BANCHIERI & LIQUIDAZIONI

Pochi hanno compreso fino in fondo la partita che si è giocata in Unicredit per costringere Alessandro Profumo alle dimissioni e probabilmente chi sta ai margini (cioè quasi tutti) non saprà mai delle furibonde lotte di potere che si svolgono all’interno dei consigli di amministrazione di questi colossi.

Sta di fatto che la più grande banca con una “testa” italiana adesso non ce l’ha più e che sembrano prendere nuovo potere tanti gruppi e gruppetti locali che certamente risponderanno a logiche più o meno politiche. Alessandro Profumo intanto se ne va con una buonuscita di 38 milioni di euro che – per una quindicina d’anni di lavoro e con in più uno stipendio già incassato di alcuni milioni l’anno – non è poi così malaccio ed è apprezzabile che abbia subito comunicato di milioni ne devolva 2 (due!) in beneficenza, restandogliene comunque almeno 36.

Mi chiedo quante migliaia di piccole imprese si potevano aiutare con queste somme. Pensate che con un credito di 50.000 euro concesso a singole imprese (o magari anche solo come “castelletto fatture”) l’aiuto sarebbe potuto andare a 760 ditte, imprese commerciali o attività economiche.

Detto tra noi, ma non vi sembra che ci sia qualcosa che non quadra e che sia ora di dare segnali inequivocabili sugli eccessivi guadagni dei manager bancari che tanto – anche se portano le proprie aziende al fallimento – non solo non rischiano niente, ma poi vengono sempre e comunque lautamente pagati ? Gli esempi legati alla crisi economica sono sotto gli occhi di tutti, così come la circolazione di troppi “titoli tossici” che rischiano di soffocare il sistema, ma che le banche hanno pour messo in giro. E loro, i “grandi manager”, non si sono mai accorti di quanto avveniva nei conti delle proprie società? Complici o inetti, altro che liquidazione!

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