Salviamo Fini dal ‘fuoco amico’

di Laura Madrigali

La nostra sensazione, che riteniamo sia condivisa dalla maggioranza degli Italiani, è che i ‘finiani’, forse non tutti intenzionalmente ma certamente molti, ancora, con la loro partecipazione attiva alle azioni di Governo, ostacolino la giustizia sostenendo di fatto l’impunità di un sistema di corruzione e malaffare. Nulla hanno da denunciare. E i nomi e le vicende dei colleghi imbarazzanti li citano solo a mo’ di minaccia, dimostrando così di essere perfettamente consci di chi sono certune persone che essi stessi hanno contribuito a portare o a rieleggere nei ruoli chiave in parlamento, nelle amministrazioni e in seno al Partito, assumendosene ineffabilmente la corresponsabilità politica. Nulla hanno essi da ridire sulla depenalizzazione di molti reati, quali ad esempio il falso in bilancio e hanno votato a favore di tutte le azioni di Governo: dallo scudo fiscale con tasso irrisorio alla finanziaria che rivendeva (ai mafiosi?) i beni confiscati alla mafia, alla svendita del patrimonio immobiliare delle FF.AA., dallo snaturamento della Protezione civile che si vuole trasformare in effetti in una S.p.A., al ‘lodo Alfano’ e tutto ciò che è già stato abbondantemente giudicato incostituzionale dai giuristi. Come tanti imbecilli, nel senso etimologico del termine. Come tanti servi inutili. Sicuramente inutili per il progresso nella giustizia e nella civiltà di questa nostra nazione. E non si tacci Forza Popolare di giustizialismo, perché qui non si tratta di voler avere un colpevole a ogni costo: si tratta di ritrovare il senso di un'etica pubblica indispensabile, perché il rapporto di fiducia fra politica e collettività riprenda dal punto in cui si è interrotto, e non di certo per volontà o cattiva coscienza dei cittadini. Il presidente Fini non commetta altri e peggiori peccati di ingenuità, come eventualmente può essere accaduto nella vicenda Montecarlo, non si trinceri dietro il peccato di leggerezza, perché non vi possono essere né ingenuità, né leggerezza quando ci si assume una responsabilità politica e istituzionale. Non venga fra qualche tempo a dire agli Italiani che non se ne era reso conto, che non vedeva, che non sapeva, che non credeva: Fini non può non sapere, non vedere, non essere consapevole dell’imbarazzo di molti politici onesti e capaci che, ne sono certa, è il suo medesimo imbarazzo. E allora Fini agisca, prenda pienamente e subito le distanze dal capo del Governo di questa ‘Repubblica delle banane’ se non vorrà vedersi costretto a ritirarsi a vita privata piuttosto che essere il prossimo presidente della Repubblica italiana. Ancora in questi giorni abbiamo sentito rassicurare il premier e ribadire l'intenzione di essere leali al Governo, a un esecutivo che purtroppo, a nostro avviso, si sta dimostrando manifestamente sleale con i suoi elettori e con tutti i cittadini italiani che vivono onestamente del proprio lavoro. Condividiamo totalmente la visione politica del presidente Fini, giudicandolo l’unico statista italiano contemporaneo e ci auguriamo che, già nell'immediato futuro, egli possa finalmente trovare nuovi degni e leali amici e collaboratori al suo livello, piuttosto che vedere egli abbassarsi al livello di taluni.

Presidente di 'Forza Popolare'

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