29.09.2010
Italia nei Balcani » Osservatorio italiano
Zagabria/Croazia-Italia – Per otto anni è stata perpetrata una campagna di diffamazione e umiliazione da parte dei giornali croati contro La Distributrice dei F.lli Ladini, senza che le autorità italiane muovessero un dito. L'espropriazione illegale della Dalmatinka Nova, da parte di un manipolo di banditi in combutta con lo Stato croato, è il grande fallimento del Sistema-Italia. Essa ha dimostrato come la diplomazia italiana sia inesistente, messa in scacco da una 'banda croata di delinquenti' : ecco quanto è vulnerabile l'Italia all'estero, e soprattutto nei Balcani. A niente sono valsi gli abbracci e le strette di mano del Ministro Frattini, in questa nuova filosofia di riconciliazione alla maniera balcanica, mettendo da parte ogni torto in nome di questa amicizia storica-europea che nei fatti non esiste. Stesso fallimento, ma con maggiore responsabilità, ricade sull'Ambasciata italiana in Croazia, che deve rispondere del suo operato non solo allo Stato ma anche alle imprese italiane, visto che si sono addormentate strada facendo. Ci chiediamo, quindi, come mai i nostri ambasciatori si siano invece attivati così tempestivamente per trovare l'albergo e la banca utilizzati da Gianfranco Tulliani a Montecarlo.
Insomma questa è la nostra diplomazia, un gruppo di funzionari che si vestono di grande autorità, ma in realtà sono incapaci di sbattere i pugni sul tavolo e a gran voce far valere il rispetto della legge e delle convenzioni bilaterali sottoscritte. Ed infatti nel caso della Dalmatinka, una grande colpa ricade proprio sulla struttura diplomatica italiana in Croazia, che non ha assistito i Fratelli Ladini e non si è imposta per far rispettare la convenzione bilaterale croata-italiana per gli investimenti. Non si può neanche dire che La Distributrice non abbia chiesto un intervento o non si sia attivata tempestivamente legalmente e mediante le autorità italiane in Croazia. La lista degli incontri e delle lettere inviate dai Ladini al personale diplomatico ed istituzionale è immensa, e a guardarla sembra una vera follia, un calvario a cui nessun imprenditore dovrebbe essere sottoposto per poter lavorare e far sopravvivere la propria impresa.
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A questo, quindi, ci siamo ridotti, a mendicare l'attenzione delle autorità competenti e il rispetto delle leggi. Nonostante siano profumatamente pagati e ricoprano prestigiosi ruoli come consulenti, i nostri funzionari all'estero sono assolutamente inutili, tanto che sono ormai 10 anni che l'Italia nei Balcani prende schiaffi da tutti, persino da insignificanti criminali. Il Ministro Frattini, da parte sua, dovrebbe controllare di più l'operato dei suoi collaboratori e dei diplomatici italiani all'estero, la cui funzione od utilità è oggi pari ad una 'segreteria telefonica', tanto che un computer al loro posto sarebbe più efficiente. Sono mesi che cerchiamo di avere informazioni sui capitolati di spesa del SeeNet 2 senza ricevere nessuna risposta: è in questi atteggiamenti che si nasconde il marcio e la mala fede, coscienti di aver ben ragione di dover nascondere dove spariscono i soldi degli italiani. “Parassiti di Stato”, ecco come potremmo definirli, una vera e propria tangente che il Sistema Italia paga per mantenere all'estero una banda di nullafacenti ed imboscati, ONG pseudo-comuniste o pseudo-umanitarie, giornalisti pappagalli e 'project manager' di agriturismi. La nostra critica è diretta e trasparente, non ci nascondiamo dietro un dito, anche se a molti non piace il nostro tono, definito 'polemico'. Riteniamo invece che non vi sia nessuna polemica, bensì una chiara presa di posizione, a differenza dei nostri ambasciatori, per i quali non si sa da che parte stiano. Tra l'altro, le nostre imprese sono sempre state merce di scambio per trattare su altre questioni, e questa di solito è la prassi del sistema diplomatico, un circolo vizioso che potrebbe essere interrotto con un ulteriore “scambio” di favori. Ma d'altronde è l'Italia stessa che si regge su questo sistema della reciproca convenienza.
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