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LA MAFIA E’ DENTRO LO STATO E PUO’ VINCERE

Autore Maria Caterina Pace

Il libro degli orrori sembra non avere fine. La vergognosa maggioranza del parlamento ha scritto l’ennesimo capitolo di “infamia”, per dirla in un gergo a loro ben noto: sono insindacabili i comportamenti e le parole del premier e di molti altri come lui, ma soprattutto sono inutilizzabili le intercettazioni delle telefonate tra Nicola Cosentino ed i camorristi, nell’ambito di un processo in cui il coordinatore PDL della Campania ed ex Sottosegretario all’Economia è accusato di aver favorito i clan.
Ascolto la notizia e rabbrividisco non soltanto per la sua gravità, ma anche per l’ignobile, volgare, offensivo e provocatorio carosello di commenti e per quei baci da “uomini d’onore” che si sono sprecati dopo la conta, in un parterre che teoricamente non rappresentava il retrobottega della riunione di una “cupola”, ma la massima espressione della nazione italiana: il Parlamento. Una Istituzione oltraggiata e vilipesa da loschi figuri che si macchiano di reati infamanti e che negano alla giustizia di fare il suo corso. Una Parlamento che, soffocato dai reati, invece di proteggere la costituzione, i diritti e gli onesti si è dato il compito di salvare i delinquenti da una giusta pena, un parlamento che, dopo aver già salvato Cosentino dagli arresti, lo ha protetto ancora una volta nonostante fosse accusato del peggiore tra i reati.

Alla fine di una seduta da dimenticare, i commenti e l’informazione pilotata si sono sforzati di spostare l’attenzione sui numeri, sull’importanza politica della vittoria, sulla tenuta della maggioranza. Ma come si può pensare di esultare in un parlamento che, chiamato a votare su temi come l’intercettazione in un processo di camorra, a maggioranza si esprime contro la verità, contro la giustizia, contro l’onestà, e lo fa – si badi bene – con voto segreto? La maggioranza ha votato a favore di chi delinque perché la maggior parte dei nostri parlamentari ha conti in sospeso con la giustizia e pensa così di avere dei benefici, come gli assenti dell’Udc. In ogni caso nessuno pensa al Paese che ha bisogno di essere rappresentato da una classe politica degna di questo nome e non da una Casta assoldata da quattro faccendieri per difendere i propri privilegi.
Ma attenzione, la gente è stanca, ha dimostrato di cominciare a dissentire, gli onesti cominciano ad alzare la voce, non riescono più a sopportare il peso, l’arroganza e la presunzione dei corrotti che ci governano. Le persone per bene sono esasperate da questa realtà, per cui i 308 No contro i 285 Si per noi sono una grave sconfitta, un’onta protetta dal voto segreto, una vergogna che non meritiamo, un dolore dell’animo perché il parlamento italiano non solo ha perso l’onestà, la giustizia e la verità, ma quei terribili 308 Sì hanno dimostrato che la mafia è nelle istituzioni e può vincere!

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