LIBIA: VERGOGNOSO SERVILISMO DEL GOVERNO ITALIANO

Si saranno pure scusati (una semplice regola di educazione) ma resta il fatto che quel che è accaduto è una aperta violazione dei trattati internazionali. Lo dovrebbe saper bene il Governo libico, che prima spara ad altezza d’uomo su un peschereccio italiano, rischiando di fare una strage, e il giorno dopo, sentendosi smascherato, fa pubblica ammenda e archivia velocemente la scomoda vicenda come un banale “misunderstanding”, un grossolano equivoco.

Ma come, gli ultimi accordi tra il berbero colonnello Gheddafi e il nostrano neo-ducetto non dovevano aver rinsaldato i rapporti tra i rispettivi Paesi?

Forse ci siamo persi qualcosa, perché le ultime puntate del travagliato amore italo-libico, andate in onda non più di un mese fa su tutte le tv italiane, da quelle totalmente berlusconiane di Mediaset a quelle parzialmente tali della Rai, hanno trasmesso untuosi abbracci, indegni baciamano, tintinnanti regalini e cene da mille e una notte allietate da suadenti ballerine. Il tutto, opportunamente supportato da firme in calce a delicati (e spesso per noi svantaggiosi) accordi internazionali.

L’Italia ha garantito 5 miliardi di euro in 20 anni alla Libia e in cambio Tripoli ha bloccato, a suo dire, il flusso di immigrati verso la Sicilia, inaugurando comunque un poliedrico giro d’affari con il fratello brianzolo, dando il via ad una delle più colossali operazioni messe insieme dalla coppia Berlusconi-Gheddafi.

Nel bel mezzo di questa sceneggiata ci chiediamo: cos’è stato sbagliato? Quale strano accordo di amicizia prevede tra le proprie clausole il mitragliamento di un nostro peschereccio per di più in acque internazionali, con quelle stesse motovedette regalate ai gendarmi del Mediterraneo dal ministro Tremonti? Ma soprattutto, é lecito liquidare la vergognosa vicenda come un banale errore di cui chiedere “scusa”?

Alla luce di quanto successo è evidente che gli accordi tra Italia e Libia sono solo il paravento di altro, che l’IdV chiede di conoscere in Parlamento perché il Governo deve smetterla con la vergognosa difesa d’ufficio della Libia.

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