Superamento della disabilità 

La Redazione Responsabile Mario Dany De Luca

I disabili sono 3 milioni, il 5% della popolazione italiana. Le persone con disabilità, di sei anni e più, che vivono in famiglia sono 2 milioni e 600 mila, pari al 4,8% della popolazione.
Una realtà importante, ma di cui si parla solo quando si affrontano i temi dei falsi invalidi e della spesa sociale. L’Italia è l’unico tra i paesi avanzati a non aver ancora istituito la commissione nazionale sui diritti umani, così come stabilito dalla Convenzione Onu sulla disabilità.
Nel nostro Paese risultano occupate meno del 18% delle persone con disabilità in età lavorativa. Solamente il 3% ha come fonte principale un reddito da lavoro. Il 57,3% e il 53,7% delle famiglie con almeno un disabile, rispettivamente nelle Isole e nel Meridione, non riceve alcun tipo di aiuto, né pubblico né privato. Assistiamo inoltre al sostanziale blocco delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione e all’esonero degli Istituti bancari che accedono ad enormi aiuti da parte dello Stato.
Sanzioni inadeguate, controlli insufficienti, carenze di personale, l’inesistenza di banche dati, impediscono di sapere quali sono le aziende pubbliche e private che rispettano gli obblighi di legge. Una situazione che limita fortemente le potenzialità della legge 68/99.
Non basta, nella Sanità si sta procedendo ai piani di rientro del deficit, che per i disabili significano mancati accreditamenti, declassamenti, precarietà e tagli. Spesso, fatti solo per fare cassa e senza entrare nel merito degli effetti sull’assistenza sociosanitaria ai casi più gravi.
Ma la situazione non va meglio nella ricerca, dove il governo, con la legge 133/2008, taglierà in 5 anni 1miliardo e mezzo di euro alle Università, limitando così la ricerca di base, essenziale per lo studio delle cause che determinano una serie di malattie rare, e nella scuola dove i tagli previsti porteranno alla cancellazione di 150mila tra insegnanti e personale ATA e a una riduzione drastica degli insegnanti e delle ore di sostegno, da 18 a 9 per ciascuno studente.
Pensioni e indennità: 480 euro l’importo mensile dell’indennità di accompagnamento. Del 33% è la percentuale minima per essere considerati invalidi civili. Il 74% è il minimo per contare su qualche provvidenza economica. 256,67 euro è l’importo dell’assegno mensile di assistenza riconosciuto agli invalidi civili parziali.
C’è bisogno di un cambiamento radicale nel rapporto tra Stato e disabili, che sono una risorsa e un arricchimento per l’intera società. Noi dell’Italia dei Valori vogliamo impegnarci per pensioni dignitose, che non siano una mancia caritatevole come i 250 euro al mese attuali. Per il diritto al sostegno della famiglia, al prepensionamento dei genitori dei disabili gravi, attraverso la creazione di un fondo regionale che permetta a chi ha maturato i requisiti minimi di contribuzioni versate, di poter usufruire del fondo e andare prima in pensione. Vogliamo impegnarci per un aumento degli assegni al nucleo familiare, delle detrazioni e deduzioni per le spese di assistenza.
Vogliamo che in tutti gli atti normativi, i bandi, i contratti di fornitura venga prevista l’adozione dei segnali tattili per l’orientamento dei disabili visivi.
Uno dei problemi che rende difficile, e a volte persino paralizzante il dialogo tra famiglie e servizi, è l'incertezza del “dopo”: “dopo” la nascita di un bambino disabile…,” dopo” quel trattamento riabilitativo…, “dopo” la scuola, “dopo” la formazione…, “dopo” la morte dei genitori.
Sono migliaia, in tutta Italia, le persone in situazione di gravità, potenziali destinatarie di un intervento normativo per il “Dopo di Noi”. Si tratta di persone che fruiscono dell’indennità di accompagnamento, unita o meno ad altre provvidenze, riconosciute dalle competenti Commissioni Sanitarie nell’incapacità di compiere gli atti della vita quotidiana, e pertanto implicitamente bisognosi di assistenza continua.
Occorre quindi dare sostegno concreto alle famiglie, il “dopo di noi” non è solo un problema di strutture residenziali, ma un insieme complesso di necessità e di diritti al quale è possibile dare risposta solo attraverso un sistema organico di strumenti, referenti, strutture e servizi. Mettere in campo progetti a più largo respiro, come il progetto “dopo di noi”, attraverso una rete basata su case-famiglia e comunità alloggio che riproducano la dimensione familiare, destinando a questo una quota parte degli immobili pubblici e i beni confiscati alla mafia.
Una politica, dunque, che rimetta al centro le persone, i loro bisogni, le loro paure, i loro desideri, i loro diritti.

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