NO ALLA FIDUCIA, LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI E’ CON NOI

Autore Leoluca Orlando

Di seguito pubblichiamo l’intervento dell’Onorevole IdV, Leoluca Orlando, alla Camera dei deputati, in occasione del voto di fiducia al Governo:

“Am Ende haengen wir von Kreaturen ein mal wir machten ab”. Cosi Wolfgang Goethe.
Alla fine dipendiamo dalle creature che noi stessi una volta abbiamo creato. E questa, la dipendenza da chi e da ciò che si è creato, la chiave di lettura di questa seduta parlamentare, è la chiave di lettura di questo governo e del presidente del Consiglio dei ministri.
Cosa stiamo facendo oggi? Un voto; la maggioranza chiede conferma di sostegno e di programma dopo due anni. Normale. Normale rispetto del Parlamento? Tutt’altro! La fiducia, con il suo voto palese viene chiesta per la 40sima volta in due anni. Ancora una volta, non come fisiologico strumento di controllo del governo da parte del Parlamento ma come strumento di patologico controllo dello stesso da parte del Governo.
Da due anni, tra incomprensioni e in solitudine, l’Italia dei Valori ha denunciato e denuncia un progetto eversivo della legalità costituzionale. E la Costituzione repubblicana resta scritta come la scrissero i Padri Costituenti, ma la sua attuazione da parte di questo governo è opposta a quanto li è scritto. E ciò per comportamenti, proclami, leggi ad personam, conflitti di interesse. Un disprezzo per la Costituzione confermato dall’eliminazione della funzione di controllo: il presidente della Repubblica controlla… va zittito; l’Europa controlla…dà fastidio; il Parlamento controlla… va mortificato anche con continui ricorsi a decreti legge e al voto di fiducia; l’opposizione controlla…. va discreditata con l’uso improprio di servizi deviati e delegittimata; l’informazione controlla… va imbavagliata; la Magistratura controlla… va bloccata, insultata, intimorita… oggi all’interno della maggioranza si denunciano gli stessi vizi e gli stessi pericoli poi, però, si vota la fiducia a conferma di quella struttura eversiva e padronale che a parole e nei talk show viene denunciata. Siamo all’imbarbarimento e la cultura dell’appartenenza non è più soltanto vizio meridionale che tanti e da tanti anni combattiamo ma è diventata cultura nazionale che genera Casta, Logge, Cricche e
conflitti d’interesse. Venditore e compratore, Stato e mercato, legislatore penale e imputato, controllore e controllato, appaltante e appaltatore, una grande soffocante identificazione che mortifica i meriti, ignora i bisogni e tutela soltanto gli appartenenti.
In questo, si frantuma l’etica della responsabilità e parole come dignità e onore previste nel secondo comma dell’Art. 54 della Costituzione per i pubblici funzionari sono diventate e considerate dalle cricche un fastidioso richiamo moralistico. In questo quadro, precaria la scuola piena di precari, precarie le famiglie e disperati genitori e figli, precarie le imprese piene di debiti e prive di lavoratori, precaria la cultura e vuoti i teatri, precaria la giustizia e piene le carceri di disperati, precaria la legalità e impuniti potenti e prepotenti, mafiosi e non dei colletti bianchi, precaria la nostra credibilità internazionale e fiorenti gli affari della cricca in Russia, Ucraina, Libia, precario il federalismo delle responsabilità e arrogante il federalismo clientelare e degli egoismi, precaria la cultura democratica e nemico il diverso, precario il sistema bancario e garantiti i mafiosi e i criminali di ogni specie con scudi fiscali e condoni fiscali ed edilizi, precario per ultimo e non da ultimo l’informazione stretta tra lusinghe e veti seguiti e preceduti da minacce e bavagli. Tra qualche ora il governo otterrà la fiducia coatta esatta sommando contestatori ricattati e saltimbanchi appigionati. Il governo dirà si ai quattro venti, di avere la maggioranza in un Parlamento di nominati e a libertà limitata, cercando cosi di nascondere l’ormai irreversibile perdita di maggioranza dei consensi e di credibilità nel Paese.
E tirerà a campare, costringere e comprare una pratica da 3C al servizio di, P2,P3,P4.
Un dato, però, è il più inquietante fra tutti. Chi guida questo processo eversivo non appare è non è più, se ma lo è stato, libero. Lei, presidente Berlusconi, dipende ormai dalle sue creature, dal suo passato sul quale non vuole si faccia luce, sulla stampa e nelle Aule dei tribunali, Lei dipende ormai dai suoi compagni di ieri e di oggi, dipende dagli opportunisti che nella storia si sono sempre avvicinati al dittatore in difficoltà per ricavare scampoli di privilegi prima del naufragio. Noi dell’Italia dei Valori voteremo ancora una volta, per la 40sima volta, no, con voto palese. Sapendo, questa volta, che dietro il no dell’Italia dei Valori vi è ormai la maggioranza degli italiani.

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