Ad esser proprio ingenui si dice che il presidente del Consiglio, capo del governo e leader in carica del PDL, è un venditore di tappeti.
Ma dire questo di Silvio Berlusconi significa metter da parte le sue maggiori e costanti attitudini: l’abitudine alla menzogna sistematica, i rapporti con personaggi mafiosi e amici della mafia, la corruzione continua dei giudici, la vita pateticamente licenziosa, l’interesse esclusivo di sé e del suo clan al posto di quello generale che pure dovrebbe sostenere come uomo politico e addirittura di Stato.
Potremmo continuare per pagine e pagine.
Ma l’anomalia italiana, quella che ci fa essere unici in Europa e in Occidente, è che se un leader politico come Antonio Di Pietro dice con chiarezza la verità in un’aula parlamentare, la maggioranza parlamentare non tollera il suo discorso e chiede addirittura al presidente della Camera di infliggergli sanzioni.
E questo avviene mentre i “finiani” confermano la fiducia ma fanno ancora loro, pur tra le molte righe, critiche feroci al capo del governo. E due di loro, Granata e Tremaglia,
addirittura votano no per essere, almeno un po’ coerenti di fronte all’opinione pubblica.
Vero è che inizia il Berlusconi-bis, destinato ad andare a sbattere a marzo, assai prima che finisca la legislatura.
Questo ha significato la grottesca e drammatica giornata di ieri e non capirlo significa davvero essere fuori della realtà politica e culturale di questo paese.
Per fortuna l’opposizione lo ha capito e ne siamo consapevoli particolarmente noi dell’Italia dei Valori che ogni giorno ci battiamo perché la politica sia pulita e sempre più degli italiani e con gli italiani.
UN VENDITORE DI TAPPETI
Autore Nicola Tranfaglia