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Libertà  e Democrazia riscoprendo lo sperimentalismo

di Domenico Letizia

Se vi è qualcosa che i nostri governanti hanno imparato bene è quello di usare il concetto democrazia per far valere il principio secondo cui chi ha la maggioranza deve governare e ne ha il diritto senza interferenza alcuna in nome del popolo che l’ha eletto. Questo disgusto intellettuale non è nulla di più profondamente populista, demagogico e pericoloso in quanto basterebbe dare un occhiata alla storia per ricordare che con la maggioranza hanno “governato” anche nazismo e fascismo e in nome della maggioranza Fidel Castro continua a “governare” dispoticamente Cuba. Ciò che invece dovremmo inserire, più che mai oggi, come cuscinetti nel modello democratico è un po’ di sano liberismo sociale, libertà, ricordare che la democrazia come oggi intesa è un dio che ha fallito come descritto dall’anarco-capitalista Hans-Hermann Hoppe.

La democrazia risulta essere una demagogia pericolosa pronta ad aprire la strada a culture autoritarie e governi pronti a sacrificare diritti in nome del controllo e la sicurezza. Le dittature politiche nascono dalle ideologie, tutte, tranne quella del liberalismo o meglio libertarismo, perché anche il liberalismo è oggi stuprato da chi si vanta di esserne l’ interprete. Il cittadino per essere davvero sovrano deve capire che il governo migliore è il governo che governa meno, ricordando che un istituzione liberale e un progetto liberale risulta essere l’antidoto all’istituzione autoritaria e oppressiva. Il problema attuale è proprio quello di come far rifiorire tra i pensatori e gli studenti sano liberalismo dal dibattito alla libertà di scelta individuale. La democrazia se non frenata dal cittadino sovrano risulta essere il male maggiore, la coercizione che schiaccia le minoranze in nome di un unità che non esiste a priori, basti pensare l’Italia paese creato a tavolino ove le spinte indipendentiste vivono da Nord a Sud. Se vi è qualcosa che si apprende dalla scienza è il metodo sperimentale, metodo che dovrebbe essere applicato alla politica, arrivando così a comprendere che la politica è una scienza che sviluppa metodi diversi di gestione in competizione tra loro, e che il potere più risulta decentralizzato e autonomo, più è partecipato, autogestito autenticamente liberale più risulta tollerante, plurale sinceramente democratico e individualista rispettoso delle libertà individuali e delle intime scelte. Ma in questi anni di statalismo la direzione che si sta rincorrendo è proprio l’opposta, quella del centralismo che è nell’essenza autoritaria e repressiva chiusa alle minoranze e alla scoperta di culture diverse, dal vivere economico a quello sociale. Rimettere l’individuo al centro è il punto di partenza e direi quello di arrivo riscoprendo che lo spirito originario americano ha molto da insegnarci, modelli da seguire che in questi giorni con interpretazione, condivisione e non ho scoperto e assimilato durante le giornate della Scuola Luca Coscioni svoltasi a Riccione alla quale alcuni di noi da Caserta hanno partecipato con riflessione, critica e apertura autenticamente libertaria.

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