“Puntare su internazionalità e merito per rinnovare l’Università italiana”
“La proposta di riforma ‘Gelmini’ dell’Università non è assolutamente pensata per mettere freno alla fuga dei cervelli italiani all’estero né per rendere il nostro sistema universitario attraente per tutte quelle eccellenze che hanno maturato esperienze di ricerca all’estero”, ha commentato l’on. Laura Garavini (PD) introducendo il suo intervento sulla proposta PRIME in Commissione Cultura alla Camera dei Deputati.
“Purtroppo il progetto proposto dalla maggioranza non fa altro che amplificare i difetti dell’attuale sistema accademico: poca trasparenza, niente meritocrazia, troppa burocrazia, scarse risorse”, ha criticato la deputata eletta nella circoscrizione Europa. “Per competere con il resto del mondo nell’era della globalizzazione e della società basata sulla conoscenza, bisogna investire invece sull’internazionalizzazione e sul merito”.
“La nostra proposta di legge PRIME può dare un contributo notevole in questo senso”, così la parlamentare, promotrice di un progetto che vuole favorire il ritorno dei cervelli italiani. La parlamentare ha poi illustrato come la proposta di legge sia nata da un lavoro a più mani scritto insieme a diversi ricercatori italiani operanti in centri di ricerca di eccellenza in Europa. La proposta PRIME, ha spiegato la Garavini, “prevede la creazione di una fondazione, finanziata dallo Stato e da donazioni e co-finanziamenti con soggetti pubblici e privati, che metta a disposizione borse di ricerca a scienziati che hanno lavorato all’estero. Le borse vengono assegnate non sulla base di un concorso ma utilizzando i peer review, un metodo collaudato da anni nel mondo della ricerca e molto diffuso nel Regno Unito, nella Svizzera e negli Stati Uniti. Un metodo capace di garantire la qualità della ricerca”.