IL GOVERNO CHE NON C’E’ E CHE NON CI SARA’ FINO AL 2013

Ho l’impressione, peraltro ampiamente condivisa dalle persone della strada, che diversi mass-media siano devianti rispetto al dovere di informare come si deve. Fatte salve alcune eccezioni. E’ di ogni giorno infatti la constatazione che per certuni il bianco è nero, mentre per altri il nero è bianco. Non è una novità, direte.

Ormai mi sono tristemente abituato a questo stato di cose per cui preferisco spesso non farmi sangue amaro, prescindendo dalla considerazione, ormai consolidata, secondo cui certi giornalisti sono pagati per scrivere ciò che fa comodo al padrone o a chi li adula in qualche modo. Senza far nomi delle testate, mi pare che tutto ciò sia ormai agli occhi di tutti. Ieri la Presidente di Confindustria ha detto che in questi due anni questo governo non ha fatto altro di litigare per escort, appartamenti, amanti, cognati, trans ecc.., glissando sulle cose importanti, trascurate anche dai giornalisti. E non è finita in quanto – e questo lo aggiungo io – è iniziato il mercato delle vacche, alias il mercato scandaloso per l’acquisto di alcuni parlamentari che si offrono al miglior offerente, allo scopo di far raggiungere a Berlusconi la quota 316 affinché il governo non cada. Mi chiedo se, quand’anche questa soglia dei 316 venisse raggiunta, se ci sarà qualcosa di nuovo o se le cose andranno ancora peggio, non tanto per la cresciuta e più matura opposizione (anche se priva di leader) , ma anche perché, come ho scritto in alcun mass-media proprio in questi giorni, io penso che dal debito pubblico in cui versa il Paese ( 1.838,296 miliardi di euro, 30.451 euro di debito appena uno nasce) non se ne andrà più fuori, sia che il governo resti a galla, sia che arrivi un altro di turno, al posto di Berlusconi.

Infatti, noi ci troviamo in una condizione (in una posizione debitoria prossima all’incaglio, direi io come ex funzionario di banca) che non consente più nessuna manovra sul piano fiscale (e questo sarebbe il meno, ma si fa per dire) perché c’è da ipotizzare che i mercati finanziari mettano in dubbio la sostenibilità di questo debito che sta crescendo a dismisura malgrado le maggiori entrate e la diminuzione del fabbisogno.. Ed allora ? E’ proprio qui che cadrà l’asino. Di queste cose Berlusconi se ne frega.

Infatti, malgrado la stabilità di questo governo sia lapalissianamente compromessa, Berlusconi preferisce giocare d’azzardo con le sorti del Paese. Ora cerca 20 nuovi deputati perché egli si preoccupa esclusivamente di evitare i suoi guai giudiziari con nuove leggi, in modo di essere messo definitivamente al sicuro.

A questo nostro primo ministro preme l’approvazione di una legge che renda vana l’azione della Magistratura nei suoi confronti prima del 14 dicembre, data fatale perché la Consulta dovrà pronunciarsi sul processo Mills. Ma anche se non dovesse cadere questo governo, resterebbe in piedi un “governicchio”, mentre l’Italia ha urgente ed improcrastinabile bisogno di un Presidente del Consiglio che si preoccupi dei problemi dei cittadini e non di comperare spudoratamente dei deputati per poter continuare a fare i propri interessi”

Siamo alla soglia del fallimento, peggio della Grecia.

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