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L’aveva anticipato poche ore dopo il voto di fiducia alla Camera, ma per il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, rimane ancora l’unica strada percorribile: elezioni entro marzo

Tre settimane decisive per il governo, Berlusconi e Bossi pronti per elezioni a gennaiodi An.L. Intervenendo a Mattino 5, sull'ammiraglia delle reti Mediaset, il ministro dell'Interno ha detto che “se non ci sarà la conferma che c'è una maggioranza sono convinto che occorre andare al voto subito”. Quindi per “le elezioni politiche non c'è un termine se non lo scioglimento delle Camere – ha spiegato Maroni – e questo può avvenire in ogni momento dell'anno, perciò ho detto che marzo può essere una data plausibile”. Per soppesare questa maggioranza di governo, ha ribadito poi il ministro dell'Interno, tre settimane saranno sufficienti. I finiani sono avvisati.Tre settimane o giù di lì se, come concordato da Bossi e Berlusconi, si andrà ad elezioni addirittura a gennaio. Scrive Repubblica, che il premier e il ministro leghista si sarebbero incontrati dopo la fiducia al Senato e lì avrebbero stigmatizzato il il ruolo giocato nella nuova maggioranza dall'alleato finiano. Il più lapidario sarebbe stato il Senatùr: basta con questo lento logorio, “o si trova un accordo subito o chiederemo le elezioni”. E la risposta del premier (nonostante l'incalzare di alcuni consiglieri che gli sconsiglierebbero un passaggio prematuro per le urne) prendendo atto dell'ormai “logorata situazione” all'interno della maggioranza, sarebbe quella di considerare inevitabili le elezioni anticipate.Gli stessi toni “da campagna elettorale” usati durante il comizio di ieri a Milano, non lasciano spazio a speranze di sopravvivenza dell'attuale governo: i finiani con i loro distinguo su giustizia, commissione d'inchiesta e legge elettorale promettono instabilità. Ma il premier si affretta a chiarire: l'unica conseguenza possibile del fallimento di questa maggioranza sono le elezioni. Un altro governo come quello “voluto da un capo dello Stato di parte” nel 1996 – il riferimento è all'allora presidente Scalfaro che nominò presidente del Consiglio Lamberto Dini (su indicazione dello stesso Berlusconi) che con Berlusconi era ministro del Tesoro – sarebbe per il premier un “atto eversivo”.I finiani, non perdono l'occasione per mettere i puntini sulle “i” e controbattere con la loro visione delle cose. Elezioni subito? “Se qualcuno cerca un pretesto per andare a votare, allora sappia che esiste già una maggioranza alternativa, tanto alla Camera, quanto al Senato – ha detto il capogruppo Fli, Italo Bocchino -, in grado di ritrovarsi sulla modifica della legge elettorale. Fosse pure solo su quella. Dopo, solo dopo, si potrà tornare al voto”. E' giunta l'ora “di passare dalla sovranità padronale a quella popolare”, ha detto ancora il portavoce dei finiani, dando un'accelerata all'ipotesi elezioni.Denis Verdini però non crede all'ipotesi “ribaltone”: “Sarebbe difficile per il presidente della Repubblica fare un governo che abbia all'opposizione Berlusconi e Bossi, i due vincitori delle elezioni. Le prassi sono importanti ma anche la politica ha il suo peso”, ha spiegato il coordinatore nazionale del Pdl rimandando tutto all'analisi delle prossime mosse degli “alleati” di Futuro e libertà. “Si vedrà subito in Parlamento da che parte andrà questo nascente gruppo voluto da Gianfranco Fini – spiega Stefania Prestigiacomo -. Se avrà un atteggiamento costruttivo, continueremo insieme a lavorare. Ma se vogliono esercitare un ricatto continuo sui provvedimenti, intercettando e bloccando le linee del governo, meglio fermare tutto e andare al voto immediatamente. Tre settimane sono anche troppe”, chiosa il ministro dell'Ambiente.

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