Berlusconi ottiene la fiducia alla Camera, per il premier 342 sì
Il governo ha ottenuto la fiducia alla Camera dei deputati con 342 sì, 275 no e 3 astenuti. La maggioranza era fissata a 309 deputati. I votanti di oggi sono stati 617. Nonostante Berlusconi sia riuscito a intascare un risultato favorevole, Umberto Bossi esprime tutti i suoi dubbi sulla tenuta della coalizione che ha superato la prova grazie ai finiani, risultati alla fine determinanti. “I numeri – ha detto il leader del Carroccio – sono risicati, la strada è stretta”. Del resto, ricorda il leader della Lega, “nella vita è meglio prendere la strada maestra, e allora la strada maestra era il voto. Berlusconi non ha voluto, e ora siamo qui…”.Il voto del gruppo di Futuro e Libertà e del movimento per l'Autonomia sono infatti risultati decisivi per la maggioranza alla Camera. Senza il sì dei 34 deputati finiani e dei cinque del movimento di Raffaele Lombardo, infatti, il governo non avrebbe ottenuto la fatidica 'quota 316', cioè la metà più uno dei componenti dell'Assemblea di Montecitorio. Se ai 344 voti con cui l'esecutivo ha ottenuto la fiducia si sottraggono quelli di Fli e Mpa, la maggioranza si sarebbe fermata a 305.Senza Futuro e Libertà il governo non ci sarebbe, i finiani sono quindi determinanti. Lo rivendica Carmelo Briguglio, commentando i risultati del voto di fiducia alla Camera. “Il presidente del Consiglio – afferma il deputato di Fli – ha dovuto prendere atto in aula che il Gruppo di Futuro e Libertà c'è, si è conquistato il suo spazio e ha creato un'intesa politica e programmatica con l'Mpa di Raffaele Lombardo, essenziale per l'esistenza stessa della maggioranza di governo. Il risultato del voto ha detto agli italiani che senza Futuro e Libertà non ci sarebbe più questo governo”. “La politica ha battuto lo shopping di parlamentari e il tentativo di cambio della maggioranza. Berlusconi ne tenga conto e si impegni davvero ad assicurare coerenza tra le parole che ha pronunciato oggi e i fatti che dovranno seguire nei prossimi giorni”, conclude Briguglio.Unica sorpresa il finiano Granata, che ha votato “no” – Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha ricevuto il deputato di FLI Fabio Granata, dopo che quest'ultimo aveva votato contro la fiducia al governo. Al termine del colloquio, durato circa venti minuti, Granata non ha voluto rilasciare dichiarazioni. QUalche minuto dopo, tuttavia, il finiano ha spiegato ai giornalisti di aver “votato contro la fiducia come reazione simbolica agli attacchi vergognosi a cui in questi mesi è stato sottoposto il Presidente Fini sul piano politico e personale. Mi riconosco e condivido pienamente le posizioni del gruppo Futuro e Libert per lItalia, cos come espresse oggi in aula dal capogruppo Bocchino”. “Il nostro gruppo parlamentare, anche attraverso l'asse strategico con l'Mpa, ha dimostrato di essere tassello indispensabile per la governabilità”.Bersani: “Berlusconi è indebolito, ci sarà instabilità” – Il voto di fiducia della Camera al governo Berlusconi non risolve i problemi, anzi il premier ne esce “indebolito” e nei prossimi mesi “prevarrà l'instabilità”. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, durante la registrazione di 'Matrix', giudica così il voto di oggi alla Camera: “Una giornata che segna un indebolimento di questo governo, è la fiducia del cerino acceso: nasce dall'impossibilità di ciascun pezzo della maggioranza di aprire la crisi. Ma ormai la maggioranza è articolata in quattro componenti”. Conclude Bersani: “Andiamo ad una situazione nella quale prevarrà l'instabilità”.Giovedì si deciderà sulla sfiducia a Bossi – Il Presidente della Camera Gianfranco Fini ha convocato per giovedì alle 12 a Montecitorio la riunione della Conferenza dei Capigruppo per decidere il calendario dei prossimi lavori in aula. Fra i provvedimenti da calendarizzare, ci sarà la mozione di sfiducia a Umberto Bossi quale ministro delle Riforme dopo le sue frasi su Roma depositata dal Pd e sostenuta dai gruppi di opposizione. “Se dovesse essere approvata la mozione di sfiducia individuale contro Umberto Bossi, la Lega non farà cadere il governo”. Lo assicura lo stesso leader leghista, che spiega: “Se passa la mozione andrò a casa io, ma non cade il governo. Si incazzerà il nord, si incazzerà la gente…”. E immediata è arrivata anche la presa di posizione del viceministro dei Trasporti Roberto Castelli. “Se sfiduciano Bossi, non penso proprio che riuscirò a restare in un governo che vede in Parlamento una maggioranza che ha mandato a casa il mio segretario”.Per il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni “oggi è una giornata positiva per il Paese” perchè sarebbe stato deleterio andare ad elezioni anticipate; il governo non rimarrà ostaggio di Futuro e Libertà perchè “possiamo discutere sulle loro scelte politiche o partitiche ma oggi la maggioranza è ancora più ampia di due anni fa”. A margine della Festa del Pdl a Milano Formigoni ha affermato che il Pdl “ha preso atto delle dichiarazioni di Futuro e Libertà, che ha comunque votato la fiducia e si impegna a sostenere il governo. I finiani – ha aggiunto – hanno detto che si riconoscono nelle parole di Berlusconi”.Formigoni ha quindi osservato che “il Parlamento riconferma la maggioranza al governo Berlusconi, riconferma gli impegni programmatici all'insegna delle riforme che devono essere fatte e per il risanamento e lo sviluppo del Paese”. Secondo Formigoni la giornata di oggi non segna un indebolimento del bipolarismo, ma di “un bipolarismo fondato sugli scontri reciproci”. Il presidente della Regione ha quindi sottolineato che “l'intervento di Di Pietro non ha ricevuto gli applausi di un Pd imbarazzato dalle sue dichiarazioni inaccettabili”.E ora il governo si prepara ad affrontare il Senato – Seconda e ultima puntata giovedì a palazzo Madama della verifica parlamentare sul Govenro Berlusconi iniziata oggi a Montecitorio. Il voto di fiducia del Senato, dopo il risultato a Montecitorio, è scontato. I senatori eletti sono in tutto 315, ai quali si devono aggiungere i sei senatori a vita in carica: Carlo Azeglio Ciampi, Emilio Colombo Rita Levi Montalcini, Oscar Luigi Scalfaro, Sergio Pininfarina. In totale, dunque, un'assemblea di 321 parlamentari la cui maggioranza assoluta, 161 senatori, corrisponde esattamente al numero di senatori di cui dispongono Pdl (135) e Lega (26).Ai quali si aggiungeranno, secondo lo schema di Montecitorio, i voti del gruppo finiano di Fli (10 senatori) e dell'Mpa: Pistorio, Oliva e Bulgaretta. Probabile anche il sì dall'ex presidente Pd della Vigilanza Riccardo Villari, ora nel gruppo Misto, e forse anche dell'ex Governatore sicialiano Totò Cuffaro che, con Adriana Poli Bortone (da lei è probabile il voto contrario alla fiduciafa) parte del gruppo Udc-Autonomie. Scontati, invece i no a Berlusconi da Pd, Idv e Udc.A Palazzo Madama il discorso programmatico alla base della fiducia che ricalcherà in gran parte quello di questa mattina alla Camera, è previsto intorno alle 9,30. Seguirà il dibattito. Che dovrebbe concludersi fra le 16 e le 16,30 quando Berlusconi riprenderà la parola per la sua replica destinata a concoludersi, con ogni probabilità con la richiesta della fiducia autorizzata oggi dal Consiglio dei Ministri. A seguire le dichiarazioni di voto finale, che precederanno l'ultimo atto della due giorni di verifica parlamentare sul Governo: il sì anche del Senato alla fiducia a Berlusconi, atteso fra le 18 e le 19.Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in visita ufficiale a Parigi non commenta il voto di fiducia ottenuto questa sera alla Camera dal governo Berlusconi con 342 e 275 no. Ai giornalisti che lo attendono all'uscita dall'Ecole Normale Superieure dove il capo dello Stato ha tenuto oggi pomeriggio un discorso sull'Unità d'Italia e il ruolo di Cavour il presidente non risponde preferendo dribblare la domanda. “Presidente ha visto il voto di fiducia al Governo…” chiedono i giornalisti e lui ribatte: “La fiducia a Cavour? Io per il momento, per stasera rimango a Cavour”.Ugl: Bene Berlusconi,tradurre presto intenzioni in fatti – Le intenzioni espresse dal premier Silvio Berlusconi alla Camera “possono essere considerate soddisfacenti purchè si passi davvero dalle parole ai fatti, a partire dal quoziente familiare”. Lo sottolinea in una nota il segretario generale dell'Ugl, Giovanni Centrella, secondo cui “ormai i cittadini italiani non sono più nelle condizioni di sostenere ulteriori sacrifici, quindi ci auguriamo che un alleggerimento della pressione fiscale diventi presto realtà”.http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/10/09/29/ok-camera-fiducia-governo.html