INTERVISTA DELL’ON. FABIO PORTA AL "GIORNALE DEL CARABINIERE"

Il bilancio dei due anni in Parlamento e le modifiche del voto all'estero al centro dell'intervista del Vice Presidente del Comitato per gli italiani all'estero della Camera alla giornalista Mirella Scardina

Sono già trascorsi più di 2 anni dalla sua carica di deputato, quali sono i progetti che ha realizzato e quelli che vuole ancora concretizzare ?

Credo in primo luogo di essere riuscito a conciliare bene il lavoro parlamentare con il rapporto con la collettività italiana che mi ha eletto; non era facile né scontato riuscire a conciliare una presenza puntuale ed attuante a Montecitorio con le pressanti esigenze degli italiani che vivono in Sudamerica. Il lavoro presso la Commissione Esteri ed il Comitato per gli italiani all’estero, la presenza in aula attraverso interventi, proposte di legge, interrogazioni ed ordini del giorno: tutti impegni che ho portato avanti con estrema serietà e continuità. Al tempo stesso una serie di visite e di contatti frequenti con le nostre principali collettività che vivono in Sudamerica, attraverso viaggi e missioni che hanno avuto anche lo scopo di mantenermi in sintonia permanente con l’elettorato oltre che di acquisire informazioni e materiale utile per il mio lavoro parlamentare.

Sul piano legislativo più specifico, vorrei evidenziare il mio impegno per la riforma del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, con la presentazione della proposta di legge del Partito Democratico alla Camera della quale sono il primo firmatario, ma anche la mia proposta di legge sull’introduzione dell’insegnamento della storia delle migrazioni nelle scuole italiane, della quale vado particolarmente orgoglioso e che vorrei fosse approvata entro questa legislatura anche per celebrare degnamente e in maniera non solo retorica i 150 anni di storia italiana.

I tagli effettuati dalle due ultime finanziarie che hanno decisamente penalizzato gli italiani all'estero ritiene siano derivati da problemi solo economici o anche politici?

La logica dei “tagli lineari” dell’attuale governo penalizza fortemente i capitoli di bilancio che già soffrivano per l’esiguità del loro finanziamento; è questo certamente il caso delle politiche per gli italiani all’estero. I tagli che ci hanno riguardato sono stati pesanti, andando anche al di là delle percentuali dei tagli lineari; in alcuni casi (assistenza e scuola, per esempio) abbiamo anche superato il 50% di riduzione dei fondi in relazione alle somme stanziate dal Governo Prodi per gli stessi interventi. Non credo però che il problema sia solo di carattere economico; il governo e la maggioranza che lo sostiene si sono mostrati fin dall’inizio della legislatura ostili al sistema di rappresentanza (Comites e Cgie) proponendo e appoggiando una legge presentata al Senato che ne mortifica i princìpi ispiratori e li ridimensiona quantitativamente e qualitativamente. Ma la lista potrebbe continuare e faccio qui solo un esempio indicativo: questo governo ha posto il vincolo di dieci anni di residenza continuativa in Italia per gli emigrati anziani indigenti che rientrano nel loro paesino per vivere degnamente gli ultimi anni della loro travagliata esistenza. Si tratta di una cattiveria bella e buona, oltre che di un atto evidentemente ingiusto e discriminatorio.

Nell'ultimo viaggio fatto da Berlusconi in America Latina il Presidente ha affermato che il lavoro svolto da voi deputati, rappresentanti degli italiani all'estero, è stato scarso, e ha aggiunto “sarebbero sufficienti solo un paio di deputati e dare un potere legislativo al CGIE Consiglio Generale degli Italiani all’ estero ”, cosa vuole dire a tal proposito?

Voglio dire che i deputati eletti all’estero lavorano il doppio rispetto ai loro colleghi eletti in Italia. E ciò in ragione della specificità di un collegio elettorale di dimensioni continentali e distante a volte oltre diecimila chilometri da Roma. Ma anche in materia di produttività posso affermare che il nostro lavoro sul piano legislativo, in aula e in commissione è mediamente superiore a quello della maggioranza dei deputati eletti in Italia. I deputati del gruppo del Partito Democratico eletti all’estero si sono distinti in questo senso ed hanno anche pubblicato un resoconto dettagliato della loro attività. Io lo pubblico in maniera sistematica e continuativa su giornali e riviste destinate agli italiani del Sudamerica e anche nel mio sito internet (www.fabioporta.com). La rappresentanza parlamentare degli italiani all’estero è stata voluta e approvata con riforma costituzionale e non sarà certo il capriccio di Berlusconi a eliminarla. Purtroppo il nostro Presidente del Consiglio è allergico alla democrazia parlamentare: per lui non soltanto sono troppo i parlamentari eletti all’estero ma anche i deputati e senatori delle nostre due Camere. Anche io sono per una riforma del sistema bicamerale perfetto che comporti una riduzione del numero di deputati e senatori. Ma non certo di quelli eletti all’estero che nonostante rappresentano quasi il 10% dell’elettorato non hanno attualmente nemmeno il 2% di seggi tra Camera e Senato. Se Berlusconi conoscesse qualcosa sugli italiani all’estero, e non solo sui parlamentari, non parlerebbe così. O forse mi viene un dubbio: lui conosce solo le malefatte e le figuracce di alcuni eletti all’estero nelle file del PDL…

Dopo lo scandalo sul voto degli italiani all'estero ritiene che la legge elettorale vada cambiata, se si qual è la sua proposta?

La mia è la proposta di tutto il Partito Democratico che alla Camera e al Senato sta presentando due analoghe proposte di legge a firma Franceschini e Finocchiaro. Renderemo più sicuro e inattaccabile il voto all’estero introducendo l’obbligo di iscrizione alla lista elettorale per ricevere il plico per partecipare alle elezioni; la stampa delle schede sarà fatta in Italia e non più all’estero; daremo poi poteri di controllo ai comitati elettorali locali e introdurremo elementi di maggiore certificazione relativi all’individualità ed alla segretezza del voto. Sappiamo che candidati della destra in Europa e Sudamerica si sono resi protagonisti di brogli e irregolarità nel corso delle ultime elezioni; tutti casi sui quali la magistratura sta ancora indagando. Speriamo che il PDL ci segua e ci aiuti nell’approvare rapidamente queste nuove norme che renderebbero più serio ed autorevole il voto all’estero e la nostra elezioni. Il Presidente Berlusconi si è detto favorevole ad un cambiamento del meccanismo del voto e speriamo che sia coerente con quanto affermato e sostenga anche in Parlamento questa tesi.

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