del Pd e Carlo Alberto Tesserin del Pdl, personaggi noti, incontro moderato da un corretto ed imparziale giornalista del “La Vita del Popolo”.
Non v’è dubbio alcuno sull’interesse che ha destato l’incontro anche se, il tema della serata, è stato in parte eluso a favore di argomentazioni già note al pari dei predetti personaggi. Ho apprezzato molto l’esponente del Pd anche se, ora come ora, almeno a mio avviso, non c’è più spazio per il faire-play politico in quanto, come abbiamo visto, chi è in posizione di dominanza di mezzi, fagocita, anche illegalmente, la controparte più debole, ferendo l’anima della democrazia che doveva essere il tema della serata. I fatti di questi ultimi sedici anni ne costituiscono una delle più che evidenti constatazioni..

Sono intervenuto, proprio su questo argomento, dicendo le seguenti testuali parole: “ Sono legato al centro-sinistra da sempre, prima con il PPI, poi Ulivo ed ora con l’ attuale Pd, ma non per questo – rivolgendomi ad Enrico Letta – sono d’accordo sulla tua affermazione secondo cui Di Pietro le sta sparando grosse contro il premier. A mio modo di giudicare, a parte l’irruenza dialettica dell’ex PM Di Pietro, quest’ultimo sta dicendo sic et simpliciter quella “verità vera” che gli Italiani, soprattutto quelli politicamente superficiali o impreparati, non conoscono a sufficienza, essendo stati ingannati a suo tempo dallo “spettacolo massmediale”, proprio quello, Caro Enrico, che ora stai condannando, insieme con i sostantivi populismo, spettacolo ed immagine.. iniziali di tre sostantivi che si attagliano ad un PSI di una volta, ma questa è una boutade giornalistica….
Avrei preferito che nella contrapposizione politica di questi ultimi anni, Bersani and co., si fossero pronunciati con parole forti, esattamente come quelle dette durante l’assegnazione della fiducia al premier, ma così non è mai stato. Con questa controparte politica, come ho scritto anche oggi sulla stampa, il faire-play non paga, ma ci annienta ogni giorno sempre di più, tanto da far dire alla controparte che non esiste altro leader di partito se non Berlusconi, suffragando le allusioni di Carlo Alberto Tesserin che, indirettamente, faceva capire, forse per “captatio benevolentiae” rispetto all’ambiente dell’azione cattolica, che anche il Patriarca Scola, chiede ai giovani di entrare in politica per costruire un rapporto di confronto.
Mi è spiaciuto che l’unica risposta datami da Tesserin sia stata praticamente questa: “ Lei che prende le distanze dal populismo, è di sinistra…” Purtroppo, già da questa risposta, non posso che avallare l’irruenza dialettica di Di Pietro, anzi mi permetto di dire ed accostare le parole di Tesserin al solito menù di Arcore, modificato ogni giorno come nei ristoranti, ma servito uguale in tutto il territorio nazionale dai soliti operatori “chef-camerieri” della politica.
Concludo pertanto dicendo che, se dire la verità alla Di Pietro non conviene perché finisce per fare il gioco dell’avversario, come mi ha risposto amichevolmente Enrico Letta, non vorrei, che da questa lezione, d’ora in poi si rendesse necessario, lo dico ovviamente in modo provocatorio, considerare l’opportunità di non proferire in maniera forte ciò che davvero è, allo scopo di fare l’interesse di un partito che si attaglia meglio al nostro soggettivo modo di pensare.

ARNALDO DE PORTI
dearstern@hotmail.com

PS.: www.lavocediarnaldo.altervista.org

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