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La censura violenta. Presentato il rapporto di Ossigeno per l’informazione

Presentato il rapporto annuale di Ossigeno per l’Informazione, l’osservatorio sui cronisti minacciati e le notizie oscurate con la violenza della FNSI e dell’Ordine dei Giornalisti. L’occasione è il “Premio Giancarlo Siani”, celebrato questa mattina presso la redazione del quotidiano “il Mattino” di Napoli.

Allarmanti i dati del rapporto. Cinquantatre gli episodi di minacce ai giornalisti italiani accertati da gennaio 2009 a marzo 2010. Ventinove di questi rivolti al singolo, i restanti 24 collettivi, indirizzati a intere redazioni. Si stima che i giornalisti coinvolti da episodi intimidatori siano circa 400. La distribuzione sul territorio nazionale vede numericamente in testa la Calabria seguita, manco a dirlo, da Sicilia e Campania. Ma il podio non deve far credere che la censura violenta sia un fenomeno limitato alle regioni ove più conosciuta è la presenza della criminalità organizzata: seguono in elenco Lazio e Lombardia, chiudono Piemonte e Emilia Romagna.

Il confronto col passato mette in luce la gravità del momento attuale. Il Rapporto 2009 di Ossigeno per l’Informazione segnalò 61 episodi nell’arco temporale di 3 anni (dal 2006 alla fine del 2008). Una media di 20 minacce l’anno, cifra in netta crescita se confrontata con i 53 casi del 2009.

Le modalità delle violenze variano dalle ‘classiche’ aggressioni fisiche alle più attuali via lettera o telefono. Ma nell’epoca di internet non potevano mancare anche quelle via web. Le meno conosciute restano le censure ottenute per via giudiziaria. Giornalisti e giornali vengono citati in Tribunale – in sede civile – per abnormi richieste di risarcimento in denaro, con un’evidente mancanza di proporzione tra il presunto danno subito e le capacità economiche del giornale o del giornalista. Tutto questo ancor prima che il dolo venga accertato in sede penale.
A volte sulla strada dei cronisti si frappongono anche ostacoli inaspettati. Capita che magistrati risentiti per fughe di notizie – spesso provenienti dalla stessa magistratura – mettano sotto inchiesta gli stessi giornalisti, impedendone il lavoro con perquisizioni e sequestri.
Ma la visione resta comunque incompleta, poiché molte intimidazioni e minacce non vengono nemmeno denunciate, rimangono sommerse, insomma restano senza Ossigeno.

Ossigeno per l’Informazione è diretto da Alberto Spampinato, fratello di Giovanni Spampinato, giornalista ucciso dalla mafia nel ‘72 mentre indagava sull’assassinio di un facoltoso ingegnere-imprenditore, Angelo Tumino.

Presentazione del rapporto di “Ossigeno per l’informazione”. La relazione di Alberto Spampinato

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