I SONDAGGI NON DEVONO DETTARE I TEMPI DELLA POLITICA

Mi preoccuperei se fossero i sondaggi a dettare i tempi della politica italiana. Berlusconi, a cui riconosco come unica qualità quella di essere uno straordinario venditore e, di conseguenza, un ottimo comunicatore, non fa nulla senza aver interpellato i suoi sondaggisti di fiducia, fino al punto di creare, grazie alle sue televisioni, la percezione di un problema e presentarsi come colui che questo problema prima o poi lo risolve.L’esempio più clamoroso fu quello del 2008. Riuscì a far percepire agli italiani un forte senso di insicurezza accentuando la drammaticità e la frequenza di alcune notizie dalle sue televisioni. Poi basò la campagna elettorale per le politiche promettendo misure sulla sicurezza e vincendo a man bassa le elezioni. Ovviamente non ha preso alcuna misura seria su questi temi ma le sue tv hanno cominciato a mandare in onda messaggi tranquillizzanti e l’allarme sicurezza è rientrato. Ma basta leggere le cronache locali dei giornali per trovare rapine, scippi, stupri, furti, aggressioni, truffe…

Insomma, Berlusconi è straordinario, annusa l’aria, fa un sondaggio e a uso e consumo proprio trova la soluzione. Ma anche per questo la storia dei sondaggi non mi convince. Considero le società di ricerca statistica come Ipsos, Euromedia, Ipr e cosi via tutte molto serie, ma francamente faccio fatica a spiegarmi come mai, spesso gli esiti siano così diversi tra di loro. Mi si dirà che dipende da come vengono poste le domande, dal campione di popolazione scelto, da tanti altri fattori.

Perché ad esempio, Berlusconi dichiara di avere un gradimento che supera il 60 per cento dei consensi e alcuni istituti di ricerca lo danno intorno al 30? E perché l’Italia dei Valori per alcune società di ricerca è intorno all’8 per cento e per qualcuna non raggiunge il 6? Tra il 6 e l’8 c’è oltre un milione di voti di differenza. Possibile che per alcuni, se si votasse oggi, avremmo un successo clamoroso e per altri una brutta sconfitta? E’ possibile sbagliarsi di oltre un milione di voti?

Credo, dopo queste riflessioni, che l’approccio migliore sia quello di considerare i sondaggi per quello che sono: una tendenza da prendere con le molle e che non deve in alcun modo influenzare le scelte politiche. Anche perché mon vorrei che rientrassero in una subdola strategia di comunicazione e, quindi, fossero concepiti con lo scopo di depotenziare alcuni partiti tra cui l’Italia dei Valori che, certamente, è ben presente e radicato sul territorio.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy