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DESTRA ALLARGATA

Per fondate un gruppo parlamentare sono necessari almeno venti deputati e dieci senatori. Fini, in pochi mesi, c’è riuscito ed alla grande. L’idea, almeno secondo noi, resta ancora quella di realizzare una “Grande Destra” nella quale anche l’ex patron d’AN possa trovare una sua collocazione politica più specifica. A questo punto, però, i giochi di potere all’italiana, invece di semplificarsi, si complicano. Infatti, anche se il PdL non è ufficialmente smembrato, non è detto che non n’esca indebolito in senso assoluto. Ora, a torto o a ragione, nell’area di centro/destra si muovono tre formazioni che, almeno per ora, non sembrano intendersi più di tanto. Da una parte il PdL di Berlusconi e la Lega di Bossi, poi il “partito in pectore” del Presidente della Camera. A questo punto, l’attuale maggioranza ci sembra assai meno granitica che per il passato. Intanto, perché altri parlamentari potrebbero seguire la linea di Fini, poi perché Berlusconi ha un programma di Governo che potrebbe non essere totalmente condiviso dalla nuova formazione politica. Ci sembra improbabile, però, che la Legislatura finisca in tempi non canonici. E’ assai più probabile che Berlusconi superi le “secche” e che il suo Esecutivo viva sino alla normale fine del mandato. Ora, al tavolo delle concertazioni, Fini avrà un ruolo più indipendente che per il passato e non è detto che tutto fili liscio come da scontato programma. Il PdL, ma già lo avevamo scritto, ha più anime e differente maturità politica. Del resto, a conti fatti, PdL+ Lega, senza la componente Finiana, non avrebbe i numeri per poter governare. Quindi, il Presidente della Camera resta una carta da valutare con molta attenzione per evitare possibili scivoloni anche per la linea Berlusconiana che, per onestà, vediamo sempre meno chiara. In quest’inizio d’autunno, non siamo ancora nelle condizioni per fare delle previsioni politiche per il prossimo inverno. Tanto meno per la primavera del 2011. Certo è che la prossima Legge Finanziaria sarà partorita con maggior sofferenza dell’attuale. Il tutto, del resto, è confermato dall’incerta strategia dell’Opposizione che non riesce neppure a dare un volto al suo prossimo leader. Insomma, da una parte rileviamo un centro/destra che dovrà navigare a vista, dall’altra una sinistra impopolare che dovrà trovare, gioco forza, alleati pescati da quel centro che abbiamo, da sempre, considerato la palude della politica italiana. Per scriverla ancora più chiara: il Governo Berlusconi andrà avanti a colpi di fiducia e l’opposizione continuerà a criticare senza linee di concreto futuro. Del resto, già da tempo la nostra posizione aveva evidenziato gli attriti e le discordanze di programma. Ora i nodi sono venuti al pettine. Col nuovo anno, Berlusconi, Fini e Bossi avranno l’opportunità di verificare i punti che li uniscono. Se veramente ci saranno. Elezioni anticipate non le prevediamo. Però, già sa subito, registriamo un patologico allargamento della destra italiana. Oltre alla compagine del Cavaliere, la politica italiana ora dovrà fare i conti con la squadra di Fini. Insomma, la crisi politica non è ancora dietro la porta, ma ci sono tutte le premesse per una verifica all’interno del PdL. L’unico partito della Coalizione che ne resta effettivamente rafforzato è la Lega Nord. Realtà che non vediamo di buon occhio.

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