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Il Sen. Menardi: il crollo dell’effetto serra (-12,9 % in Europa) svela tanti bluff e deve spingere il governo a scelte oculate in materia di politica energetica ROMA

“I dati economici ci hanno portato fra le tante notizie (negative) anche il crollo dei gas serra in Europa. Leggiamo che l’Eea ( Agenzia europea per l’ambiente) ha calcolato che i gas serra emessi nel 2009 sono diminuiti del 6,9 per cento rispetto all’anno precedente e ciò tanto nell’Europa a 27 Paesi quanto in quella a 15” .
Lo afferma il Sen. Giuseppe Menardi , Vicepresidente della Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni, e responsabile di Futuro e Libertà in Piemonte.
“La ragione – spiega Menardi – è la caduta verticale della produzione industriale, e di conseguenza la discesa del consumo di combustibili fossili (carbone, petrolio e metano) pari al 55%. Sono i combustibili fossili oggi le maggiori fonti di energia e rappresentano il carburante per la produzione dell’energia necessaria soprattutto per le manifatture onnivore come cemento, chimica, acciaio e carta”. Il dato più significativo è che nell’Europa a 15 il crollo delle emissioni è del 12,9% rispetto al 2008, cioè meglio di ciò che Bruxelles si era impegnata a fare a Kyoto e che prevedeva per quel pericolo un taglio dell’8%.
Questi dati, sottolinea Menardi, dovrebbero indurre l’Europa e l’Italia ad una seria riflessione su:
1) Da Kyoto in poi, si induce il mondo a lottare contro un supposto riscaldamento climatico, si spendono cifre mirabolanti e poi crollano le emissioni di gas serra senza peraltro che le condizioni climatiche (denunciate dagli ambientalisti) subiscano effetti rilevanti, e le popolazioni si trovano ad affrontare la disoccupazione, l’emarginazione, a volte anche la fame;
2) Si è affrontata la questione energetica in base alla politica suggerita dai fautori del Global Warming, che lega in una equazione di causa ad effetto l’aumento della Co2 ed il riscaldamento del pianeta. In realtà, il confronto di Co2 e temperature non dimostra nulla come relazione di causalità.
3) Alla fine dello scorso agosto, un comitato formato da accademici indipendenti (Iac), voluto dalle Nazioni Unite, ha criticato duramente l’Ipcc, l’organismo dell’Onu che negli anni scorsi ha guidato la lotta contro l’effetto serra e si era conquistato il Premio Nobel con Al Gore, proprio per la sua azione contro il surriscaldamento del pianeta. L’accusa è pesante: l’Ipcc ha commesso molti errori andando aldilà dei suoi compiti schierandosi politicamente.
4) Come sostiene Claude Allègre, ex ministro francese, la scienza non è una questione di democrazia, tanto meno una questione di maggioranza. Egli nel suo “L’imposture climatique” ricorda un grande matematico, Alain Connes, che sosteneva: “Non si è mai dimostrato un teorema con un voto”.
5) In Italia abbiamo consumato decine di miliardi di euro a sostegno delle cosiddette energie alternative (vedi l’eolico), senza modificare in alcun modo sostanziale l’incremento di energia pulita e la diminuzione di emissioni ad effetto serra.
6) Abbiamo sacrificato anni importanti senza impegnarci nello sviluppo di energia nucleare a differenza di ciò che ha fatto il resto d’Europa. È dello scorso 7 settembre la notizia che la Germania “efficiente ed ecologica” proroga di altri 12 anni la vita delle centrali nucleari.
“Il governo italiano – conclude il sen. Menardi – è in procinto di decidere i siti nucleari per il futuro energetico dell’Italia. Faccia presto senza farsi distrarre da inconsistenti consessi politici internazionali (Kyoto, Stoccolma)”.

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