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Elezioni vicine? Colpa di Berlusconi

di Andrea De Bertoldi

L’intervento del senatore Santini(PDL) sul tema dell’irresponsabilità del ricorso al voto anticipato ospitato dal suo quotidiano, mi stimola a delle considerazioni per riaffermare la verità.
Se è infatti evidente e condivisibile ritenere irresponsabile che un Governo con la più vasta maggioranza nella storia repubblicana invochi a giorni alterni il ricorso al voto anticipato, non si può mistificare la realtà cercando di addossare le colpe di tale situazione a coloro che invece ne sono le vittime, cioè al Presidente Fini ed ai cosiddetti finiani. Ricordo infatti che fu proprio il Presidente Berlusconi nello scorso mese di luglio a ritenere “il Presidente Fini del tutto incompatibile con il PDL” espellendo così –de facto- il Presidente della Camera ed i cosiddetti finiani dal partito che avevano cofondato; se aggiungiamo che ciò è accaduto senza attivare neppure il contradditorio, con un atto proprio di un Amministratore Unico e che neppure un Consiglio di Amministrazione avrebbe potuto prendere così arbitrariamente ed in modo autoritario, si può capire quale sia stata la causa che ha prodotto l’attuale instabilità politica. Se poi intendiamo spingerci oltre ed analizzare i peccati che avrebbero portato all’espulsione di Fini ritengo che le responsabilità del Premier Berlusconi siano vieppiù conclamate; forse era giusta causa di espulsione, o di licenziamento per usare una terminologia ben cara al cavaliere, l’aver difeso la libertà di stampa dal bavaglio illiberale che il decreto intercettazioni stava determinando nello stupore delle democrazie occidentali, ovvero la grave colpa era stata di opporsi alle penose vicende del Ministro Brancher, che appena nominato si appellò al legittimo impedimento per evitare i processi, e del Sottosegretario Cosentino che era addirittura stato coinvolto in indagini di Camorra. Non credo poi che un partito liberale europeo aderente al PPE possa altresì condannare Fini per aver sostenuto da sempre in tema di immigrazione le tesi dell’integrazione per i tanti immigrati onesti pur nel rigoroso allontanamento dei clandestini o di coloro che delinquono. A testimonianza della coerenza del Presidente della Camera basterebbe a questo proposito citare la prima pagina di una copia del Secolo d’Italia del 1998 nella quale Fini con in braccio un bambino di colore sosteneva nel merito le ragioni della solidarietà.

Caro Senatore Santini, noi finiani siamo fieri che il nostro leader, che le ricordo esser stato il cofondatore del PDL, abbia dato il là a dei distinguo che hanno evitato al Paese di farsi irridere dalle democrazie liberali ed abbia quindi tentato di non far precipitare il nostro (ex) partito in una deriva populista e plebiscitaria, che forse sarebbe stata apprezzata da Putin o Chavez ma non da coloro che sanno declinare i valori democratici ed illuminati. Non potremo mai tacere di fronte a coloro che accolgono a braccia aperte il dittatore libico che viene a Roma ad offendere le ragioni della nostra cristianità per poi sparare sui pescatori siciliani con le motovedette fornite dal Governo italiano, non accetteremo mai passivamente che un leader del PDL quale l’onorevole Straquadagno sostenga che le donne possono lecitamente usare il proprio corpo per far carriera in politica, e neppure che i leghisti ci costringano a mandare a scuola i nostri bambini con gli stemmi ed i colori della Lega in ogni luogo dello stabile come è vergognosamente avvenuto nel silenzio del Premier in un comune della Lombardia.

Il tacere su queste situazioni sarebbe stato da irresponsabili, ed ancor più irresponsabile è stato espellere da un partito liberale chi ha avuto il merito di sostenere tali ragioni, avendo poi addirittura il coraggio di attribuire agli esclusi le colpe di un’eventuale instabilità politica; non faremo quindi mancare la nostra voce quando, per aver difeso i nostri ideali di libertà, chiunque cercherà di addossarci le colpe di un eventuale fallimento della legislatura.

Per concludere ricordo al senatore Santini che in Alleanza Nazionale la dialettica è sempre esistita ma nessuna componente interna è stata mai zittita dal Presidente Fini e men che meno espulsa.

* Coordinatore Provinciale di Generazione Italia Trento

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